• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03609/075 9/3609/75. Siragusa, Romaniello, Dori, Paolo Nicolò Romano, Menga.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03609/075presentato daSIRAGUSA Elisatesto diMercoledì 18 maggio 2022, seduta n. 696

   la Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca diverse misure per il sostegno del settore agro-alimentare e per le aziende agricole attraverso l'introduzione di crediti d'imposta, la rinegoziazione e la ristrutturazione di mutui agrari e l'incremento del fondo per lo sviluppo e il sostegno alle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura al fine di fronteggiare il peggioramento economico internazionale con l'innalzamento dei costi di produzione derivante dal conflitto in Ucraina;

    la brutale invasione da parte della federazione Russa in Ucraina ha innescato, oltre ad una drammatica emergenza umanitaria, l'ennesima grave crisi del nostro sistema agroalimentare, a dimostrazione di quanto questi sia squilibrato e vulnerabile agli shock esterni a livello globale, europeo e nazionale;

    ai rincari delle sementi e dei mangimi dell'ultimo semestre, antecedenti al conflitto in corso, legati ai cambiamenti climatici che dopo oltre 100 giorni di siccità stavano minacciando 1/3 della produzione agricola nel Centro e Nord Italia, si è aggiunto per effetto della guerra l'aumento del costo dell'energia del 120 per cento, quello del gasolio agricolo del 50 per cento e quello dei concimi del 140 per cento;

    il conflitto nel cuore dell'Europa oltre a minacciare la stabilità continentale, rischia di tradursi anche in una «guerra dei poveri» per produttori agricoli e consumatori, amplificando le già pesanti conseguenze che l'aumento vertiginoso del costo dell'energia sta producendo sul tessuto economico e sociale del nostro paese, dal momento che le imprese agricole per sopravvivere, stanno scaricare gli aumenti dei costi sul prezzo finale delle produzioni alimentari;

    le ricche e potenti lobby dell'agricoltura industriale ed i loro influenti rappresentanti nelle istituzioni nazionali ed europee, sembrano utilizzare la guerra in Ucraina e lo sconvolgimento internazionale che questa ha causato, per far crescere le paure sull'insicurezza alimentare in Europa con l'intento di sospendere e indebolire ulteriormente gli obiettivi che mirano a tutelare la salute, il clima e l'ambiente, previsti nel Green Deal europeo e nelle strategie Farm to Fork e Biodiversità;

    la Commissione europea nella comunicazione del 22 marzo 2022 «Proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari», ha proposto una serie di misure volte ad affrontare l'impatto della guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare, sia nell'UE che a livello mondiale, tra le quali destano particolare preoccupazione le deroghe alle già deboli normative esistenti in tema di tutela del suolo, della salute dei consumatori, della biodiversità e dell'ambiente;

    secondo le misure proposte dalla Commissione, gli Stati europei potranno importare cibo e mangimi con livelli di pesticidi più alti di quelli attualmente consentiti e di favorire la produzione di OGM. A preoccupare anche la riduzione dei prezzi dei concimi chimici di tipo minerario e la sospensione della politica di messa a riposo dei terreni (il set aside) che finora ha garantito una produzione alimentare sostenibile a protezione del suolo e dell'ambiente;

    sebbene l'interruzione delle importazioni venga dipinta come una crisi della sicurezza alimentare, in realtà trattasi della crisi di un settore specifico: l'allevamento intensivo di animali. Attualmente oltre il 60 per cento dei terreni seminativi in Europa è dedicato all'alimentazione degli animali, la maggior parte dei quali costretti in allevamenti intensivi, mentre il 53 per cento dei cereali utilizzati è destinato all'alimentazione animale, mentre solo il 19 per cento al consumo umano. Molta della terra oggi dedicata alla produzione di mangimi, di cui alcuni Stati membri stanno ulteriormente favorendo la crescita, potrebbe essere usata per produrre cibo per le persone, anche a beneficio dei Paesi più vulnerabili all'insicurezza alimentare;

