• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
S.6/00227 Il Senato, esaminate la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2021 (Doc. LXXXVII n. 5) e la Relazione programmatica sulla...



Atto Senato

Risoluzione in Assemblea 6-00227 presentata da GIOVANBATTISTA FAZZOLARI
giovedì 30 giugno 2022, seduta n.447


Il Senato,

esaminate la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2021 (Doc. LXXXVII n. 5) e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2022 (Doc. LXXXVI n. 5),

premesso che:

la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, giusto quanto previsto dall'articolo 13 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, fornisce alle Camere gli elementi conoscitivi necessari a valutare la partecipazione dell'Italia alla formazione ed attuazione delle politiche dell'Unione europea;

detta Relazione illustra le linee politiche di azione seguite dal Governo sulle principali aree di intervento esaminate nelle sedi decisionali comunitarie, evocando inoltre gli specifici atti di indirizzo adottati dalla Camera e dal Senato, tra i quali meritano particolare attenzione proprio le risoluzioni adottate dal Parlamento in occasione della presentazione della Relazione programmatica per l'anno a venire;

la precedente relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2021, che avrebbe dovuto informare il Parlamento e dallo stesso ricevere mandato in merito alle azioni che il Governo avrebbe dovuto intraprendere lo scorso anno per implementare e indirizzare il processo di integrazione europea, da cui avrebbe poi dovuto scaturire anche la presente Relazione consuntiva, è stata proposta al parlamento a soli due mesi dalla fine del 2021;

ne consegue che la presente Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Doc. LXXXVII n. 5) non può, per evidenti motivi, riflettere le indicazioni del Parlamento, ancora una volta esautorato dei suoi compiti e dei suoi poteri;

premesso che:

la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2022 (Doc. LXXXVI n. 5) illustra lo sviluppo del processo di integrazione europea e le questioni istituzionali, riportando l'azione che il Governo intende assumere per un rilancio dell'integrazione politica europea e un rilancio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea e consta di quattro parti;

al pari degli scorsi anni, la Relazione programmatica è stata trasmessa al Parlamento in ritardo, questa volta quantificabile in cinque mesi, come peraltro evidenziato anche dal dossier del Servizio studi di Camera e Senato, in spregio alla legge n. 234 del 2012 e soprattutto in spregio alle prerogative del Parlamento e agli interessi del popolo italiano, confermando come le relazioni in questione siano viste solo ed esclusivamente come un semplice adempimento formale e non come atti di indirizzo con cui le Camere esercitano le proprie funzioni;

considerato che:

la prima parte della Relazione programmatica riguarda lo sviluppo del processo di integrazione europea, avendo come obiettivo prioritario la partecipazione con funzione trainante a un processo di approfondimento dell'integrazione europea coerente con le posizioni e gli interessi nazionali, anche mediante l'elaborazione di proposte concrete per rendere l'Unione più efficace e funzionale;

nell'orientare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea si ritiene fondamentale partire dai seguenti punti sanciti nei Trattati: 1. L'Unione persegue i suoi obiettivi con i mezzi appropriati, in ragione delle competenze che le sono attribuite nei trattati; 2. Qualsiasi competenza non attribuita all'Unione nei trattati appartiene agli Stati membri; 3. L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali; rispetta le funzioni essenziali dello Stato, in particolare le funzioni di salvaguardia dell'integrità territoriale, di mantenimento dell'ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale; in particolare, la sicurezza nazionale resta di esclusiva competenza di ciascuno Stato membro; 4. Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo;

la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina, pur dipanando effetti a prima vista opposti tra gli Stati membri, stanno contribuendo a individuare un nuovo modello di architettura istituzionale europea più funzionale dell'attuale, anche alla luce del nuovo assetto geopolitico mondiale che si sta delineando e del ruolo che l'Europa dovrà avere nello stesso;

dall'inizio della pandemia, infatti, per fronteggiare la crisi sanitaria e l'inevitabile e conseguente crisi economica, l'Unione europea ha spesso "rinnegato" alcuni suoi capisaldi: sospensione dei vincoli di bilancio imposti dai trattati, sospensione del divieto degli aiuti di Stato, addirittura sospensione del Trattato di Schengen e ridefinizione dei criteri sulla circolazione delle persone;

