Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/07213 NASTRI, IANNONE - Ai Ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che:
il comparto edile e artigiano del nostro Paese...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-07213 presentata da GAETANO NASTRI
mercoledì 29 giugno 2022, seduta n.446
NASTRI, IANNONE - Ai Ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. - Premesso che:
il comparto edile e artigiano del nostro Paese versa in condizioni di forte criticità, non più sostenibili nemmeno nel brevissimo periodo. La cifra dei crediti edilizi non accettati dalle banche, secondo le stime del Governo, ammonterebbe a 5 miliardi di euro, mentre secondo la Confederazione nazionale artigianato (CNA), sarebbero pari a 2,6 miliardi di euro i crediti fiscali relativi al "superbonus 110 per cento" anticipati, attraverso lo sconto in fattura, che le aziende non riuscirebbero più a incassare;
a fronte di queste cifre, sempre la CNA parla di 33.000 imprese artigiane a rischio di fallimento, con una potenziale perdita di 150.000 posti di lavoro, di oltre 60.000 aziende che, pur avendo un cassetto fiscale pieno di crediti, si trovano oggi senza liquidità. Quasi un'impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori; il 30 per cento rinvia tasse e imposte; una su cinque non riesce a erogare gli stipendi;
fino a novembre 2021, quando il meccanismo della cessione del credito funzionava, si contrattualizzava il lavoro, poi si caricava il credito nelle piattaforme e si vendeva. Da un momento all'altro il meccanismo si è fermato. Si tratta, in altri termini, di un patrimonio di crediti bloccati, che sta mettendo in crisi di liquidità migliaia di imprese, con una crescente tensione nei rapporti tra banche e mondo delle imprese, che si vedono ormai costantemente negata la disponibilità all'acquisto dei crediti da parte di pressoché tutti gli istituti: una situazione che ha bloccato il settore e centinaia e centinaia di milioni di euro già preventivati per ristrutturare il patrimonio immobiliare;
tale scenario è il risultato, tra l'altro, delle continue restrizioni applicate al superbonus in numerosi e successivi interventi di modifica da parte del Governo e della maggioranza;
dal mese di maggio 2020 ad oggi, sono infatti intervenute oltre 13 modifiche normative della misura, che hanno portato a un mutamento, a parere degli interroganti incomprensibile e contraddittorio, delle regole dell'incentivo, creando forti disagi per cittadini ed imprese;
le recenti modifiche normative, a ben vedere, hanno portato a un contenimento del meccanismo di cessione del credito, dando luogo a una situazione di incertezza che ha portato gli stessi istituti di credito a interrompere la gestione dei crediti accumulati; il blocco ha riguardato non solo le agevolazioni del superbonus, ma anche il "bonus facciate" e l'ecobonus al 65 per cento;
molti privati si ritrovano in uno stato di incertezza, in quanto non possono più cedere il credito al raggiungimento degli stati di avanzamento dei lavori successivi alle modifiche normative che hanno bloccato il meccanismo; questo ha comportato, al contempo, che molti condomini hanno dovuto sospendere i lavori iniziati da molto tempo, senza avere alcuna certezza sul prosieguo dei lavori, e con il rischio di superare i termini previsti a livello legislativo per fruire delle agevolazioni;
stante l'attuale scenario e il continuo mutamento della normativa in materia, gli istituti di credito sono restii allo sbloccare l'assorbimento e gestione dei crediti, almeno sino alla completa conversione in legge della decretazione di urgenza, che richiede oltre un mese di iter per un'effettiva attuazione;
per riparare alla gravissima situazione servirebbe, come già avvenuto in passato, un rifinanziamento dell'incentivo e una proroga di tempo per effettuare le cessioni del credito maturato agli istituiti bancari,
si chiede di sapere se si sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative si intenda intraprendere per garantire la tenuta delle attività afferenti al settore dell'edilizia, al fine di sbloccare il meccanismo di cessione dei crediti dei bonus edilizi, a garanzia dell'indotto economico derivante dall'edilizia e per evitare quindi che la crisi di liquidità delle imprese artigiane ed edili si traduca nel fallimento per centinaia di aziende, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro.
(4-07213)