• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/07153 DE BONIS - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. - Premesso che: la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA) ha...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07153 presentata da SAVERIO DE BONIS
giovedì 16 giugno 2022, seduta n.441

DE BONIS - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA) ha lanciato un fondato allarme in merito alle varie modifiche che ha subito la normativa per il superbonus, che porterebbe al rischio di fallimento 33.000 imprese artigiane della filiera delle costruzioni, oltre alla perdita di 150.000 posti di lavoro, con il blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi. Pesanti conseguenze ci sarebbero anche per le imprese lucane del comparto;

la previsione è data dai risultati di un'indagine presso circa 2.000 imprese che rappresentano un campione altamente emblematico dei comparti dell'edilizia, delle costruzioni e dei serramenti;

i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione ammontano a quasi 2,6 miliardi di euro. La consistenza dei crediti bloccati (circa il 15 per cento del totale) sta mettendo in crisi migliaia di imprese, tra cui 300 lucane, che rischiano di non arrivare a fine anno se la situazione dovesse perdurare;

oltre 60.000 le imprese artigiane si trovano con cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità e con impatti gravissimi. Il 48,6 per cento del campione parla di rischio di fallimento mentre il 68,4 per cento prospetta il blocco dei cantieri attivati;

per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un'impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6 per cento rinvia tasse e imposte e una su 5 non riesce a pagare i collaboratori. Dall'analisi dei fatturati e della consistenza media dei crediti emerge che le imprese con giro d'affari di 150.000 euro detengono 57.000 euro di crediti nel proprio cassetto fiscale (38,2 per cento). Alla crescita del fatturato l'incidenza tende a scendere pur restando rilevante: un'impresa con 750.000 euro di ricavi sconta 200.000 euro di crediti bloccati;

sempre secondo la CNA, il 47,2 per cento delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti mentre il 34,4 per cento lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi;

per la cessione dei crediti, le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche (63,7 per cento), a seguire Poste (22,6 per cento), poi società di intermediazione finanziaria (5,1 per cento);

davanti a norme incerte e continui stop and go gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi di euro e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura. Va segnalato che attraverso lo sconto in fattura l'impresa ha anticipato per conto dello Stato un beneficio al cliente, facendo affidamento sulla possibilità, prevista dalla legge, di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi;

i bonus per l'edilizia, inoltre, hanno offerto un contributo molto rilevante al rimbalzo del PIL l'anno scorso e per oltre il 90 per cento le imprese intervistate sono convinte che senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali si determinerà il mancato avvio di nuovi cantieri, con ripercussioni negative sull'intera filiera e sull'economia nel complesso, nonché sul programma di riqualificazione energetica degli immobili;

la situazione, insomma, risulta molto preoccupante e richiede un intervento straordinario da parte del Governo per scongiurare una gravissima crisi economica e sociale,

si chiede di sapere come giudichino i Ministri in indirizzo l'indagine condotta dalla CNA e se non ritengano che vada trovata con urgenza una soluzione efficace per evitare una gravissima crisi economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza.

(4-07153)