• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/07230 DE PETRIS Loredana - Al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che: negli ultimi mesi numerose sono state le segnalazioni circa una significativa iperattività di gran parte...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07230 presentata da LOREDANA DE PETRIS
martedì 5 luglio 2022, seduta n.448

DE PETRIS Loredana - Al Ministro della transizione ecologica. - Premesso che:

negli ultimi mesi numerose sono state le segnalazioni circa una significativa iperattività di gran parte delle associazioni venatorie e di esponenti delle giunte regionali nel richiedere una quantità notevole di pareri all'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) in relazione all'emanazione di pareri sui calendari venatori regionali. Il lavoro dell'ISPRA è stato estremamente importante nella revisione in sede europea dei key concepts legati alla direttiva "Uccelli", revisione "da poco conclusa", soprattutto in relazione alle date di inizio della migrazione prenuziale dell'avifauna. I dati scientifici testimoniano l'assoluta necessità della conclusione anticipata della stagione di caccia per diverse specie: al 31 dicembre per i turdidi (Cesena, Tordo sassello, Tordo Bottaccio), al 10 gennaio per gli anatidi. Tale lavoro, inconfutabile sotto il profilo scientifico, ha suscitato le forti critiche di gran parte del mondo venatorio e di amministratori regionali;

di recente, importanti associazioni ambientaliste e animaliste hanno inviato a tutte le Regioni delle lettere-diffida, affinché nell'emanazione dei calendari venatori relativi alla stagione 2022-2023 rispettino rigorosamente i divieti di caccia nel periodo della migrazione prenuziale degli uccelli, secondo le puntuali indicazioni dei key concepts, alla luce della loro revisione. Le associazioni si sono inoltre rivolte sia al Ministero della transizione ecologica, sia allo stesso ISPRA, affinché assolvano con rigore i compiti di istituto, nel pieno rispetto delle decisioni europee. È giusto attendersi che nell'espressione dei pareri per la definizione o la correzione dei calendari venatori, l'organismo scientifico nazionale si pronunci n modo coerente con i dati registrati. La pressione esercitata dal mondo venatorio e dalle Regioni rischia di compromettere la qualità del contributo dei tecnici dell'Istituto. La pressione interessa particolarmente specie in stato di conservazione sfavorevole come l'allodola e la tortora;

l'Unione europea richiede da tempo che si interrompa l'attività venatoria nei confronti delle specie in difficoltà, a meno che il prelievo venatorio non sia inquadrato in un piano di gestione specifico che preveda attività di miglioramento degli habitat in grado di bilanciare le perdite causate dalla caccia, dal cambiamento climatico, dall'agricoltura intensiva, con l'obiettivo, se praticabile, nel medio periodo di un recupero delle popolazioni naturali interessate;

le associazioni di tutela degli animali negli ultimi mesi si sono attivate per richiedere ad ISPRA dati provenienti dalle Regioni che consentano di valutare l'applicazione delle misure di compensazione dell'attività di caccia, in modo da verificare se i piani funzionino realmente. L'Istituto, tuttavia, sembra non avere precise informazioni in merito e questo dovrebbe precludere la possibilità dell'espressione di pareri positivi per la caccia su avifauna nei cui confronti l'attività venatoria andrebbe immediatamente fermata, nel rispetto della direttiva 2009/147/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici e del principio di precauzione;

nella critica condizione della fauna viene inoltre segnalata una notevole discrepanza tra le stime ufficiali sul numero di animali cacciati e il numero di cartucce vendute sul mercato italiano. I dati dell'Associazione nazionale produttori di armi e munizioni (ANPAM), che suddivide le munizioni per grandezza e dunque per specie target, stimano in 3 milioni le munizioni vendute annualmente per la caccia alle anatre, lasciando ipotizzare un numero di animali uccisi intorno al milione, considerando i colpi andati a vuoto. Lo stesso ISPRA ha comunicato che, nonostante una puntuale richiesta, l'ANPAM non ha mai reso noto il numero di cartucce vendute per la caccia alla piccola avifauna migratoria, la più praticata in Italia: ciò legittima la preoccupazione per un possibile tentativo di celare il numero reale di piccoli migratori, nell'ordine delle decine di milioni, abbattuti annualmente nel nostro Paese,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle forti pressioni esercitate sull'ISPRA dalle Regioni e dal mondo venatorio in relazione ai pareri sui calendari;

quali misure intenda adottare in proposito, nella consapevolezza che le reiterate illegalità dei provvedimenti regionali su specie e tempi di caccia possono causare l'apertura di procedure di infrazione, prospettiva estremamente verosimile se si tiene conto della nota criticità che l'Italia manifesta per la mancata tutela dell'avifauna, patrimonio comune d'Europa e patrimonio indisponibile dello Stato, come afferma l'articolo 1 della legge n. 157 del 1992;

se intenda avviare un'indagine sul numero degli animali uccisi nella stagione venatoria 2021-2022 sulla base dei dati relativi al numero di cartucce vendute dai produttori, con particolare riguardo alla piccola avifauna migratrice.

(4-07230)