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Articolo aggiuntivo n. 27.06 al ddl C.2325 in riferimento all'articolo 27.
  • status: Inammissibile

testo emendamento del 23/01/20

  Dopo l'articolo 27, aggiungere il seguente:

Art. 27-bis.

  1. Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia – è assicurato un servizio per l'assistenza delle vittime di atti di bullismo e cyberbullismo mediante il numero pubblico emergenza infanzia 114, accessibile gratuitamente e attivo nell'arco delle 24 ore, con la finalità di fornire alle vittime, ovvero alle persone congiunte o legate a esse da relazione affettiva, un servizio di prima assistenza psicologica e giuridica da parte di personale dotato di adeguate competenze. Il numero verde 114 è reso accessibile anche tramite applicazione informatica che può essere installata gratuitamente nei dispositivi mobili, dotata di una funzione di geolocalizzazione, ovvero tramite piattaforme di messaggistica istantanea. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, da emanare entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono determinate le modalità e le specifiche tecniche del numero verde 114.
  2. All'onere derivante dal precedente comma, complessivamente valutato in 200 mila euro annui, a decorrere dall'anno 2020 si provvede mediante corrispondente riduzione delle disponibilità del fondo di cui all'articolo 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2018, n. 145. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
  3. All'articolo 1, comma 348, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, le parole: «promosso dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri» sono sostituite dalle seguenti: «ed un cartello recante il numero verde emergenza infanzia, promossi dal Dipartimento per le politiche della famiglia e dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.».