• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/07036 Conzatti Donatella - Al Ministro della salute. - Premesso che: l'accordo Stato-Regioni del 2010 fissava il numero di almeno 1.000 nascite all'anno quale parametro standard cui tendere...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07036 presentata da DONATELLA CONZATTI
martedì 17 maggio 2022, seduta n.433

Conzatti Donatella - Al Ministro della salute. - Premesso che:

l'accordo Stato-Regioni del 2010 fissava il numero di almeno 1.000 nascite all'anno quale parametro standard cui tendere per il mantenimento o l'attivazione dei punti nascita. Stabiliva inoltre la previsione di punti nascita con numerosità inferiore e comunque non al di sotto di 500 parti all'anno, solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate con rilevanti difficoltà di attivazione dello STAM;

come da attribuzione del decreto ministeriale 11 novembre 2015, il comitato percorso nascita nazionale (CPNn) ha predisposto il documento "protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orogeografiche difficili", parte integrante del decreto stesso;

la competenza sugli standard di sicurezza è regolamentata con decreto ministeriale 2 aprile 2015, n. 70, e, per quanto riguarda in particolare i punti nascita, gli standard sono ulteriormente definiti negli allegati 1a e 1b dell'accordo citato;

considerato che:

in data 2 febbraio 2016 la Provincia autonoma di Trento ha presentato domanda di deroga per tutti e 4 i punti nascita sotto la soglia di 500 parti annui (Arco, Cavalese, Cles e Tione);

in data 22 giugno 2016 il Ministero della salute, fatte proprie le valutazioni del CPNn, comunicava alla Provincia il responso positivo per i punti nascita di Cavalese e Cles e quello negativo per Arco e Tione. Nel riconoscere la deroga, il CPNn ha dato particolare rilevanza alle criticità connesse alle condizioni orografiche dei punti nascita di Cavalese e Cles;

la deroga veniva comunque subordinata al rispetto dei requisiti inerenti al personale dei punti nascita operanti in Italia; tra gli altri la presenza in guardia attiva (sulle 24 ore) dell'anestesista, del ginecologo, del pediatra e dell'ostetrica. Inoltre erano previsti controlli periodici da parte del Ministero relativamente al rispetto dei criteri previsti;

in data 14 febbraio 2017 è stata inviata al Ministero una comunicazione inerente allo stato dell'arte dei punti nascita di Cavalese e Cles, in risposta alla quale il CPNn, in data 7 marzo 2017, ha poi confermato l'operatività di quello di Cles ed elaborato il parere sospensivo della deroga per il punto nascita di Cavalese, sia per motivi strutturali che di personale;

rilevato, inoltre, che:

nell'interlocuzione tra Provincia autonoma di Trento e Ministero, veniva specificato che la deroga prevedeva, per quanto riguarda il personale, la guardia attiva per tutte le figure professionali richieste (anestesisti, ginecologi, pediatri), e che il ricorso a consulenti (detti gettonisti) poteva avvenire soltanto in una prima fase ed in via eccezionale, mentre a regime andava garantita la presenza di personale stabile e dipendente;

la Provincia ha provveduto a realizzare le infrastrutture richieste per garantire gli standard di sicurezza delle sale operatorie presso l'ospedale di Cavalese, ed il CPNn ha provveduto a confermare la possibilità di riapertura, avvenuta il 1° dicembre 2018;

dal marzo 2020, con la diffusione del COVID-19, i punti nascita di Cles e Cavalese hanno vissuto diversi momenti di chiusura, l'ultimo è avvenuto per entrambi dal 13 gennaio 2022 al 28 febbraio 2022;

l'ospedale di Cles e quello di Cavalese in questi anni hanno dovuto ricorrere costantemente in maniera diffusa a ginecologi consulenti, e l'azienda sanitaria non è riuscita a garantire continuità e stabilità alle équipe mediche. In questo momento l'operatività del punto nascita di Cavalese è garantita dalla presenza di almeno 3 consulenti ginecologi, provenienti da altre regioni italiane, pagati oltre 700 euro netti a turno,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali verifiche siano state svolte in merito al rispetto dei requisiti previsti nei provvedimenti di deroga concessi dal Ministero;

quali iniziative, per quanto di competenza, intenda porre in essere al fine di monitorare la corretta gestione dei punti nascita in deroga nazionali e garantire le procedure di massima sicurezza per donne e nascituri.

(4-07036)