    il conflitto in Ucraina mostra chiaramente che l'Europa è pericolosamente dipendente dalle importazioni di fertilizzanti (fosfato e carbonato di potassio) così come dal gas fossile per la produzione di fertilizzanti azotati, prodotti spesso controllati da multinazionali o da governi autoritari. L'uso intensivo di fertilizzanti di sintesi non solo porta ad alte emissioni di gas serra ed è altamente inquinante per l'ambiente, ma rende anche gli agricoltori vulnerabili all'aumento dei prezzi, facendo salire il costo del cibo e compromettendo la sicurezza alimentare delle fasce di popolazione a basso reddito;

    l'Unione europea utilizza vaste distese di terreni per coltivazioni alimentari o mangimistiche per produrre energia. Il dodici per cento di cereali come il grano o il mais, che sono usati in larga parte per nutrire animali (rispettivamente 40 per cento e 80 per cento), viene utilizzato per fini energetici e industriali, mentre una fetta considerevole degli oli vegetali utilizzati in Europa, come l'olio di colza, viene trasformata in biodiesel per le automobili. La sola Germania usa più di un milione di ettari di campi per coltivare mais per il biogas. Sprecare il cibo utilizzandolo come combustibile non è mai stato un bene per il clima, per la natura, o per la sicurezza alimentare, e nella crisi attuale ciò va ad aggravare l'aumento dei prezzi e la carenza di materie prime;

    nel medio e lungo periodo lo sfruttamento indiscriminato dei terreni attuato oggi, insieme all'aumento dell'uso di fertilizzanti chimici, ridurrà sensibilmente la quantità di terra coltivabile generando l'impoverimento dei suoli e la chiusura di molte aziende, nonché la perdita di biodiversità con effetti anche sul clima, così come l'importazione e la produzione di cibo con livelli di pesticidi maggiori comprometterà la salute dei consumatori e renderà l'agricoltura italiana ed europea sempre meno resiliente e più dipendente da altri Paesi;

    la guerra non può essere una scusa in agricoltura, come nel settore energetico, per rallentare la transizione ecologica e favorire ristretti gruppi di interesse che, mettendo al centro il solo profitto, hanno aumentato la fragilità del nostro sistema socio-economico;

    l'impatto della guerra in Ucraina rende chiaro come per diventare resiliente e neutrale dal punto di vista climatico, l'agricoltura dell'UE abbia più che mai bisogno di accelerare nella trasformazione del sistema agro-alimentare, ponendo fine all'attuale uso insostenibile delle risorse naturali, eliminando gradualmente la dipendenza da input esterni, diminuendo gli sprechi alimentari e riducendo la sua forte dipendenza dalle proteine animali per concentrarsi, invece, sulle proteine vegetali,

impegna il Governo:

   ad adottare misure urgenti volte a garantire la resilienza del nostro sistema agroalimentare colpito dagli effetti del conflitto in atto in Ucraina e la piena sovranità alimentare del paese, mettere in atto meccanismi che prevengano l'ulteriore aumento dei prezzi degli alimenti ed ogni possibile speculazione finanziaria sul costo delle materie prime;

   a ridurre la dipendenza dell'Italia dai fertilizzanti di sintesi attraverso piani specifici d'azione che aumentino la produzione di fertilizzati organici, sostenendo in tal modo la transizione verso pratiche agro-ecologiche meno dipendenti dai fertilizzanti di sintesi;

   ad adottare obiettivi vincolanti e relative misure necessarie per ridurre significativamente gli sprechi alimentari dal campo alla tavola;

   ad esprimere in sede Europea forte contrarietà all'adozione di provvedimenti tesi ad indebolire le misure ambientali, già peraltro deboli, contenute nella Politica Agricola Comune (PAC), accelerando lo sviluppo e l'attuazione delle politiche nell'ambito della strategia Farm-to-Fork.
9/3609/75. Siragusa, Romaniello, Dori, Paolo Nicolò Romano, Menga.