• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00165 (4-00165)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00165presentato daCROSETTO Guidotesto diLunedì 7 maggio 2018, seduta n. 8

   CROSETTO, RAMPELLI, CIABURRO, LUCA DE CARLO, FERRO, MOLLICONE e TRANCASSINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nella relazione sull'attività dei servizi di informazione per la sicurezza, contenente l'analisi della situazione e dei pericoli per la sicurezza, trasmessa al Parlamento il 19 febbraio 2018, si afferma che l'Italia è «un Paese in ripresa, ma ancora provato nel suo tessuto economico-produttivo e relativamente vulnerabile su diversi fronti»;

   tra i maggiori «Rischi Paese», la relazione evidenzia il fenomeno preoccupante di una certa «permeabilità di alcune aziende nazionali — di rilevanza strategica o ad alto contenuto tecnologico — rispetto a manovre esterne indirizzate ad acquisirne il controllo», evidenziando come acquirenti stranieri, per impadronirsi di un'azienda si avvalgono — talvolta — di «esautoramento o avvicendamento preordinato di manager e tecnici italiani», allo scopo di copiare tecnologie avanzate, obiettivo perseguito anche attraverso «ingerenze di carattere spionistico per l'acquisizione indebita di dati sensibili»;

   stando alla relazione, non sempre risultano chiari gli attori di riferimento di queste iniziative acquisitive straniere, «non essendo infrequenti iniziative di investimento rivolte a settori ed imprese nazionali riconducibili ad attori ostili o illegali (sovente “schermati” da complesse triangolazioni finanziarie), ovvero comunque ispirate da finalità predatorie»;

   inoltre, sono andate intensificandosi, in particolare, le manovre di attori esteri — sospettati di operare in raccordo con i rispettivi apparati di intelligence — attivi nel perseguimento di strategie finalizzate ad occupare spazi crescenti di mercato;

   il monitoraggio dell’intelligence ha indagato anche l'acquisizione di quote in piccole società (cosiddette startup), caratterizzate da elevato know-how, al fine di rilevare eventuali interessi da parte di attori esterni, anche statuali, ad investire in tali aziende per avere accesso alla tecnologia da queste sviluppata e poterla replicare nei rispettivi Paesi;

   dal rapporto Istat sulle «Struttura e competitività delle imprese multinazionali» in Italia risulta che le imprese italiane acquisite da capitali stranieri, nel primo anno, licenziano in media il 18 per cento dei dipendenti e che contribuiscono in modo negativo alla nostra bilancia commerciale, esportando solo il 26,1 per cento delle merci, a fronte del 45 per cento degli acquisti di merci dall'estero;

   le conseguenze sono, quindi, gravi non solo rispetto all'impatto occupazionale e sociale, ma anche rispetto alle conseguenze sull'indotto nei distretti e nelle filiere industriali, soprattutto costituito da piccole e medie imprese, perché le imprese acquisite da capitali stranieri tendono a rifornirsi di materie prime e semi componenti da aziende estere e non dai tradizionali fornitori italiani –:

   quali iniziative abbia assunto il Governo a tutela delle aziende italiane di rilevanza strategica o ad elevato contenuto tecnologico rispetto a iniziative straniere di acquisizione delle aziende stesse o dei dati e delle competenze in suo possesso;

   quali politiche il Governo abbia attuato ai fini della salvaguardia delle capacità produttive nazionali, del know how pregiato e dei livelli occupazionali;

   quali siano i settori maggiormente a rischio e quali indicazioni di politica industriale siano state fornite per fronteggiare la descritta minaccia alla stabilità economica e alla sicurezza nazionale;

   quali siano gli orientamenti del Governo circa la «strategia predatoria» di cui in premessa, che, per gli interroganti, potrebbe essere avvalorata da azioni di politica estera e militare volte a delegittimare l'Italia in ambito internazionale, e nello specifico nel teatro mediterraneo e del Medio Oriente, anche come conseguenza di azioni belliche non concordate che hanno colpito proprio alcuni tra i principali mercati delle imprese italiane;

   quali siano gli orientamenti del Governo circa alcune misure sanzionatorie adottate nei confronti di importanti partner economici dell'Italia che, secondo gli interroganti, potrebbero rientrare in questa strategia e comunque avallarla;

   quali Stati siano maggiormente impegnati nelle attività descritte nella citata relazione e in che modo il Governo abbia agito nei loro confronti sul piano delle relazioni politiche internazionali.
(4-00165)