• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.4/07028 Leone Cinzia, Vanin Orietta, Trentacoste, Pisani Giuseppe, Croatti, Ferrara - Al Ministro della giustizia. - Premesso che: la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo è...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07028 presentata da CINZIA LEONE
martedì 17 maggio 2022, seduta n.433

Leone Cinzia, Vanin Orietta, Trentacoste, Pisani Giuseppe, Croatti, Ferrara - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo è venuta a conoscenza del caso di una donna di Brescia, la signora T.P.R., e delle sue due figlie vittime di violenza da parte del marito-padre, E.U. Stando alle informazioni ricevute, quest'uomo per anni ha avuto condotte maltrattanti nei confronti della famiglia, motivo per cui nel 2012 è stato allontanato dall'abitazione in cui viveva con la moglie e la prima figlia, che oggi ha 12 anni. L'uomo è un alcolizzato e, oltre a dover intraprendere un percorso di cura dall'abuso di alcool, dovrà provvedere al mantenimento della figlia;

nel 2016 nasce una seconda figlia, che oggi ha sei anni. Tre anni dopo, a marzo del 2019, la donna denuncia il marito per i maltrattamenti subiti sin dal 2010, ma soprattutto accusa il marito di aver abusato della bambina (allora di appena tre anni). La donna porta la bimba al pronto soccorso e in seguito ad un colloquio con l'assistente sociale e con una psicologa del nosocomio, la donna ed entrambe le figlie vengono collocate presso una struttura protetta;

emerge nel frattempo un quadro desolante di maltrattamenti fisici e verbali dell'uomo nei confronti della moglie, ma anche delle figlie, umiliazioni e offese che durano da anni, come emerge il costante abuso di sostanze alcoliche dell'uomo, eventi certificati dalle varie relazioni dei Carabinieri che negli anni sono intervenuti a seguito delle molteplici denunce della donna, e come testimoniano i vari referti del pronto soccorso dell'ospedale "Bolognini" di Seriate. Viene così aperto un procedimento penale presso il Tribunale di Bergamo a carico dell'uomo. Nella relazione del servizio sociale che segue il nucleo familiare dal 2010, le assistenti rilevano la "frammentarietà e la scarsa coerenza dei racconti della donna", che vengono "interpretati come segno della di lei fragilità". La donna diventa improvvisamente doppiamente vittima: del marito che la maltratta da anni e dei servizi sociali, che non la ritengono all'altezza del compito genitoriale, perché fragile, dimenticando gli anni di abusi e soprusi. E concludono che la donna debba essere presa in carico da un centro psico sociale (CPS);

a luglio 2019 il Tribunale decide che la donna e le due figlie devono rimanere in una struttura protetta e dispone incontri protetti padre-figlie, nonostante la più piccola sia finita al pronto soccorso a causa proprio del padre. I servizi sociali vengono incaricati di verificare la capacità genitoriale di entrambi e stabiliscono le analisi presso un SERT per il padre e una valutazione psicodiagnostica e personologica presso un Centro psico sociale (CPS) per la donna, alla quale viene prescritto un percorso terapeutico di tre mesi presso la comunità "L'Araba Fenice" di Bergamo. La terapia è a base di un antipsicotico, l'Olanzapina, che provoca alla donna un sonno profondo, tanto che dopo qualche giorno di terapia, decide in autonomia di sospendere l'assunzione del farmaco, troppo pesante e invalidante per lei. Questo provoca una reazione scomposta delle assistenti sociali, che la rimproverano, che arrivano a minacciarla, tanto che la donna, spaventata da quegli avvertimenti ("se non avessi assunto il farmaco con cadenza costante mi avrebbero tolte le figlie e scritto al Tribunale per i Minorenni per non farmele vedere mai più e per farmi passare per pazza"), e visto quanto le era accaduto nel frattempo, decide di denunciare il caso ai Carabinieri il 2 dicembre 2019;

considerato che:

due mesi prima, a ottobre 2019, era accaduto l'impensabile e in linea con le minacce ricevute per quel farmaco rifiutato: le bambine vengono affidate ai servizi sociali di Seriate, collocate in una struttura, dove si organizzano incontri protetti padre-figlie e incontri vigilati madre-figlie. E da lì il percorso per questa donna vittima delle circostanze avverse è tutto in salita: nel 2021 la bimba più piccola viene affidata, mentre la più grande viene collocata ancora una volta in una struttura in attesa di una famiglia affidataria, dove però mostra segni di insofferenza che, secondo le relazioni di chi la segue nel percorso, sono dovuti "ad alcuni comportamenti inadeguati della madre durante gli incontri". In altre parole, la colpa è sempre e solo di questa donna che vuole solo tornare a vivere con le sue figlie. A nessuno viene in mente che tale situazione di sofferenza e frustrazione e di lontananza dalla madre hanno reso la bambina intollerante e irrequieta. Ci si lamenta persino che la bimba abbia "manifestato difficoltà nel contesto scolastico";

il 16 febbraio 2022, il Tribunale per i Minorenni di Brescia prende una decisione devastante per la madre: sospende gli incontri tra lei e le bambine, conferma l'affido della bimba più piccola, conferma la permanenza della figlia più grande in una struttura fino al reperimento di una famiglia affidataria e nomina un curatore speciale per le due bambine. Infine, convoca i due genitori per il prossimo 31 maggio 2022: in quella data sarà valutata la loro responsabilità genitoriale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;

se ritenga opportuno adottare iniziative di competenza al riguardo, considerando che la donna non è solo vittima di un uomo maltrattante, che ha abusato persino della loro figlia più piccola, ma è vittima di chi avrebbe dovuto aiutarla a ritrovare la dovuta serenità assieme alle sue figlie, lontano da nuove e devastanti umiliazioni.

(4-07028)