• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00335 (4-00335)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00335presentato daCOMAROLI Silvana Andreinatesto diMartedì 5 giugno 2018, seduta n. 11

   COMAROLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf) è stato istituito dalla Consob nel maggio del 2016 ed è uno strumento di risoluzione delle controversie tra investitori «retail» e intermediari per la violazione degli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza che gli intermediari devono rispettare quando prestano servizi di investimento o di gestione collettiva del risparmio. Non è invece competente per gli investimenti su obbligazioni subordinate delle quattro banche per cui è stato stabilito che sia l'Anac a decidere in merito all'erogazione, da parte del fondo di solidarietà, di un indennizzo forfetario pari all'80 per cento del corrispettivo pagato per l'acquisto;

   solo i risparmiatori possono fare ricorso all'Acf, per richieste di risarcimento danni non superiori a 500.000 euro e gli intermediari sono obbligati ad aderire all'Acf;

   sul sito dell'Acf, nella sezione «intermediari inadempienti», è pubblicato l'elenco degli intermediari che non hanno eseguito, in tutto o in parte, le decisioni adottate dall'Acf. Nella sezione compaiono 37 decisioni riferite alle diverse banche parti delle controversie, tra cui 20 riferite solo a UBI Banca (convenuta in controversia in qualità di società incorporante la Banca Adriatica Spa – già Nuova Banca delle Marche);

   con le prime decisioni di gennaio 2018, infatti, l'arbitro della Consob, ha stabilito che sui servizi di investimento prestati ai clienti da una delle quattro banche poste in risoluzione a fine 2015, possano venir chiamati a rispondere gli istituti che hanno rilevato le quattro good bank, ossia UBI, per Banca Marche, Etruria e CariChieti, e Bper, per CariFerrara;

   sulle decisioni nei ricorsi su Banca Marche, l'arbitro ha argomentato che proprio il provvedimento di Banca d'Italia del novembre 2015 sulla liquidazione fa emergere la continuità dei rapporti contrattuali e, come i clienti avrebbero potuto avanzare pretese risarcitorie verso la vecchia banca, allo stesso «non possono non ritenersi legittimati a procedere in tal senso anche nei confronti della Nuova Banca»;

   le decisioni dell'arbitro della Consob non sono in teoria vincolanti, ma normalmente gli intermediari tendono ad adeguarsi alle decisioni avverse, tranne gli istituti presenti nella succitata sezione «intermediari inadempienti», tra cui, come già detto, è massiccia la presenza di UBI Banca;

   organi di stampa, partendo dal presupposto che, in base al contratto di cessione, il fondo di risoluzione è tenuto a risarcire agli istituti acquirenti anche di queste soccombenze, avanzano l'ipotesi che ci sia una precisa volontà del fondo, che a sua volta dipende dalla Banca d'Italia, di attendere che si arrivi in un'aula di tribunale in cui si spera che un esame più approfondito del giudice possa non dare ragione agli investitori;

   è evidente, nell'opinione dell'interrogante, che il primo interesse da tutelare sia quello degli investitori che non hanno visto rispettati, da parte degli intermediari, gli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza;

   se da un lato l'istituzione dell'arbitro è sicuramente un passo decisivo nel percorso di maggiore protezione e tutela degli investitori – anche per il minor tempo di attesa e l'assenza di costi (anche legali) rispetto alla giustizia ordinaria – nei confronti degli intermediari, soprattutto in caso di clientela retail che è senza dubbio la parte contrattuale più debole, dall'altro sarebbe necessario rendere vincolanti le decisioni di tale arbitro –:

   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative normative finalizzate a rendere vincolanti le decisioni dell'Arbitro per le controversie finanziarie.
(4-00335)