• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00153 (4-00153)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00153presentato daFRACCARO Riccardotesto diLunedì 7 maggio 2018, seduta n. 8

   FRACCARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge 2 febbraio 2006, n. 31, «Disciplina del riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e di morte inaspettata del feto», stabilisce, all'articolo 1, che i lattanti deceduti improvvisamente entro un anno di vita senza causa apparente e i feti deceduti anch'essi senza causa apparente dopo la venticinquesima settimana di gestazione devono essere prontamente sottoposti con il consenso di entrambi i genitori a riscontro diagnostico da effettuarsi nei centri autorizzati secondo i criteri individuati nell'articolo 2, a cui sono inviati gli organi prelevati;

   l'articolo 3, comma 1, prevede che i risultati delle indagini svolte ai sensi dell'articolo 1 sono comunicati dai centri autorizzati alla prima cattedra dell'Istituto di anatomia patologica dell'università di Milano (sostituito nel 2009 con decreto del Ministero della salute dal Centro di ricerca «Lino Rossi») che, nel rispetto delle regole sul trattamento dei dati personali, provvede ad istituire una banca dati nazionale e a trasmettere i dati così raccolti alla regione competente per territorio, ai medici curanti e ai parenti delle vittime;

   l'articolo 1, comma 2, stabilisce che il riscontro diagnostico è effettuato secondo il protocollo diagnostico predisposto dalla prima cattedra dell'Istituto di anatomia patologica dell'università di Milano. Il suddetto protocollo, per essere applicabile, deve essere approvato dal Ministero della salute. Il 22 dicembre 2014 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto 7 ottobre 2014 di approvazione dei protocolli diagnostici «Protocollo di indagini e di riscontro diagnostico nella morte improvvisa infantile» ai sensi della medesima legge. Tali protocolli, redatti da apposita commissione in sostituzione di quello originale precedentemente predisposto dall'Istituto di anatomia patologica, definiscono le tappe del riscontro diagnostico: indagine medico legale, autopsia, accertamento tossicologico, valutazione genetica, consulenza genetica, indagini citogenetiche. Tali protocolli diagnostici, escludendo tuttavia l'esame del sistema nervoso, punto fondamentale del protocollo originale, non consentono in alcun modo di stabilire nella stragrande maggioranza dei casi le cause della morte fetale e neonatale;

   la letteratura internazionale consolidata ha messo in evidenza in queste morti inaspettate la presenza di alterazioni di sviluppo dei centri nervosi del tronco cerebrale e pertanto ha stabilito le seguenti modalità per giungere, nella stragrande maggioranza dei casi, alla diagnosi di morte inaspettata del feto e neonato: a) esame anatomopatologico del sistema nervoso e in particolare del tronco cerebrale, sede dei principali centri che controllano le attività vitali; b) esame di marcatori biologici che possono mettere in evidenza alterazioni funzionali dei centri vitali (quali recettori nicotinici, fattori di crescita, orexina, serotonina); c) esame tossicologico in campioni cerebrali per la ricerca di inquinanti ambientali –:

   quali iniziative e misure siano state adottate per assicurare l'attuazione dell'articolo 3, comma 1, della legge 2 febbraio 2006, n. 31;

   quali centri regionali siano stati identificati per garantire l'applicazione dei protocolli diagnostici del decreto 7 ottobre 2014;

   se abbia valutato o intenda valutare iniziative per la modifica dei protocolli di indagine e di riscontro diagnostico nella morte improvvisa infantile, ripristinando l'esame del sistema nervoso, come indicato nel protocollo originale, al fine di identificare il meccanismo che ha determinato queste morti.
(4-00153)