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Atto a cui si riferisce:
C.5/08169 (5-08169)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 maggio 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-08169

  Come il Ministro Di Maio ha più volte sottolineato, quello di cui parliamo è un piano di lavoro in fase ancora embrionale.
  Una bozza di documento, preliminare e di prospettiva, è stata condivisa, al momento, solo a livello tecnico, tra Direttori Politici dei Ministeri degli Esteri dei Paesi G7. Il Ministro Di Maio ne ha inoltre accennato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres in occasione della sua visita a New York. Lo scopo è di stimolare, innanzitutto, una riflessione congiunta con i nostri principali partner internazionali su un'ipotesi di percorso che possa portare alla pace.
  Per lavorare ad una soluzione di pace serve infatti un metodo collegiale, non bastano certo azioni isolate. Qualsiasi iniziativa deve coinvolgere l'Unione europea, le Nazioni Unite, le altre principali organizzazioni multilaterali e i Paesi disposti a impegnarsi per la pace.
  Il nostro piano di lavoro è quindi un punto di partenza. Il primo passo è, ovviamente, un cessate il fuoco. Il percorso delineato dall'Italia parte da un gruppo di facilitazione internazionale. L'approdo auspicabile potrebbe essere una nuova Helsinki, un'architettura di sicurezza europea credibile e condivisa, secondo il modello inclusivo della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa del 1975.
  Una cosa è certa: ci vorrà tempo. Anche in queste ore le bombe russe continuano a scoppiare e civili inermi continuano a morire. Non illudiamoci che possano esistere soluzioni rapide, pronte per l'uso. La diplomazia procede con pazienza, per passi successivi.
  Proprio per questo, il documento non entra direttamente nel merito delle questioni da risolvere, ma indica i diversi ambiti che andrebbero affrontati in sede negoziale per favorire una soluzione sostenibile. La pace non si può imporre, dev'essere il frutto di accordi giusti, solidi, reciprocamente accettabili ed equilibrati.
  Il Ministro Di Maio l'ha ribadito: cerchiamo la pace e continuiamo a sostenere l'Ucraina. Resta fermo il nostro convinto sostegno politico, diplomatico, finanziario, umanitario e di difesa al Paese aggredito. Sta all'Ucraina decidere del proprio futuro. Il Ministro Kuleba ha ieri ricordato: «Accogliamo tutti i piani che non prevedono alcuna concessione in merito all'integrità territoriale dell'Ucraina. Di tutto il resto siamo pronti a discutere». Ciò corrisponde allo spirito della proposta di lavoro italiana. Il presupposto del nostro documento è l’«ownership» ucraina sull'intero negoziato: solo a Kiev spetta definire i propri obiettivi e indirizzi nelle trattative. La piena sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina sono princìpi irrinunciabili.
  Proprio per la sua natura embrionale, la bozza di percorso negoziale non ha ancora fatto oggetto di comunicazione diretta con le Autorità russe. Il suo obiettivo non è infatti mettere in campo un'iniziativa italiana isolata da discutere in via bilaterale, quanto propiziare la convergenza di un gruppo di Paesi che intendano svolgere congiuntamente un'azione di facilitazione.
  Questo lavoro è tuttora in corso. Perciò le critiche rivolte al documento da taluni esponenti delle istituzioni russe appaiono premature.
  Del resto, lo stesso portavoce del Cremlino ha manifestato l'intenzione delle autorità russe di esplicitare una posizione compiuta solo a seguito di una disamina del testo consolidato. Stiamo lavorando perché se ne determino le condizioni.