la pandemia ha, quindi, portato alla luce i limiti e le criticità dell'attuale modello di integrazione europea, con i singoli Stati che, per l'incapacità delle istituzioni comunitarie di dare una risposta comune di fronte all'emergenza, si sono in parte riappropriati di poteri e competenze che troppo sbrigativamente erano stati oggetto di cessione di sovranità;

l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, pur generando una risposta pressoché unitaria degli Stati membri, ha comunque evidenziato la mancanza di una visione strategica e geopolitica dell'Unione europea, incapace di interpretare persino segnali di guerra alle sue porte; cartina di tornasole di ciò sono le iniziative diplomatiche portate avanti dai singoli Stati membri, tutte senza alcun risultato;

ancora una volta, di fronte a sfide epocali, i fatti hanno confermato l'inadeguatezza dell'architettura costituzionale europea così come congegnata: un modello invasivo sulle questioni di dettaglio e prevaricatore su aspetti che i singoli Stati dovrebbero invece avere la libertà di normare, in evidente contraddizione con i principi di proporzionalità e sussidiarietà che ne dovrebbero ispirare l'azione, ma tuttavia incapace di affrontare le grandi sfide della nostra epoca, quali immigrazione, difesa comune, pandemie, dinamiche geopolitiche;

in un consesso comune, come ad esempio quello europeo, devono valere regole comuni e comuni limiti alle stesse, limiti che vanno in questo caso rintracciati nelle Costituzioni nazionali, essendo essenziale poter partecipare al processo di integrazione europea dotandosi delle stesse regole e degli stessi poteri degli altri partecipanti, anche per definire un nuovo paradigma istituzionale basato sulla supremazia e sull'intangibilità del diritto interno e sulla sovranità dei singoli Stati;

a tal fine è utile ricordare l'obiettivo dei padri fondatori dell'Unione europea, che avevano immaginato di "unire nella diversità" i popoli europei, promuovendo un modello di integrazione che fosse rispettoso delle reciproche specificità, che facesse dell'Europa non una semplice espressione geografica né tantomeno un grande mercato comune, un modello che fosse portatore di libertà, sicurezza e prosperità; il tutto in evidente contrapposizione con il contesto attuale, in cui le istituzioni comunitarie soffocano le legittime istanze degli Stati membri e, per di più, non riescono a dare risposte di fronte alle emergenze e alle sfide epocali che sono chiamate ad affrontare: dalla crisi sanitaria alla crisi economica e sociale, dalla crisi energetica agli strumenti della difesa comune, fino alla richiesta di maggior sicurezza derivante da un'immigrazione incontrollata e da una recrudescenza del fondamentalismo islamista;

i prossimi anni saranno determinanti per il futuro dell'Unione europea e dei singoli Stati membri, a fronte delle nuove sfide e dei nuovi scenari internazionali che si stanno delineando; per rilanciare e rendere più solido il processo di integrazione europea, sarà necessario dotarsi di una nuova architettura istituzionale comunitaria, in grado di affrontare le sfide future con maggior forza e autorevolezza, e con la capacità di parlare con un'unica voce nell'interesse comune e anche dei singoli Stati, al contempo senza prevaricarli nelle proprie prerogative;

per superare i limiti emersi e per garantire all'Europa istituzioni più solide e confacenti, è necessario che si affermino una nuova visione, una nuova forma di organizzazione e cooperazione, una nuova architettura istituzionale quale quella della Confederazione, una unione politica e istituzionale tra Stati indipendenti e sovrani, con l'obiettivo di rafforzare e coordinare l'azione solo in alcuni ambiti strategici;

la seconda parte della Relazione programmatica ha per oggetto le priorità italiane nel quadro delle politiche strategiche: sostenibilità ambientale e crescita economica; innovazione e digitalizzazione; coesione sociale, con riferimento alle politiche attive del lavoro e alle politiche educative per la transizione, nonché alla promozione dello stile di vita europeo;

