• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01529 (2-01529) «Lucaselli, Lollobrigida».



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01529presentato daLUCASELLI Ylenjatesto diLunedì 30 maggio 2022, seduta n. 703

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   secondo la CIPOMO, il Collegio italiano primari oncologi ospedalieri, occorre riorganizzare completamente l'oncologia se si vuole veramente trarre il massimo dai nuovi orizzonti terapeutici come quelli dell'oncologia molecolare;

   in particolare, aumento dei posti nelle scuole di specializzazione, potenziamento delle reti oncologiche, «per creare un “tessuto connettivo” che colleghi agevolmente tutte le realtà oncologiche distribuite sul territorio (diverse strutture oncologiche nel tempo sono state chiuse o ridimensionate in varie Regioni), rafforzamento della medicina territoriale per migliorare la risposta ai bisogni del malato e riduzione del carico attuale che pesa sul sistema ospedaliero, puntando sulla digitalizzazione, dal fascicolo sanitario elettronico, alla telemedicina, al collegamento digitale tra strutture: è questa la roadmap delle priorità tracciate»;

   gli ultimi due anni hanno impattato pesantemente su una organizzazione già fortemente penalizzata, soprattutto in alcune regioni, facendo registrare un «sorpasso» delle patologie tumorali nei confronti di quelle cardiache: secondo quanto emerso da un'indagine pubblicata su The Lancet ogni anno circa 18 milioni di decessi nel mondo sono dovuti a cause cardiovascolari e 9-10, a quelle tumorali, ma nei Paesi ricchi gli «equilibri» stanno cambiando a favore dei tumori;

   solo in Italia, sono stati registrati 46 milioni di visite specialistiche e accertamenti diagnostici e 3 milioni di screening oncologici in meno nel 2020 rispetto all'anno precedente; sta inoltre aumentando il numero di tumori in stato avanzato: secondo l'Osservatorio nazionale screening si registrano in media 5 mesi di ritardo per lo screening del tumore del collo dell'utero, per quello del tumore della mammella e per lo screening colorettale; e ancora, sono «sfuggiti» ai controlli, nel 2020 rispetto al 2019, in termini di mancate diagnosi oltre 3.300 carcinomi mammari, 2.782 lesioni cervicali CIN2+, quasi 1.300 carcinomi colorettali e oltre 7.400 adenomi avanzati;

   se gli Stati non faranno nulla per invertire la rotta, entro 20 anni il cancro potrebbe diventare la prima causa di morte al mondo, nonostante i continui progressi dell'oncologia, soprattutto grazie alle nuove frontiere aperte dalla diagnosi molecolare, sempre più precisa, che permette di comprendere meglio la biologia dei tumori e quindi di indirizzare in modo più proficuo la terapia;

   negli ultimi 3 anni, invece, il Servizio sanitario nazionale ha perso quasi 21 mila medici specialisti; dal 2019 al 2021 hanno abbandonato l'ospedale 8 mila camici bianchi per dimissioni volontarie e scadenza del contratto a tempo determinato e 12.645 per pensionamenti, decessi e invalidità al 100 per cento;

   e non solo, perché nel mese di dicembre 2020 il Parlamento ha approvato il disegno di legge di conversione del cosiddetto «decreto ristori» che prevede diverse novità in ambito sanitario, tra le quali, in particolare, lo stanziamento di 5 milioni di euro per consentire «il miglioramento dell'efficacia degli interventi di cura e delle relative procedure, anche alla luce degli sviluppi e dei progressi della ricerca scientifica applicata con specifico riguardo alla prevenzione e alla terapia delle alterazioni molecolari che originano i tumori»;

   i fondi avrebbero dovuto essere destinati al potenziamento dei test di Next-Generation Sequencing di profilazione genomica dei tumori dei quali sono riconosciute evidenza e appropriatezza; l'analisi delle mutazioni genetiche dei tumori sta, infatti, cambiando l'approccio terapeutico e al modello istologico, basato sullo studio dei tessuti, sempre più spesso si affianca il «modello mutazionale» per ottenere una terapia il più possibile cucita addosso al singolo paziente;

   in particolare, i test di profilazione genomica sono in grado di identificare le alterazioni geniche presenti nei tumori e, quindi, indicare quale è il trattamento molecolare più appropriato per ogni singolo paziente, ma oggi, mentre alcune regioni rimborsano questo tipo di test, in altre i cittadini devono pagarli a proprie spese, accentuando l'inaccettabile divario di accesso alle cure che esiste tra diverse zone del territorio nazionale;

   il decreto-legge, però, prevedeva che entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione – quindi entro il 25 febbraio 2021 – un decreto, concertato tra il Ministero della salute e quello dell'economia e delle finanze, avrebbe dovuto stabilire i criteri e le modalità di riparto del fondo in questione, nonché il sistema di monitoraggio e l'impiego delle somme;

   il condizionale è d'obbligo, perché quei fondi, secondo quanto consta agli interpellanti, non sono mai arrivati a destinazione e, anzi, i termini di impiego sarebbero scaduti, perché il decreto attuativo non sarebbe mai stato emanato;

   la diagnosi precoce è uno strumento essenziale, che consente non solo di allungare l'aspettativa di vita dei pazienti oncologici, ma di migliorarne la qualità –:

   per quali motivazioni il citato decreto attuativo non sia stato adottato e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per consentire l'immediato stanziamento delle risorse economiche destinate al potenziamento dei test di Next-Generation Sequencing di profilazione genomica dei tumori;

   se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere per ripensare interamente l'organizzazione dell'oncologia, anche attraverso una destinazione consapevole delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(2-01529) «Lucaselli, Lollobrigida».