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Atto a cui si riferisce:
C.4/11651 (4-11651)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 20 maggio 2022
nell'allegato B della seduta n. 698
4-11651
presentata da
CORTELAZZO Piergiorgio

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame si chiedono chiarimenti in ordine ai criteri di valutazione adottati dall'Anvur, nell'ambito della produzione universitaria.
  L'interrogante riprende un articolo, pubblicato il 5 marzo 2021 sul Corriere della Sera, a firma del professor Ernesto Galli della Loggia, in cui vengono espresse criticità in ordine al sistema di valutazione universitaria, nella misura in cui si farebbe applicazione di criteri «produttivistici» anche in relazione a settori, quali quelli delle discipline giuridiche, storiche, letterarie e filologiche, nei quali il prodotto della ricerca non può essere misurabile esclusivamente in termini quantitativi.
  Al fine di chiarire l'utilizzo dei criteri adottati dall'Anvur, in relazione ai quali si chiedono chiarimenti, occorre preliminarmente illustrare il sistema di valutazione della produzione universitaria.
  Per ottenere l'abilitazione scientifica nazionale è richiesta una produzione scientifica — le cosiddette pubblicazioni — che risponda a criteri sia quantitativi che qualitativi.
  In particolare, è richiesto il possesso di tre requisiti. Il primo è il superamento degli indicatori quantitativi sulla produzione scientifica; il secondo è il possesso dei titoli individuati dalla commissione e il terzo requisito, di tipo qualitativo, consiste nella valutazione positiva della produzione scientifica da parte della stessa commissione.
  Gli indicatori sono diversi a seconda che il settore concorsuale sia bibliometrico — ossia riguardi settori di ambito scientifico, medico, psicologico e ingegneristico, caratterizzati da una misurabilità maggiore in termini quantitativi – o non bibliometrico — ossia riguardi settori di ambito umanistico, giuridico, economico, sociopolitico e architettonico. Quanto ai primi, gli indicatori fanno riferimento al numero di articoli, al numero di citazioni ricevute e all'H-index, mentre per i settori non bibliometrici gli indicatori riguardano il numero di articoli, il numero di pubblicazioni in riviste di classe A e il numero di monografie.
  Esiste quindi una differenza di approccio nella valutazione della produzione scientifica e intellettuale di chi fa ricerca in settori bibliometrici rispetto a chi si occupa di settori non bibliometrici.
  D'altra parte, l'abilitazione scientifica nazionale presuppone valutazioni oggettive, fondate su criteri che garantiscano certezza anche in ambiti nei quali non risultano applicabili strumenti di misurazione dell'impatto dei prodotti della ricerca.
  In merito alla specifica vicenda oggetto dell'interrogazione, si rappresenta che, in data 9 marzo 2021, il presidente dell'Anvur aveva già avuto modo di dare puntuale riscontro, con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, a quanto riportato nell'articolo apparso sulla medesima testata in data 5 marzo 2021, a firma del professor Ernesto Galli della Loggia. In tale riscontro, con riferimento alle modalità di valutazione applicate dall'Anvur ai settori non bibliometrici, si richiamava la differenza tra la valutazione della qualità della ricerca (Vqr) e l'abilitazione scientifica nazionale (Asn), precisando il ruolo svolto in ciascuno dei due contesti dall'Anvur.
  Nell'ambito della Vqr, che valuta la qualità della ricerca prodotta dalle Istituzioni, l'Anvur svolge un ruolo centrale, in quando organizza e definisce, tenendo conto delle linee guida ministeriali, le modalità di valutazione delle pubblicazioni scientifiche selezionate dalle Istituzioni stesse fra quelle prodotte dai ricercatori ad esse afferenti.
  Con specifico riferimento alle discipline umanistiche, la procedura non prevede l'applicazione di automatismi, né di criteri quantitativi o «produttivistici»: l'Anvur, attraverso i gruppi di esperti valutatori (Gev), valuta la qualità delle singole pubblicazioni scientifiche (articoli, libri, contributi in volume, e altro) con esclusivo riferimento al loro contenuto, giudicato da almeno due valutatori attraverso il metodo delle peer review. Nella Vqr in corso ad ogni Istituzione è stato chiesto di conferire in media un numero di pubblicazioni pari a 3 per ogni ricercatore in servizio, con riferimento al quinquennio 2015-2019. Proprio per tenere conto del fatto che una monografia può rappresentare il coronamento di un profondo e lungo lavoro di ricerca, questa è equivalente a due articoli scientifici o ad altri prodotti scientifici.
  Nell'ambito dell'Asn, che riguarda la valutazione dei singoli ricercatori al fine abilitarli alla partecipazione ai concorsi locali per il ruolo di professori universitari, l'Anvur è, invece, chiamata a proporre al Ministero i valori minimi (cosiddetti «valori-soglia») degli indicatori che devono essere raggiunti in misura di almeno due su tre dagli aspiranti candidati per poter accedere alla valutazione qualitativa, da parte delle commissioni ministeriali, di una rosa di pubblicazioni scientifiche: solo il giudizio positivo dei commissari sulla qualità della produzione scientifica dei singoli candidati, integrata dal possesso di altri requisiti volti a confermare la qualità del profilo scientifico, consente il conseguimento dell'abilitazione al ruolo di professore. I richiamati «valori-soglia», peraltro, non sono frutto di una decisione discrezionale, ma sono elaborati statisticamente sulla base della produzione scientifica del personale in servizio nella fascia corrispondente all'interno del settore di riferimento.
  Il perimetro regolamentare entro il quale si muove l'Anvur è puntualmente delimitato e, con particolare riferimento ai settori non bibliometrici, gli indicatori sui quali proporre i valori-soglia sono relativi al numero di libri, al numero di articoli scientifici o capitoli di libro e al numero di articoli in riviste di classe A. Proprio al fine di tenere conto che la produzione di una monografia risulta essere più complessa rispetto a quella di un articolo, i valori-soglia dell'indicatore «numero di libri» sono strutturalmente — per tutti i settori concorsuali di area umanistica e in modo differenziato — inferiori rispetto a quelli degli altri indicatori. Del resto, sebbene il raggiungimento del valore-soglia dell'indicatore «numero di libri» valga quanto il raggiungimento del valore-soglia dell'indicatore «numero di articoli», tuttavia, superata la soglia minima per l'accesso alla valutazione di merito, è la qualità della pubblicazione scientifica — libro o articolo che sia — a fare la differenza e a determinare il buon esito della valutazione ai fini della carriera del candidato.
  Pertanto, alla luce di quanto sopra, si ritiene che il sistema di valutazione della produzione universitaria sia adeguatamente tarato sulla oggettiva differenza tra le aree disciplinari e risulti coerente con le loro peculiarità.
La Ministra dell'università e della ricerca: Maria Cristina Messa.