• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03319 FEDELI, D'ARIENZO, MARGIOTTA, LAUS, D'ALFONSO, FERRAZZI, ROJC, TARICCO, ALFIERI, BOLDRINI, PORTA, MARILOTTI, GIACOBBE, STEFANO, IORI, VERDUCCI, MANCA - Ai Ministri dello sviluppo economico e...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03319 presentata da VALERIA FEDELI
mercoledì 11 maggio 2022, seduta n.431

FEDELI, D'ARIENZO, MARGIOTTA, LAUS, D'ALFONSO, FERRAZZI, ROJC, TARICCO, ALFIERI, BOLDRINI, PORTA, MARILOTTI, GIACOBBE, STEFANO, IORI, VERDUCCI, MANCA - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

la RAI (Radiotelevisione italiana) è la società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia, costituzionalmente tutelato, idoneo, tra gli altri, a garantire l'attuazione concreta della democrazia attraverso una trasparente e corretta informazione su fatti nazionali ed internazionali ed un pieno sviluppo socio-culturale dell'uomo e del cittadino;

come confermato da copiosa giurisprudenza, la RAI è un organismo di diritto pubblico tenuto all'osservanza delle procedure di evidenza pubblica nell'affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture e, nell'ambito della mission istituzionale, a gestire progetti ed esternalizzazioni di attività secondo responsabilità ed etica;

con riferimento alle riprese, a partire dalla metà degli anni Novanta, la RAI si affida a società di produzione televisiva distribuite sul territorio nazionale iscritte nel proprio Albo fornitori e costituite in gran parte da micro imprese con meno di cinque dipendenti;

il rapporto tra la RAI e le società di servizi è regolato da un contratto, di durata variabile da 6 mesi ad 1 anno, che stabilisce gli obblighi da parte dei service e indica unilateralmente un tariffario di riferimento per le prestazioni. Tariffe contrattuali che non sono state mai adeguate in relazione ai dati ISTAT, ma sottoposte ad un continuo ribasso, annunciato anche per il 2022;

a fronte dell'impegno richiesto alle imprese di servizi di garantire la disponibilità giornaliera di 24 ore per 365 giorni all'anno senza un numero minimo garantito di prestazioni giornaliere e con continue richieste di aggiornamenti tecnologici, onerosi in termini economici, si rende estremamente difficoltoso trovare una utilità in questo tipo di contratto, in quanto le imprese medesime sono comunque tenute a sostenere costi fissi al fine di garantire la disponibilità degli operatori (assunti, peraltro, con contratto di lavoro subordinato) che, di fatto, annullano la convenienza di prestare l'attività;

come conseguenza, la riduzione delle tariffe in convenzione non rende più sostenibili da parte dei service il rispetto dei livelli economici dei CCNL, sottoposti invece a periodici rinnovi, e quello di alcune clausole contrattuali quali: mancati festivi e notturni, franchigie chilometriche, orario di lavoro, obblighi di reperibilità non retribuiti,

si chiede di sapere:

se la RAI, nell'ambito della sua mission istituzionale, possa adottare comportamenti non in linea con gli obblighi richiamati dal Codice etico che inducono, di fatto, le società private ad erogare servizi a prezzi fissi di importo inferiore al reale costo del lavoro da sostenere e nettamente minori rispetto alle tariffe adottate dai broadcaster pubblici europei;

se si ritenga opportuno, alla luce delle considerazioni svolte in premessa, valutare l'avvio di un meccanismo di negoziazione contrattuale attraverso le associazioni di categoria comparativamente più rappresentative sul piano nazionale del settore interessato al fine di stabilire obblighi e tariffe congrue rispetto alle prestazioni richieste dalla RAI.

(3-03319)