a causa dell'invasione russa dell'Ucraina, l'Unione europea si è trovata a dover affrontare ulteriori sfide, in particolare relative all'aumento dei prezzi delle materie prime, energetiche ed alimentari. A tal proposito si fa notare come la dipendenza energetica da Paesi terzi, cosi come la carenza di materie prime ed in particolare delle "terre rare", quella di microprocessori e di altri prodotti necessari per il raggiungimento degli obiettivi legati alla transizione ambientale e digitale, fossero problemi già noti da tempo, sicuramente da ben prima dello scoppio della guerra in Ucraina;

la guerra in Ucraina ha acuito le difficoltà a raggiungere gli obiettivi del green deal, non solo in Italia ma nel resto degli Stati membri e, a tal proposito, è sintomatica la recente riapertura delle centrali a carbone in Germania; inoltre, il raggiungimento degli obiettivi previsti nel pacchetto "Fit for 55" avrà pesanti ripercussioni negative sulla filiera industriale e sul mercato del lavoro, che si andranno a sommare ad un contesto internazionale determinato dalle problematiche sopracitate;

la terza parte della Relazione programmatica riguarda la dimensione esterna dell'Unione europea, con l'illustrazione degli orientamenti del Governo in materia di politica estera e di sicurezza comune, politica di allargamento, vicinato e di collaborazione con Paesi terzi;

in un quadro geopolitico incerto a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'obiettivo è quello di costruire un'autonomia strategica europea coerente con gli interessi italiani, anche alla luce del fatto che l'Unione europea ha scoperto, in maniera improvvisa e violenta, di non avere una visione geopolitica di fondo;

l'attuale conflitto in Ucraina ha ridefinito in buona parte le priorità delle istituzioni europee e dei singoli Stati membri, per diversi fattori economici e geopolitici che non possono non partire dal presupposto che l'invasione russa minacci tutto il contesto occidentale e quello europeo in particolare, con ulteriore e specifico riguardo agli Stati orientali, come testimoniato dalle richieste di adesione alla UE di Ucraina, Georgia e Moldavia, formulate dopo l'invasione russa per timore dell'espansionismo neo sovietico di Putin;

tra le maggiori evidenze emerse, quella di implementare iniziative tese al rafforzamento della capacità di difesa dell'Unione europea risulta essere ampiamente condivisa, ma gli orizzonti temporali del 2028 (per la creazione di un Comando strategico della UE e l'ottimizzazione dei Comandi operativi) e del 2030 (per instaurare una partnership strategica, strutturata e inclusiva), così come enunciati nella scheda dedicata alla Bussola strategica, sembrano troppo ampi e non sembrano tenere conto delle attuali emergenze e degli attuali domini di conflitto;

la guerra in Ucraina, ma anche i sempre più frequenti cyberattacchi, il pericolo sempre alle porte del terrorismo islamista, l'espansionismo sia militare che economico di soggetti come la Russia o la Cina, dimostrano come sia improcrastinabile che l'Italia e l'Europa si dotino di un adeguato sistema di difesa, che non può prescindere dall'adeguamento tecnologico dei mezzi a disposizione;

l'allargamento dei domini di conflitto, dai tre tradizionali a quelli più recenti dello spazio e della cybersicurezza, e a quello ancor più recente del cosiddetto "dominio cognitivo", anche alla luce dei teatri di guerra che coinvolgono in maniera sempre maggiore le economie interconnesse dei vari Stati, avrebbe dovuto prefigurare un impegno verso maggiori investimenti nel comparto difesa, investimenti che avrebbero ricadute positive sia sul versante della prevenzione che su quello macroeconomico;

in una situazione in profonda evoluzione come l'attuale è quanto mai importante che l'Italia reciti un ruolo da protagonista, affinché i nostri interessi strategici siano tutelati dalle nostre istituzioni e non sia demandata la cura degli stessi a consessi da cui l'Italia risulti esclusa;

