• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00381 (4-00381)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00381presentato daFRATOIANNI Nicolatesto diMartedì 5 giugno 2018, seduta n. 11

   FRATOIANNI e FASSINA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 9 maggio 2018 presso il cantiere della Fincantieri di Monfalcone (Gorizia), un giovane operaio di 19 anni, impiegato in una ditta che lavora in appalto, ha perso la vita in un incidente sul lavoro. Sarebbe stato schiacciato da un blocco di cemento del peso di circa 700 chili che si è staccato da una gru;

   il 25 maggio 2018 è andata in onda su Rai 2, nell'ambito della trasmissione «Nemo», un'approfondita inchiesta curata da Valentina Petrini e Giuseppe Ciulla sulle condizioni di lavoro e sugli standard di sicurezza all'interno del sito cantieristico di Monfalcone;

   dall'inchiesta, attraverso testimonianze dirette e documentazioni varie, emerge che la maggior parte delle lavorazioni per la costruzione delle navi, è affidata in appalto e subappalto a ditte esterne: sono all'incirca 450 le imprese che gravitano intorno al cantiere. Con l'evidente difficoltà oggettiva e soggettiva nel coordinare tutti i vari processi lavorativi per evitare interferenze e situazioni di pericolo;

   dall'inchiesta si evince che moltissimi casi di infortuni ed incidenti vari, non vengono denunciati alle autorità sanitarie e del lavoro;

   il settore del controllo ispettivo per la sicurezza sul lavoro è fortemente carente. Dalle dichiarazioni ufficiali rese alla trasmissione «Nemo», si ha il quadro preciso delle disponibilità: 5 ispettori per la zona del Basso Friuli, a fronte di una realtà produttiva estesa ed impegnativa dal punto di vista dei necessari controlli;

   nelle settimane scorse, le organizzazioni sindacali hanno inviato un documento ai servizi ispettivi e alla medicina del lavoro della bassa friulana per denunciare «irregolarità nell'uso di strumenti di lavoro e di precarie condizioni lavorative, svolte senza adempiere ai minimi criteri di sicurezza a bordo nave in fase di allestimento»;

   nella stessa inchiesta già menzionata, si affronta anche la questione delle forme di reclutamento dei lavoratori precari nelle imprese in appalto e subappalto all'interno di Fincantieri: con decurtazioni illegali del salario, pagamenti a discrezione di «caporali», assunzioni attraverso forme opache o illegali. Tali episodi coinvolgono in particolar modo soggetti della comunità bengalese, che consta di migliaia di persone presenti nella città di Monfalcone (anche con un fenomeno anomalo di immigrazione registrata negli ultimi anni). Episodi che già hanno avuto in tempi recenti conseguenze giudiziarie;

   la mancata garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro o fenomeni estremi di caporalato e di sfruttamento illegale della manodopera da parte di un datore di lavoro, a parere degli interroganti è sempre intollerabile e lo è ancor di più se il datore di lavoro o il datore primario del lavoro è lo Stato –:

   se il Governo intenda adottare immediatamente iniziative, per quanto di competenza, al fine di valutare gli standard di sicurezza all'interno di Fincantieri a Monfalcone, riguardanti sia l'azienda che le imprese appaltatrici e di assicurare e garantire controlli adeguati e, in questa fase, intensi e straordinari, all'interno dell'area cantieristica;

   se intenda assumere iniziative affinché venga attivato subito un tavolo di confronto tra Fincantieri e le organizzazioni sindacali per superare le criticità e i problemi denunciati da tempo dalle stesse;

   se intenda, nell'ambito delle proprie competenze e insieme agli enti locali, individuare le soluzioni più opportune per ovviare alla scandalosa penuria di risorse, personale e strumenti ispettivi nella zona;

   se intenda assumere iniziative, per quanto di propria competenza, al fine di affrontare sul terreno della prevenzione e della repressione, il tema del caporalato e dello sfruttamento illegale di manodopera;

   se il Governo intenda mettere in atto tutte le iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per porre un limite al ricorso ad aziende in subappalto, che troppo spesso può nascondere alti livelli di precarietà, sfruttamento, bassi salari e inferiori standard di qualità e sicurezza.
(4-00381)