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Atto a cui si riferisce:
C.5/08314 (5-08314)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 giugno 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-08314

  Signor Presidente, Onorevoli deputati, considerata l'analogia delle questioni rappresentate nelle interrogazioni degli Onorevoli Ciaburro e Gadda, rispondo congiuntamente.
  La situazione di crisi idrica in atto, unita alle altre temperature dell'ultimo periodo, è costantemente monitorata dal Ministero che sta lavorando alle opportune misure di emergenza, anche straordinarie, da concordare con le regioni interessate.
  Riguardo agli strumenti già disponibili, ricordo gli interventi compensativi «ex-post» del Fondo di Solidarietà Nazionale per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali che possono essere attivati solo nel caso in cui le avversità, le colture e le strutture agricole colpite non siano comprese nel Piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi con polizze assicurative agevolate, ai sensi del decreto legislativo n. 102 del 2004.
  Ai fini di una copertura dai rischi climatici come la siccità, gli agricoltori avrebbero dovuto provvedere alla stipula di polizze assicurative, agevolate, tra l'altro, da contributo statale fino al 70 per cento della spesa premi sostenuta.
  Proprio per rispondere alle difficoltà legate ai sempre più frequenti eventi avversi legati al cambiamento climatico in corso, che rendono gli strumenti attualmente disponibili sempre meno efficaci, è stato previsto, nell'ambito del Piano strategico nazionale della politica agricola comunitaria per il periodo 2023-2027, un nuovo strumento di intervento «ex ante» sotto forma di fondo di mutualizzazione nazionale, cui potranno accedere tutte le imprese agricole, in grado di intervenire in caso di eventi catastrofali, come quello segnalato dall'interrogante, fornendo altresì un pronto ristoro per la ripresa economia e produttiva.
  Tornando all'emergenza attuale, per dare una risposta alle imprese agricole che, per la campagna in corso, non beneficiano di coperture assicurative a fronte del rischio siccità, concorderemo con le regioni interessate le opportune iniziative politiche, come l'attivazione degli interventi compensativi ex post del Fondo di solidarietà nazionale in deroga alle attuali disposizioni di legge.
  In merito alla possibilità di elaborare un piano straordinario, il Ministero, con i recenti programmi di finanziamento nazionali (tramite fondi europei e nazionali), ha destinato ingenti risorse agli interventi sulle infrastrutture irrigue collettive, per l'ammodernamento e l'efficientamento del servizio di irrigazione collettiva, per l'incremento delle disponibilità di acqua, per l'ottimizzazione delle reti e relativi sistemi di gestione e monitoraggio.
  Questi fondi prendono in considerazione, in particolare, il fabbisogno di intervento nella fase del trasporto dell'acqua irrigua e di efficientamento del servizio idrico di irrigazione collettiva.
  In particolare, il Programma comunitario PSRN 2014-2020 Investimenti irrigui si inserisce in due obiettivi tematici (Obiettivo tematico 5 e Obiettivo tematico 6) entrambi volti a promuovere azioni per affrontare con maggiore efficienza ed efficacia i cambiamenti climatici, in termini di rischio siccità e promuovere l'uso efficiente delle risorse con l'obiettivo di razionalizzare l'uso e il miglioramento della gestione delle acque ai fini irrigui.
  Anche il PNRR contribuisce all'attuazione di questa strategia con riferimento all'efficientamento del sistema irriguo, attraverso uno specifico intervento nell'ambito della Componente 4 «Tutela del territorio e del patrimonio idrico», all'interno della Missione 2 del Piano che si riferisce alla «Rivoluzione verde e transizione ecologica» ma non prevede finanziamenti di investimenti su invasi per evitare la sovrapposizione con le tipologie di interventi finanziati nell'ambito di investimenti della stessa Componente M2C4 proposti da altri Ministeri.
  Inoltre, considerata l'importanza di preservare e tutelare l'acqua tramite una strategia che consenta, attraverso la realizzazione di infrastrutture per lo stoccaggio della risorsa idrica, di incrementare la capacità di conservazione della stessa, nel Piano Strategico della PAC potranno essere inserite tipologie di investimenti quali la realizzazione di piccoli invasi interaziendali realizzati da aziende agricole, come peraltro già attuato in alcuni Programmi di Sviluppo Regionali, o da Enti irrigui.
  Detto questo faccio presente che proprio ieri, nel corso della riunione a Palazzo Chigi è stata assicurata la massima disponibilità del Governo per la dichiarazione dello stato di emergenza, delegando la Protezione civile ad avviare una specifica azione ricognitiva con le regioni.
  In tale contesto, sono state individuate una serie di azioni strutturali, programmatorie e risarcitorie.
  Per le azioni strutturali è stata promossa un'azione ricognitiva volta a verificare gli invasi su cui è possibile realizzare investimenti di efficientamento in tempi brevi, e rimuovere ogni tipo di ostacolo alla realizzazione degli investimenti già programmati nel settore.
  Per le azioni programmatorie sono state previste iniziative, anche legislative, per coordinare al meglio l'utilizzo della risorsa in condizioni di scarsità idrica.
  Per le azioni risarcitorie, in coordinamento con le regioni sarà avviata un'azione ricognitiva volta alla verifica del reale fabbisogno in termini di indennizzi ai settori colpiti. In particolare, per il settore agricolo è necessario verificare per ogni settore produttivo, la reale portata del fenomeno, tenendo conto che i cereali autunno-vernini (frumento tenero e duro) sono in fase di raccolta, mentre riso e, soprattutto, mais, soia e ortofrutta, sono nella fase del ciclo produttivo in cui è massimo il fabbisogno irriguo.
  In ogni caso, alla luce della gravità della situazione che ci troviamo ad affrontare, che si è ripetuta 5 volte negli ultimi 20 anni, riteniamo necessario programmare la realizzazione di nuovi invasi, per conservare l'acqua nei periodi in cui arriva in eccesso, soprattutto nelle aree del Paese in cui le crisi idriche sono più ricorrenti.