è fondamentale, quindi, che il Governo rivendichi con forza l'impegno e la partecipazione dell'Italia al piano europeo di difesa comune, nel rispetto delle storiche alleanze militari dell'area nordatlantica di cui la difesa europea deve diventare pilastro essenziale, anche ai fini del rafforzamento dell'alleanza;

la complementarietà tra la difesa europea e la NATO non può continuare ad essere solamente una mera enunciazione di principio ma una necessità, evidenziata prepotentemente dai recenti accadimenti bellici proprio in Europa; è impensabile che l'Europa continui a rinunciare ad assumersi la responsabilità della propria difesa, delegandola ad altri per poi pagarne le inevitabili conseguenze in termini di sovranità politica, con le successive ricadute sul piano economico e commerciale;

il conteso di cui l'Italia da sempre fa parte è indiscutibilmente quello occidentale, al quale siamo avvinti da legami storici e identitari e da interessi economici, commerciali, militari, non ultimi dei quali quelli strettamente legati alla nostra difesa; in questo contesto è quindi indispensabile agire compattamente sul versante delle sanzioni verso la Russia, a tutela degli interessi europei e ancor di più dell'unità del fronte occidentale; ciò non toglie che le ricadute economiche di tali sanzioni non saranno le stesse nei diversi Stati membri, e l'Italia pagherà uno dei prezzi più salati dell'intera UE;

nel quadro delle relazioni tra UE e Africa, l'UE deve indirizzare i suoi sforzi al fine di creare le condizioni socio-economiche affinché i cittadini africani possano avere un futuro dignitoso nel proprio continente e non essere costretti a emigrare; il contrasto alle cause profonde dell'emigrazione dipende strettamente e direttamente dalla stabilità e dallo sviluppo economico del continente africano; i nuovi accordi di partenariato economico con i Paesi africani non possono prescindere dalla presenza di clausole relative alla effettiva cooperazione delle autorità africane nella gestione e nel controllo dei flussi migratori, al fine di evitare il continuo arrivo in Europa di migranti di natura economica; in particolare nell'ambito della riforma del GSP si dovrebbe prevedere la sospensione temporanea di tale meccanismo qualora non ci sia una effettiva collaborazione da parte dei Paesi terzi nell'applicazione dei rimpatri;

la quarta parte della Relazione programmatica è dedicata al coordinamento nazionale delle politiche europee;

tra le azioni previste merita particolare attenzione la scheda relativa alle politiche in tema di droga, in particolare in quanto si evidenzia la possibilità di valutare alcuni cambiamenti nella vigente legislazione antidroga,

impegna il Governo:

con riferimento alle questioni istituzionali,

a dare seguito a quanto deliberato dall'Aula del Senato, il 5 dicembre 2018, riportando "sul giusto piano il rapporto tra le fonti comunitarie e quelle nazionali, restituendo al Parlamento, che rappresenta il popolo sovrano, la titolarità del pieno potere legislativo, oggi sottomesso ai vincoli dell'ordinamento europeo, impropriamente ritenuto superiore e preminente all'interesse nazionale" e a "sottoporre l'introduzione delle norme europee ad un vaglio di compatibilità con la tutela dell'interesse nazionale, subordinandone il recepimento e l'adozione ad una preventiva valutazione di impatto sulla sovranità dell'ordinamento interno e ad una analisi costi - benefici";

a ridiscutere l'attuale modello di architettura costituzionale europea, che ha palesato evidenti limiti negli anni, risultando necessario un nuovo paradigma che rilanci e completi il processo di integrazione europea così come immaginato dai padri fondatori, che avevano immaginato di "unire nella diversità" i popoli europei;

a sostenere un nuovo sistema basato su un modello confederale, con Stati sovrani che, sulla base di un trattato di diritto internazionale, si uniscano dando vita a un soggetto di diritto internazionale fondato sull'accordo dei partecipanti: all'interno della Confederazione restano intatte la sovranità e l'indipendenza dei singoli Stati, i cui rapporti reciproci sono regolati sia dal diritto internazionale che dal diritto derivato emanato dagli organi comuni;

a individuare gli ambiti di intervento che siano riservati alle istituzioni sovranazionali quali sicurezza, difesa, politica estera e geopolitica, politica commerciale, politica migratoria e demografica, crisi pandemiche e calamità naturali;

a inserire, nel nuovo patto confederale, chiari riferimenti al processo di edificazione della civiltà europea, alle radici culturali classiche e giudaico cristiane, al diritto romano, alla filosofia greca;

