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Atto a cui si riferisce:
S.1/00501 premesso che: è indiscutibile lo stato di profonda crisi in cui versano le sale cinematografiche italiane, aggravatasi con la pandemia da COVID-19, al punto che, nel computo d'un bilancio...



Atto Senato

Mozione 1-00501 presentata da DANILA DE LUCIA
martedì 5 luglio 2022, seduta n.448

DE LUCIA Danila, MONTEVECCHI Michela, AIROLA, VANIN Orietta, CATALFO Nunzia, GAUDIANO Felicia, LOREFICE, MANTOVANI Maria Laura - Il Senato,

premesso che:

è indiscutibile lo stato di profonda crisi in cui versano le sale cinematografiche italiane, aggravatasi con la pandemia da COVID-19, al punto che, nel computo d'un bilancio generale, la differenza in negativo rispetto al 2019, quindi antecedente alla pandemia, ammonta a oltre il 70 per cento, sia per i ricavi sia per le presenze;

è innegabile che tale crisi abbia avuto inizio ben prima della pandemia per diverse ragioni, fra cui vanno annoverati, in particolare, l'incremento dell'utilizzo di internet per guardare film (più 21,9 per cento nel periodo 2015-2021, di cui il 2,8 per cento nel biennio pandemico), insieme con la crescente predisposizione da parte degli under 40 a guardare film su dispositivi (tablet, smartphone);

in incontri pubblici, svoltisi di recente, prestigiosi esponenti del settore hanno ampiamente illustrato la gravità della situazione che attraversa un ambito di grande rilevanza economica oltre che culturale del Paese, tale da vantare una tradizione di qualità riconosciuta in tutto il mondo;

i numeri sugli incassi degli ultimi anni, raccolti e certificati da società specializzate, appaiono sconfortanti anche se rapportati al resto d'Europa: l'Italia è l'unico dei grandi Paesi europei a evidenziare un bilancio negativo negli incassi 2021 rispetto al 2020 con un meno 7 per cento, con un calo del 50-60 per cento degli incassi nel periodo di piena apertura, rispetto al triennio 2017-2019, che ha generato una perdita del fatturato complessivo di circa 700 milioni di euro e con una previsione per il 2022 di un calo del 60 per cento, pari a 600 milioni;

si registra la chiusura di circa 500 schermi su circa 3.600, riferiti a 1.300 strutture su tutto il territorio nazionale, pari al 5 per cento degli attivi negli ultimi anni;

va peraltro riconosciuto come, in questi anni di pandemia, il Governo e il Ministero della cultura abbiano adottato numerosi provvedimenti per sostenere il settore, sia nella fase di chiusura, sia per il rilancio in fase di riapertura;

appare, quindi, indispensabile un'analisi attenta della situazione, sia per il ruolo culturale che riveste il cinema italiano, sia per la sua importanza come settore del comparto delle industrie culturali e creative, con una filiera che occupa oltre 60.000 lavoratori, se si considerano solo le professioni cosiddette dirette, vieppiù alla luce delle parole pronunciate dal Presidente della Repubblica nell'intervento tenuto al Quirinale il 2 maggio 2022 per la presentazione dei candidati ai premi «David di Donatello» 2022: «Le sale del cinema richiedono attenzione e non possono essere trascurate. Il loro ruolo sociale è importante, nelle città più popolate come anche nei centri minori. Le sale sono centri di aggregazione. La crisi delle sale cinematografiche da noi si presenta superiore a quella di altri Paesi europei. Questo spinge a interventi e ad aver cura di questo patrimonio civile. Risorse destinate a cinema e teatri per migliorare l'efficienza degli ambienti e consentire di abbellirli, di renderli più funzionali e sicuri riguardano una questione di grande rilievo»,

impegna il Governo:

1) a utilizzare tutte le risorse a disposizione per attività di promozione volte a promuovere e a sostenere il ritorno del pubblico in sala, nonché a incentivare la riapertura delle piccole sale esistenti nei centri storici, riconoscendone l'importanza come luoghi di aggregazione e presidi culturali;

2) a prevedere, nell'ambito delle attività di educazione all'immagine previste per le scuole, di cui all'articolo 10, comma 1, lettera h) della legge 14 novembre 2016, n. 220, di svolgere tali attività d'intesa e in stretto raccordo con le sale cinematografiche del territorio, al fine di valorizzarne presenza e funzioni;

3) a valorizzare festival e rassegne che svolgono la maggior parte delle attività nelle sale cinematografiche del territorio, valutando l'opportunità di prevedere una premialità ai fini dell'ottenimento di finanziamenti pubblici;

4) a incentivare l'acquisto di abbonamenti o biglietti per il cinema anche con l'"App18", o con il bonus insegnanti, sia per le proiezioni mattutine dedicate agli studenti, sia per la programmazione ordinaria nelle sale;

5) ad attivare percorsi di formazione dedicati a tutta la filiera del cinema e dell'audiovisivo che coinvolgano anche imprenditori e personale dipendente delle sale cinematografiche, anche al fine di intercettare i «nuovi mestieri» e le possibilità che derivano dalla transizione digitale ed ecologica;

6) a prevedere una "finestra" di 105 giorni per tutti i film, italiani e stranieri, a protezione dell'uscita in sala per i prossimi tre anni, prevedendo la rimodulazione a 90 giorni al termine dei 3 anni, fatta salva una diversa rimodulazione frutto di accordo tra Governo e associazioni degli esercenti cinema;

7) a rimodulare il "tax credit" alla produzione al 40 per cento per opere con prioritario sfruttamento cinematografico, al 30 per cento per quelle destinate ad altri circuiti e modalità di fruizione;

8) a regolamentare la durata delle "uscite evento", solitamente di tre giorni, che, in mancanza di regole certe, potrebbero essere utilizzate per "aggirare" il periodo di tempo fissato dalle «finestre» ed essere disponibili in tempi brevi sulle altre forme di distribuzione;

9) a incentivare e a promuovere progetti in materia di adeguamento tecnologico, a tutela e sostegno del «Piano straordinario per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali» e del «Piano straordinario per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo», di cui, rispettivamente, agli articoli 28 e 29 della citata legge 14 novembre 2016, n. 220.

(1-00501)