Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
S.4/07144 LANNUTTI, ANGRISANI Luisa, LA MURA Virginia, GRANATO Bianca Laura - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
nel 1997, l'INPGI ha avviato il trasferimento del...
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-07144 presentata da ELIO LANNUTTI
mercoledì 15 giugno 2022, seduta n.440
LANNUTTI, ANGRISANI Luisa, LA MURA Virginia, GRANATO Bianca Laura - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
nel 1997, l'INPGI ha avviato il trasferimento del proprio patrimonio immobiliare al fondo "Giovanni Amendola", di proprietà dell'Istituto stesso, che, a sua volta, l'ha dato in gestione a InvestiRe Iimobiliare SGR, una società privata di proprietà della banca Finnat, della famiglia Nattino;
la InvestiRe ha predisposto un piano di dismissione che coinvolge complessivamente 650 milioni di euro di patrimonio, per un totale 69 indirizzi, 1.564 abitazioni, 57 negozi e 76 uffici;
considerato che, a quanto risulta agli interroganti:
la giornalista della RAI, Maria Grazia Mazzola, inviata di punta del TG1, mentre realizzava l'ultimo speciale sull'anniversario della strage di Capaci, si è ritrovata con la casa, di proprietà del fondo dell'INPGI, venduta a sua insaputa dopo 30 anni di affitto. Mazzola aveva esercitato il diritto di prelazione, assistita dall'avvocato Vincenzo Perticaro, e aveva chiesto nelle more una proroga in attesa della visione dei relativi documenti, oltre a voler conoscere le condizioni in alternativa dell'eventuale nuovo contratto di locazione. La giornalista non ha ricevuto alcuna risposta e dopo tre mesi, a metà maggio, ha invece ricevuto una raccomandata dell'INPGI che le comunicata l'avvenuta vendita, il 9 maggio, del suo alloggio;
quello di Mazzola non è un caso isolato. Il Sindacato degli inquilini alloggi INPGI (SIAI) ha segnalato negli ultimi 2 mesi decine di casi analoghi. Le varie società immobiliari, che si occupano delle vendite per conto di InvestiRe, in alcuni casi delegherebbero i portieri ad avvisare i giornalisti inquilini INPGI di imminenti visite di ipotetici compratori, soprattutto in zone considerate appetibili;
considerato inoltre che:
a fine 2020, i rogiti stipulati erano pari a 343,3 milioni di euro, pertanto l'obiettivo iniziale di vendite indicato dall'INPGI insieme a InvestiRe è stato ampiamente disatteso, in quanto sono state fatte vendite per circa la metà dell'importo previsto a fine 2020, che doveva essere di 700 milioni di euro. La previsione era stata poi aggiornata dalla stessa InvestiRe a 650 milioni di euro;
stando agli ultimi dati disponibili, gli alloggi messi in vendita sono stati finora 1.564, ovvero i tre quarti del patrimonio, nel corso di cinque tranche (ne erano state varate quattro, ma se n'è aggiunta un'altra a settembre 2018): un fallimento, dunque, soprattutto imputabile ai valori siderali di partenza. Il SIAI aveva infatti proposto di agire partendo dai reali prezzi di mercato, come fotografati dall'osservatorio OMI dell'Agenzia delle entrate, che è la base per tutti gli operatori del settore. INPGI-InvestiRe, invece, ha preferito adottare un sistema, a giudizio degli interroganti, opaco, che di fatto ha portato a valori spesso superiori a quelli di mercato, benché sia previsto per gli inquilini degli immobili in vendita uno sconto del 25 per cento. Inoltre, in questa campagna di dismissione non è stata rispettata la decisione presa dal consiglio di amministrazione il 14 giugno 2016 di non vendere i gioielli del patrimonio, e quindi di attenersi a valori unitari per ogni alloggio comunque non superiori ai 500.000 euro, e di non cedere immobili su cui l'INPGI avesse investito forti risorse per ristrutturazioni ed "efficientamento energetico". Condizioni del tutto ignorate. Due esempi su tutti: per via Sanzeno a Roma, una traversa di via Cortina d'Ampezzo, si è partiti dal prezzo folle di 4.900 euro a metro quadro. La vendita è proseguita nonostante ci fosse una sola proposta d'acquisto su 30 alloggi. Questi valori hanno determinato il fallimento di tutte le cessioni nelle aree limitrofe (via Misurina, via Courmayeur, eccetera), con una perdita di molti milioni di euro e con il persistente paradosso di non poter dare in affitto gli alloggi vuoti, perché appartenenti al patrimonio in dismissione. Il secondo caso riguarda un gioiello, via Novelli a Parioli-piazzale delle Muse. Non ne era prevista la vendita, perché l'immobile era stato appena valorizzato con un cappotto termico e altri interventi per un costo per l'Istituto superiore al milione di euro. Ebbene, è stato inserito nella quarta tranche di vendite;
considerato infine che l'esercizio di prelazione per l'acquisto dell'immobile condotto o abitato, nel pieno delle trattive precontrattuali, viene sempre più spesso disatteso se non ostacolato dall'INPGI, come è successo per la giornalista Maria Grazia Mazzola, e nonostante l'ente sia stato già condannato in diverse occasioni all'ostensione della documentazione afferente agli immobili ricompresi nel programma di dismissione patrimoniale (si veda TAR Lazio, Roma, n. 1179372019, Consiglio di Stato, sezione III, n. 4771/2020),
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e se intenda intervenire, per quanto di competenza, vista la condotta lesiva dei diritti e degli interessi dei reali soggetti che dovrebbero beneficiare degli alloggi dell'ente, e cioè i giornalisti, e soprattutto in vista del passaggio previsto il 31 luglio 2022 dell'INPGI all'INPS.
(4-07144)