in merito alla Conferenza sul futuro dell'Europa, ad attenersi alle recenti conclusioni del Consiglio del 23 e 24 giugno ultimo scorso, nelle quali si invitano le istituzioni "a garantire un seguito efficace alla Relazione sui risultati della CoFoE, ciascuna nell'ambito delle rispettive competenze e conformemente ai trattati";

in merito allo Stato di diritto, a non sostenere ulteriori interpretazioni forzate dei Trattati adottate al solo scopo di colpire politicamente Governi nazionali legittimi e sovrani in dissenso con le posizioni politiche della maggioranza dei Governi;

con riferimento alle politiche macroeconomiche,

a profondere il massimo impegno per una riforma del Patto di stabilità e crescita, nella logica del superamento delle politiche di austerità che hanno caratterizzato le politiche macroeconomiche almeno fino all'insorgere della pandemia da Covid 19;

a promuovere iniziative presso le istituzioni europee affinché si invitino i vertici della Banca centrale europea, pur nel rispetto della sua autonomia, a una maggiore cautela nelle dichiarazioni pubbliche in merito agli intendimenti della stessa, per non recare incertezza sui mercati finanziari a danno dei risparmiatori europei; contestualmente, ad avviare proposte che sollecitino la BCE a definire quanto prima entità e funzionamento del cosiddetto "scudo anti-spread" che dovrebbe andare a sostituire i programmi di acquisto dei titoli di stato nella logica di mantenere politiche monetarie espansive e frenare manovre speculative sui debiti sovrani;

con riferimento alle politiche strategiche,

a sollecitare le istituzioni comunitarie a fissare un tetto al prezzo dei prodotti energetici nell'ambito dell'Unione e, al contempo, a prevedere iniziative al fine di creare una centrale unica europea per l'acquisto del gas;

a promuovere un piano straordinario dell'Unione europea per l'autosufficienza alimentare del continente e per il sostegno alimentare alle popolazioni del Nord Africa, anche al fine di prevenire imponenti flussi migratori che la crisi alimentare accrescerà;

con riferimento al green deal europeo,

a farsi promotore di un nuovo approccio fondato sulla individuazione di target di riduzione delle emissioni realisticamente raggiungibili, da realizzarsi in un contesto di impegno congiunto degli attori nazionali e continentali maggiormente inquinanti in modo da non gravare le sole nazioni UE dell'onere della transizione ecologica; in questo nuovo quadro, una volta stabiliti i suddetti target, a rispettare scrupolosamente il principio della neutralità tecnologica e della valutazione degli impatti inquinanti sulla base dell'intero ciclo di vita (life cycle assessment), al fine di non condannare intere filiere produttive di importanza strategica per l'Italia;

a farsi promotore, in ogni caso, delle seguenti iniziative:

a) relativamente al pacchetto "Fit for 55", a richiederne un'immediata sospensione, una valutazione di impatto volta a valutarne le conseguenze economiche e sociali nonché le ricadute in termini di dipendenza energetica nei confronti di nazioni che detengono posizioni di mercato dominanti nell'ambito delle materie prime e delle tecnologie necessarie a realizzare la transizione ecologica, così come prevista dal pacchetto;

b) con riferimento alla strategia "REpower EU", a garantire la sicurezza energetica nazionale attraverso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e dei fornitori, lo sblocco delle perforazioni nazionali di gas naturale e la riattivazione degli impianti già realizzati, il sostegno alle energie rinnovabili (biogas, idrogeno verde, eolico e fotovoltaico), lo sviluppo delle fonti geotermiche, il sostegno agli investimenti nel campo del nucleare di ultima generazione;

c) con riferimento alla strategia "Farm to fork", a sostenere politiche di riduzione dell'impatto ambientale non lesive della competitività e della produttività delle imprese agricole e agroalimentari, delle imprese della pesca e dell'acquacoltura nonché delle attività tradizionali come la caccia; nel contempo, a mettere in campo il massimo sforzo affinché venga definitivamente scongiurata l'adozione obbligatoria di etichette nutrizionali fronte-pacco sul modello Nutriscore, fortemente lesive delle produzioni alimentari di qualità tipiche del made in Italy, preferendo in tal senso il modello cosiddetto NutrInform battery;

