• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03375 CORRADO Margherita, ANGRISANI Luisa, GRANATO Bianca Laura, LANNUTTI - Al Ministro della salute. - Premesso che l'ospedale "Santa Maria di Misericordia" di Albenga (Savona) risale al 1558 e...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03375 presentata da MARGHERITA CORRADO
martedì 14 giugno 2022, seduta n.439

CORRADO Margherita, ANGRISANI Luisa, GRANATO Bianca Laura, LANNUTTI - Al Ministro della salute. - Premesso che l'ospedale "Santa Maria di Misericordia" di Albenga (Savona) risale al 1558 e nei secoli successivi importanti lasciti di benefattori locali ne permisero l'ampliamento e il potenziamento. Nel 1956 la vecchia struttura in centro città fu ampliata con un moderno padiglione ma nei primi anni duemila venne dismessa per realizzare (grazie alla vendita di questo e di altri beni) un nuovo ospedale in posizione più periferica, in viale Martiri della foce, facilmente raggiungibile da strade, autostrada e mezzi aerei. All'atto dell'inaugurazione, nel 2008, era l'ospedale più nuovo, funzionale e modernamente attrezzato della Liguria;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

quasi subito dopo l'apertura, un'incomprensibile volontà politica tesa allo smantellamento del nuovo presidio sanitario ha privato l'ospedale albenganese del reparto di ostetricia-ginecologia che, neanche utilizzato, fu saccheggiato di tutte le attrezzature (comprese le vasche per il parto in acqua, trasportate, in alcuni casi nottetempo, in altri nosocomi) e via via degli altri reparti, fino a mettere in discussione persino il pronto soccorso. Si vuole, e i fatti sembrano confermarlo, che ciò sia avvenuto per favorire l'ingresso di gruppi privati all'interno dell'ospedale;

la reazione dei cittadini non si fece attendere: nel 2012 migliaia di persone scesero in piazza per protestare, e furono raccolte 20.000 firme per chiedere che ospedale e pronto soccorso fossero mantenuti attivi ed efficienti. Alternandosi brevi aperture e lunghe chiusure, bandi per la privatizzazione e revoche degli stessi, a distanza di 10 anni altre migliaia di persone sono state costrette a manifestare e avanzare le medesime richieste al presidente della Regione, che ha tenuto per sé le deleghe in materia di salute. Speciale impegno ha profuso in tal senso il movimento "senzaprontosoccorsosimuore", protagonista nella contestazione del 23-24 aprile 2022, molto partecipata (come già quella di Cairo Montenotte organizzata dalla rete "SOS Sanità pubblica Liguria"), che Giovanni Toti ha però finto di ignorare, non risparmiando toni sprezzanti all'indirizzo dei promotori di entrambe le proteste;

appare paradossale agli occhi dei cittadini, e potrebbe essere motivo d'interesse per la Corte dei conti, il fatto che, mentre si progetta di spendere milioni di euro per sistemare strutture ospedaliere fatiscenti o inadeguate, e dopo che il presidente Toti, gelate le speranze degli albenganesi a febbraio 2022, ha firmato con il Ministro per gli affari regionali un accordo per finanziare (con oltre 400 milioni di euro) la realizzazione, a Genova, di un nuovo ospedale che a suo dire "migliorerà la salute e la vita dei Liguri", non si voglia utilizzare appieno un bene già disponibile ed efficiente, capace di venire incontro alle necessità quotidiane di una parte significativa del Ponente;

il "decreto Balduzzi", infatti, invocato a sostegno di scelte così impopolari, in realtà non tiene conto che il comprensorio albenganese, con oltre 60.000 abitanti (l'utenza del "Madonna di Misericordia" comprende 26 comuni su 368 chilometri quadrati: nel savonese, il territorio da Andora a Ceriale, compreso l'entroterra; nell'imperiese, Aquila di Arroscia, Borghetto di Arroscia e Ranzo; nel cuneese, Alto, Caprauna e la frazione Cerisola di Garessio), per buona parte dell'anno vede il numero delle presenze superare il milione, a causa dell'affluenza turistica;

in tutta la Liguria, inoltre, le distanze non vanno misurate in chilometri, ma in tempi di percorrenza, per lo stato disastroso delle vie di comunicazione: le ambulanze impiegano decine e decine di minuti per percorrere pochi chilometri e raggiungere il pronto soccorso di Pietra Ligure, il più vicino ad Albenga, perennemente al collasso perché vi si riversa un'utenza ben più cospicua di quanto il personale medico e infermieristico in servizio sia in grado di smaltire, come possono testimoniare gli operatori e i pazienti, spesso costretti (anziani compresi) ad attendere anche 10 ore prima di essere visitati;

valutato che il piano sanitario regionale 2017-2019, approvato dal Ministero della salute e tuttora in vigore, prevedeva l'apertura di un pronto soccorso ad Albenga e di uno a Cairo Montenotte (in quanto ospedale di area disagiata) anche in presenza del DEA di secondo livello a Pietra Ligure e di primo livello a Savona ("Ospedale Albenga, la minoranza: 'Nel piano sanitario regionale previsto pronto soccorso, Toti lo applichi'" su "ivg.it"),

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, ed anzi doveroso da parte sua, in quanto garante dell'applicazione dell'articolo 32 della Costituzione su tutto il territorio nazionale, assicurarsi che l'ospedale di Albenga e il suo pronto soccorso, indispensabili a garantire il diritto alla salute degli abitanti della zona e di chiunque, trovandosi in quel territorio, abbia necessità di cure, restino in mano pubblica, e funzionanti in piena efficienza, così da assicurare servizi adeguati alla numerosità e al carattere eterogeneo dell'utenza che vi fa capo invece di continuare a tagliare le spese mediante accorpamenti dei nosocomi e a favorire soggetti privati attraverso le convenzioni.

(3-03375)