• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/02982 (3-02982)



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02982presentato daAMITRANO Alessandrotesto presentato Lunedì 23 maggio 2022 modificato Martedì 24 maggio 2022, seduta n. 700

   AMITRANO e DEL SESTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come è noto, lo sfruttamento della manodopera lavorativa di italiani e, in special modo, di stranieri si manifesta non solo attraverso la completa inosservanza delle normative in materia previdenziale e di sicurezza dei luoghi di lavoro, bensì anche attraverso vere e proprie forme di riduzione in schiavitù assai spesso perpetrate attraverso i cosiddetti «caporali», questi ultimi autori di illecita attività di intermediazione tra la domanda e l'offerta di lavoro;

   un fenomeno, dunque, che presenta, in alcune realtà territoriali, forti legami con la criminalità organizzata e, nonostante l'impianto normativo vigente, periodicamente nel nostro Paese si riscontrano episodi di caporalato e di sfruttamento del lavoro nero; solo nelle ultime settimane si sono registrati casi in Emilia-Romagna, Veneto, Lazio, Calabria, Toscana e Campania;

   il fenomeno del lavoro nero è in forte crescita, soprattutto a Napoli e nella sua provincia, un fenomeno diffuso che, oltre a rappresentare una forma di sfruttamento dei lavoratori e dei loro diritti, danneggia altresì l'obiettivo di elaborare un sistema produttivo sano ed efficace;

   negli ultimi anni, il preoccupante ritorno del lavoro nero investe non solo gli immigrati in ambito del settore agricolo, ma anche i cittadini italiani, assoldati a basso costo nelle fabbriche o nelle aziende, con l'obiettivo da parte dei datori di scaricare il costo della crisi economica – provocata dalla pandemia e attualmente dalla guerra in Ucraina che ha paralizzato le commesse e le forniture – sulle categorie più deboli, sulle persone meno attrezzate a difendersi, costrette ad accettare le regole imposte dai nuovi «caporali»;

   da notizie stampa del 7 marzo 2022, nel corso dei controlli messi in campo a Napoli, è emerso che l'Ufficio dell'ispettorato del lavoro di Napoli, in collaborazione con la polizia municipale, ha scoperto in via Argine una fabbrica di abiti usati nella quale erano impiegati circa 20 lavoratori tra uomini, donne e giovani mentre tagliavano, cucivano e rimettevano in sesto abiti usati destinati al mercato del cascame tessile, lavoratori in nero che, come riportato dal quotidiano Il Mattino, percepivano il reddito di cittadinanza e anche una paghetta settimanale di circa 20 euro al giorno per 8 ore di lavoro;

   attualmente, sono in corso anche le verifiche sui finanziamenti pubblici che hanno nutrito attività formalmente corrette, che commissionano la raccolta di indumenti usati e che probabilmente anche attraverso eventuali subappalti – sotto traccia – arrivavano ai singoli lavoratori in nero;

   con decreto ministeriale n. 32 del 24 febbraio 2022 è stato istituito il tavolo tecnico, insediatosi il 3 marzo 2022 e che si pone l'importante obiettivo di elaborare un piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso nei diversi settori dell'economia; va considerato, inoltre, che, il contrasto all'impiego di personale sprovvisto di un regolare contratto è una delle due riforme che compongono la cornice delle «Politiche attive del lavoro e sostegno all'occupazione», poiché la missione n. 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza mira a far emergere il lavoro irregolare, salvaguardando così i diritti dei lavoratori –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per rafforzare e potenziare le attività di prevenzione, vigilanza e contrasto al lavoro sommerso, attraverso azioni ispettive mirate a contrastare non solo i fenomeni del lavoro nero e del caporalato, ma anche quello dell'interposizione illecita di manodopera e delle altre forme di sfruttamento che si traducono in fattispecie di dumping connesse all'utilizzo, a scopo elusivo, degli istituti previsti dalla vigente normativa in materia lavoristica, al fine di far emergere il lavoro irregolare e garantire, altresì, la tutela dei diritti dei lavoratori.
(3-02982)