d) con riferimento alla revisione della direttiva in materia di emissioni industriali (IED), a profondere il massimo impegno per evitare che gli allevamenti zootecnici di piccole dimensioni ricadano nell'ambito di applicazione della direttiva;

a richiedere con forza l'istituzione di un fondo UE per gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico, del rischio sismico e dell'erosione costiera;

con riferimento alle misure per le filiere agroalimentari legate alla guerra in Ucraina, a richiedere che venga confermata e resa permanente la decisione della Commissione UE di consentire la coltivazione dei terreni lasciati incolti in attuazione delle misure di greening previste dalla PAC;

con riferimento al tema del digitale,

a dare seguito all'approvazione del Digital market act al fine di realizzare un mercato digitale più equo a livello nazionale, consentendo un'equa tassazione dei profitti generati alle piattaforme commerciali da clienti italiani e realizzando un mercato integrato in cui le piccole e medie imprese possano avere il loro giusto spazio;

a vigilare affinché nella realizzazione di un mercato integrato della banda larga, i progetti industriali attualmente in corso da parte di soggetti a parziale controllo pubblico avvengano nel rispetto delle normative UE sulla concorrenza e dell'articolo 101 TFUE;

a fornire il proprio contributo all'implementazione del Chips act dell'UE al fine di ridurre la dipendenza italiana ed europea sul mercato dei semiconduttori;

con riferimento all'economia al servizio delle persone,

relativamente al mercato interno, ad aprire una vertenza politica con la Commissione volta ad escludere le concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo dall'ambito di applicazione della direttiva servizi (cosiddetta direttiva Bolkestein), poiché non sussiste il requisito della scarsità della risorsa naturale previsto dall'articolo 12 della suddetta direttiva e poiché non risulta impedita la libertà di stabilimento nell'ampia porzione di coste nazionali non ancora oggetto di concessione;

con riferimento allo Sportello unico doganale, a contribuire fattivamente all'implementazione del quadro giuridico unionale e delle procedure di controllo, al fine di evitare disparità nelle procedure doganali che possano continuare a recare vantaggi competitivi ad alcuni Stati membri a scapito di altri;

ad utilizzare pienamente l'approccio "one in, one out" in base al quale gli eventuali nuovi oneri introdotti debbano essere bilanciati dalla riduzione di oneri precedenti nello stesso settore di attività e valutare l'introduzione di nuove norme europee alla luce delle esigenze delle PMI;

ad invitare la Commissione europea a promuovere una strategia per sostenere le politiche familiari e incentivare la natalità negli Stati membri, inserendole tra le principali voci di spesa del bilancio europeo, adottando al contempo iniziative a sostegno delle famiglie, in particolare quelle più vulnerabili, attraverso il sostegno alla genitorialità, nonché iniziative volte a sostenere ogni proposta atta a garantire per le donne un migliore accesso al mercato del lavoro, la parità retributiva e la conciliazione dell'attività lavorativa con la vita privata;

con riferimento alla promozione del nostro stile di vita europeo,

relativamente al negoziato sul Patto europeo migrazione e asilo, a non accettare soluzioni capestro improntate al principio di responsabilità (Eurodac e registrazione) senza adeguata garanzia di un impegno concreto in tema di solidarietà tra Stati membri, da attuarsi precipuamente nella protezione delle frontiere esterne e nella redistribuzione degli aventi diritto all'asilo;

nell'ottica della protezione delle frontiere, a farsi promotore di una missione navale a livello UE volta a contrastare la tratta di esseri umani e a interdire l'accesso nelle acque territoriali di natanti con a bordo migranti irregolari, promuovendo nel contempo accordi bilaterali per la registrazione dei suddetti nei Paesi di partenza o transito al fine di verificare in loco se abbiano diritto all'asilo;

a ripristinare il corretto funzionamento dell'agenzia Frontex, garantendone la finalità di supporto agli Stati membri nella protezione delle frontiere esterne dell'UE dall'immigrazione illegale nonché adeguati stanziamenti di risorse, uomini e mezzi;

