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Atto a cui si riferisce:
C.5/08163 (5-08163)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 maggio 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-08163

  In merito alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Così come dichiarato dal Presidente del Consiglio, si ritiene che il settore della ricerca rivesta un ruolo fondamentale per la competitività e lo sviluppo del Paese; per quanto riguarda il settore nucleare, l'impegno tecnico ed economico nazionale è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico.
  A livello europeo, l'impegno nel settore della fusione nucleare si traduce nel finanziamento del consorzio EUROfusion, cui è demandata l'esecuzione del programma «Fusione di Euratom» e della quota parte europea delle risorse necessarie alla realizzazione del reattore ITER, un reattore sperimentale di tipo tokamak.
  Si specifica che ITER non sarà collegato alla rete elettrica, trattandosi di un esperimento mirato a dimostrare la fattibilità e la convenienza della produzione di energia da fusione nucleare.
  L'Italia è rappresentata nel suddetto Consorzio da ENEA, con funzioni di Program Manager, coordinando il programma nazionale a cui partecipano oltre 20 soggetti sia di ricerca che industriali, dimostrando un livello di eccellenza e aggiudicandosi, finora, bandi per oltre 2 miliardi di euro e, mediamente, il 18 per cento dei finanziamenti messi a disposizione da Euratom.
  In particolare, nell'ambito delle attività specifiche, in Italia è in fase di costruzione il reattore DTT (Divertor Tokamak Test facility), impianto previsto dalla road map europea sulla fusione e finalizzato ad un tipo di ricerca parallela a quella prevista da ITER.
  Nel 2019 l'ENEA, difatti, ha iniziato la realizzazione del DTT, che costituirà uno dei centri nevralgici nel percorso tracciato con l'obiettivo di dimostrare la fattibilità dell'energia da fusione. Con l'investimento di 600 milioni di euro complessivi, la facility sarà operativa dal 2028 e gestita dalla Società Consortile a Responsabilità Limitata (DTT s.c.a.r.l.), appositamente costituita, che vede ENEA con il 70 per cento, Eni S.p.A. con il 25 per cento di quote e i maggiori istituti di ricerca e universitari fra i soci minoritari.
  Sebbene DTT, alla stregua di ITER, non produrrà energia elettrica da immettere nella rete, sarà fondamentale per lo sviluppo, la progettazione e l'ottimizzazione dei reattori successivi ad ITER, e rappresenta ad oggi un'eccellenza italiana nel campo della ricerca sulla fusione nucleare.
  In data 4 marzo 2022 è stato emanato da questo Ministero, di concerto con i Ministeri dell'interno, della salute e del lavoro, sentiti l'ISIN e la regione Lazio, il decreto di autorizzazione per DTT, ai sensi dell'articolo 51 del decreto legislativo n. 101 del 2020.
  Questo Ministero, inoltre, insieme ad altre amministrazioni, sta fornendo un contributo di 40 milioni di euro per DTT, in ragione della evidente importanza del progetto a livello europeo e globale.
  In ambito di fissione nucleare, la ricerca sui reattori di quarta generazione e sugli SMR (Small Modular Reactors), potenzialmente in grado di risolvere soluzioni sostenibili per la produzione di energia, è condotta in un'ottica di sicurezza, sostenibilità ambientale e di salute.
  L'Italia, tramite primari istituzioni della ricerca ed universitarie, è impegnata in questo ambito nel progetto ALFRED (Advanced Lead-cooled Fast Reactor european Demonstrator), finalizzato alla dimostrazione della fattibilità della tecnologia di quarta generazione dei rettori nucleari a neutroni veloci raffreddati al piombo attraverso un dimostrativo.
  In questo ambito, Ansaldo Nucleare S.p.A. ha condotto attività di leadership nello sviluppo del dimostratore ALFRED a valere sui Programmi Quadro di ricerca EURATOM.
  Ciò rappresentato, emerge che sia il sistema della ricerca che il tessuto industriale italiani hanno condotto negli anni, con notevoli risultati, attività di sviluppo di competenze nell'ambito delle tecnologie nucleari che possano fornire energia in modo sicuro e sostenibile, nel breve periodo con la fissione di quarta generazione, mentre nel medio-lungo con la fusione nucleare.
  Pertanto, si ritiene opportuno continuare a seguire e a sostenere questi sviluppi sul fronte della ricerca, al fine di mantenere ed incrementare il livello di competenze finora sviluppate, anche nell'ambito di una strategia energetica che punta a diversificare le fonti e a garantire la nostra sicurezza energetica.