• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00174 (4-00174)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00174presentato daVOLPI Raffaeletesto diLunedì 7 maggio 2018, seduta n. 8

   RAFFAELE VOLPI, EVA LORENZONI, DONINA, DARA, FORMENTINI e BORDONALI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si infittisce il mistero attorno alla tragica sorte di Sana Cheema, la venticinquenne pakistana residente a Brescia e morta nel suo Paese di origine il 18 aprile 2018, nel distretto di Gujrat, dopo esservisi recata per un breve periodo. Inizialmente, secondo quanto riportato dalla stampa, ha prevalso l'ipotesi che fosse stata uccisa dal padre e dal fratello, poiché voleva sottrarsi ad un matrimonio combinato e intendeva sposare un giovane italiano, anch'egli di origine pakistana e con cittadinanza italiana;

   nella storia di Sana, tuttavia, compaiono ancora diverse ombre e molte notizie non hanno ricevuto conferma. Secondo quanto riportato dalle principali testate giornalistiche nazionali, un amico di famiglia, residente a Brescia nello stesso quartiere della giovane, aveva riferito alla stampa che, in base a quanto appreso dal Pakistan, il padre e il fratello, inizialmente fermati per la morte di Sana, erano stati liberati e che avessero affermato che il decesso era dovuto ad un infarto. Gli amici della ragazza non sembrano affatto convinti di quanto stia trapelando, essendo a conoscenza dei contrasti fra la ragazza e la famiglia, fermamente contraria, in nome della cultura islamica più oltranzista ed oscurantista, alla conversione della figlia alla cultura occidentale e alla relazione con il giovane italiano, continuando a sospettare figlia la colpevolezza del genitore;

   dopo le più disparate versioni, confermate e successivamente smentite, la svolta nel caso della morte di Sana Cheema sembra arrivare dalla polizia di Kunjah, in Pakistan. Il padre, il fratello ed uno zio sono stati fermati e presi in custodia dalle autorità con l'accusa di omicidio e sepoltura senza autorizzazione. Oltre ai tre arrestati sarebbero coinvolti anche un cugino di Sana, che avrebbe trasportato il cadavere della ragazza fino al luogo di sepoltura, e il medico che ha firmato il certificato di morte;

   dopo aver messo sotto sequestro l'area dove è sepolta, la polizia ha anche disposto la riesumazione della salma per consentire l'autopsia, che permetterebbe di appurare, in modo inequivocabile, la causa del decesso di Sana. I tre familiari arrestati resteranno in stato di fermo fino alla comunicazione dei risultati dell'esame autoptico, che saranno disponibili nelle prossime settimane. Anche la procura di Brescia ha aperto un'inchiesta, al momento senza ipotesi di reato o indagati, nell'attesa di sapere se la vittima sia deceduta per cause naturali o se sia stata uccisa –:

   se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per far luce sulle reali cause della morte della giovane, impegnandosi, tramite l'ambasciata di Islamabad, ad acquisire informazioni dalle autorità locali per definire le circostanze del caso e prestare ogni assistenza che dovesse risultare necessaria;

   avendo appreso che il padre di Sana era anche un assiduo frequentatore di una moschea abusiva, se non ritenga di assumere ogni iniziativa di competenza per la chiusura immediata dei luoghi di culto irregolari, numerosi in Lombardia e nella provincia di Brescia, tenendo anche conto che con la nuova legge regionale sui luoghi di culto è ora possibile regolamentare la libertà di credo religioso, operando per il contrasto del dilagante fenomeno dei ritrovi non autorizzati e creando, in tal modo, una situazione di legalità, sicurezza e vivibilità delle città a vantaggio di tutti i cittadini.
(4-00174)