a richiedere con forza che l'UE promuova accordi efficaci con i Paesi di origine e di transito dei migranti illegali, anche condizionando l'erogazione di risorse collegate a progetti di cooperazione e partenariato all'effettivo impegno dei Paesi terzi a contrastare la tratta di esseri umani e ad accogliere i migranti irregolari destinatari di ordine di rimpatrio dalle autorità degli Stati membri UE;

in merito alla specifica questione dei profughi ucraini, a sostenere la necessità di prevedere forme di sostegno finanziario immediato nei confronti della Polonia e degli altri Stati membri maggiormente esposti ai flussi di profughi;

con riferimento alla parte terza "un'Europa più forte nel mondo",

a mantenere unito il fronte europeo e occidentale, restituendo dignità alla presenza dell'Italia in Europa e in contesti internazionali, ribadendo con fermezza e senza ambiguità la nostra appartenenza al contesto occidentale;

a promuovere, nelle opportune sedi comunitarie, l'istituzione di un fondo di compensazione, alimentato con risorse europee, che possa sostenere le economie di quegli Stati membri che, più di altri, sopporteranno le conseguenze economiche e commerciali delle sanzioni imposte alla Federazione Russa;

a sostenere convintamente i progetti relativi all'Unione europea della difesa e alla Bussola strategica, modellando gli stessi in funzione della realizzazione, ormai non più procrastinabile, di una colonna europea della NATO, sia per dare dignità al progetto della difesa europea, sia per riequilibrare i rapporti interni all'Alleanza atlantica, con il raggiungimento di una effettiva parità di oneri e di prerogative;

a sostenere l'ingresso nell'Unione europea di Ucraina, Moldavia e Georgia; contestualmente, ad evitare che tale accelerazione generi un senso di frustrazione nelle istituzioni e nelle opinioni pubbliche degli Stati dei Balcani occidentali che da maggior tempo sono impegnati ad ottemperare all'acquis comunitario;

relativamente alle relazioni con i partner internazionali, a promuovere in sede UE una strategia dedicata al rafforzamento delle relazioni con l'America latina che faccia perno sulla comune identità culturale linguistica e religiosa e la valorizzazione della presenza di milioni di oriundi italiani;

con riferimento alla parte quarta relativa al coordinamento nazionale delle politiche europee,

a chiedere una maggiore azione di contrasto a livello europeo della diffusione di tutte le tipologie di sostanze stupefacenti ed in particolare di sostenere azioni di contrasto a livello giudiziario e di forze dell'ordine;

con riferimento alla politica di coesione,

a concludere al più presto, con la Commissione europea, l'Accordo di partenariato riguardante la programmazione 2021-2027;

a procedere ad un'accelerazione della spesa della programmazione 2014-2020 che è in forte ritardo rispetto ai tempi di attuazione, con un tasso di assorbimento di poco superiore alla metà della spesa prevista;

a ricollocare nel più breve tempo possibile, e con rispetto del vincolo di territorialità, le risorse Eu e quelle FSC distolte dagli obiettivi originari per far fronte prima alla crisi pandemica ed ora per finanziare misure per mitigare le conseguenze economiche e sociali della guerra,

impegna, infine, il Governo:

nel quadro delle politiche commerciali e delle politiche industriali ad aumentare la resilienza delle catene di approvvigionamento dell'UE attraverso il "reshoring", a diversificare le fonti di approvvigionamento di materie prime critiche e a ridurre l'attuale dipendenza da alcuni Paesi non europei; ad inserire nei futuri accordi di libero scambio (ALS) dell'UE capitoli specifici relativi alle materie prime;

a sostenere l'utilizzo del "global gateway," volto a promuovere una nuova strategia europea di investimenti infrastrutturali globale per rafforzare i collegamenti tra l'Unione europea e i suoi principali partner commerciali e strategici al fine di contrastare l'espansionismo della Cina e la sua "belt and road initiative".
(6-00227)
Fazzolari, Ciriani, Rauti, Balboni, Barbaro, Calandrini, de Bertoldi, De Carlo, Drago, Garnero Santanchè, Iannone, La Pietra, La Russa, Maffoni, Malan, Nastri, Petrenga, Ruspandini, Totaro, Urso, Zaffini.