• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/12357 (4-12357)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12357presentato daSIRAGUSA Elisatesto diMercoledì 15 giugno 2022, seduta n. 708

   SIRAGUSA, ROMANIELLO, DORI, PAOLO NICOLÒ ROMANO e MENGA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il comparto edile e artigiano del nostro Paese versa in condizioni di forte criticità, non più sostenibile nemmeno nel brevissimo periodo. La cifra dei crediti edilizi non accettati dalle banche, secondo le stime del Governo, ammonterebbe a 5 miliardi di euro, mentre secondo la Confederazione nazionale artigiana, sarebbero pari a 2,6 miliardi i crediti fiscali relativi al Superbonus 110 per cento anticipati, attraverso lo sconto in fattura, che le aziende non riuscirebbero più a incassare;

   a fronte di queste cifre, sempre la Cna parla di ben 33 mila imprese artigiane a rischio fallimento, con una potenziale perdita di 150 mila posti di lavoro, di oltre 60 mila aziende che, pur avendo un cassetto fiscale pieno di crediti, si trovano oggi senza liquidità. Quasi un'impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori; il 30 per cento rinvia tasse e imposte; una su cinque non riesce a erogare gli stipendi;

   il 47,2 per cento dichiara inoltre «di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti mentre il 34,4 per cento lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi» (Col blocco della cessione dei crediti per il superbonus a rischio 33 mila imprese, AGI, 4 giugno 2022);

   non devono quindi destare sorpresa i risultati del sondaggio effettuato sempre dal Centro studi della Confederazione: il 48,6 per cento del campione esaminato — pari a duemila aziende — «paventa lo stop ai lavori dei cantieri e la loro chiusura, mentre il 48,6 delle aziende teme addirittura il fallimento» («Crediti bloccati, aziende in crisi di liquidità», La Nazione, 8 giugno 2022);

   le molteplici modifiche al decreto-legge n. 34 del 2020 che si sono succedute nel tempo (se ne contano ben 14 e in particolari quelle introdotte dal cosiddetto decreto antifrodi (decreto-legge 11 novembre del 2021, n. 157, poi trasfuso nella legge di bilancio 2022) hanno di fatto bloccato il meccanismo di cessione dei crediti, imponendo vincoli che lo rendono più complesso anche per le banche;

   il quadro già critico dei bonus edilizi si sarebbe ulteriormente complicato negli ultimi giorni dopo che l'ultimo report di Enea avrebbe posto in rilievo come le detrazioni del Superbonus 110 per cento già concesse, abbiano sforato le risorse messe a deposizione dal Governo per la misura: per i 172.450 interventi edilizi in corso, aggiornati al 31 maggio 2022 sono stati spesi 33,7 miliardi di euro a fronte di 33,3 miliardi stanziati;

   il rischio più che concreto è che le imprese edili decidano legittimamente di fermare gli interventi e di smantellare i cantieri, con la conseguenza che i soggetti che hanno già incassato parte del credito potrebbero vedersi arrivare la richiesta di restituzione dell'importo erogato da parte dell'Agenzia delle Entrate, comprensivo di sanzioni ed interessi;

   per riparare alla gravissima situazione fin qui esposta, servirebbe, come già avvenuto in passato, un rifinanziamento dell'incentivo e una proroga di tempo, almeno fino a dicembre 2023, per effettuare le cessioni del credito maturato agli istituiti bancari. Oltre ad una soluzione attuabile nell'immediato, si rende necessaria una modifica dell'attuale meccanismo di cessione consentendo l'apertura delle cessioni ad altri enti o partite Iva e la possibilità da parte delle banche di compensare i crediti entro 10 anni o convertirli in Buoni del Tesoro poliennali, anche alla luce dell'annuncio dell'Unione europea dello stop agli acquisti dei titoli di stato dei Paesi membri –:

   quali iniziative intenda mettere in atto il Governo al fine di sbloccare il meccanismo di cessione dei crediti, per evitare che la crisi di liquidità delle imprese artigiane ed edili si traduca nel fallimento per centinaia di aziende, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro.
(4-12357)