• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06975 CONZATTI - Al Ministro della salute. - Premesso che: in Italia ci sono circa 3,6 milioni di persone che hanno avuto in passato una diagnosi di tumore e circa un milione sono considerate...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06975 presentata da DONATELLA CONZATTI
martedì 10 maggio 2022, seduta n.430

CONZATTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

in Italia ci sono circa 3,6 milioni di persone che hanno avuto in passato una diagnosi di tumore e circa un milione sono considerate clinicamente guarite da oltre 5 anni, ma per la burocrazia sono spesso considerate ancora malate e rischiano discriminazioni nell'accesso a servizi, come l'ottenimento di mutui, la stipula di assicurazioni sulla vita, l'assunzione in un posto di lavoro e l'adozione di un figlio. Oggi, infatti, per richiedere molti servizi è necessario dichiarare se si è avuto il cancro, anche se si è già guariti;

lasciarsi la malattia alle spalle non è semplice, tanto più ove i percorsi burocratici inchiodano a una diagnosi ricevuta diverso tempo prima, impedendo a queste persone di sentirsi come tutti gli altri;

nello specifico, la materia delle adozioni per chi ha avuto il cancro ed è guarito incontra oggettive maggiori difficoltà, benché non sia vietata. La legislazione vigente, infatti, ai fini dell'ottenimento dell'idoneità all'adozione, prevede, in capo ai tribunali per i minorenni, tramite l'ausilio dei servizi sociali, l'avvio di indagini sugli aspiranti genitori adottivi che riguardano, tra l'altro, anche lo stato di salute dei richiedenti;

i tribunali per i minorenni tendono a riferirsi a un periodo di 5 anni dalla guarigione come riferimento utile per considerare l'idoneità all'adozione degli ex malati oncologici, tuttavia l'ordinamento non prevede un termine stabilito per legge e non vi è alcuna certezza in tal senso;

considerato che:

per guarigione, in oncologia, si intende il periodo dopo il quale l'aspettativa di vita torna ad essere la stessa della popolazione generale, e oggi dal cancro si può guarire. Infatti, grazie all'innovazione dei percorsi terapeutici, moltissimi tumori vengono curati e altri possono essere cronicizzati, e questo comporta che tantissimi pazienti possano tranquillamente vivere anche a molti anni di distanza da una diagnosi;

tutti i trattamenti antitumorali, sia sistemici (chemioterapia, ormonoterapia) che locali (radioterapia e chirurgia), possono compromettere temporaneamente o permanentemente la fertilità;

sebbene il principio ispiratore della legge sulle adozioni sia, in primo luogo, la tutela del minore ad avere una famiglia, è pur vero che l'esperienza di avere un figlio costituisce speranza di vita e desiderio umano per qualsiasi persona, e, quando c'è una condizione di lunga sopravvivenza dopo una diagnosi di tumore senza recidiva, non c'è motivo per cui non si debba riconoscere l'idoneità all'adozione;

questo percorso andrà valutato caso per caso, perché il requisito di buon senso deve essere che non vi sia un rischio concreto, e prossimo, per la sopravvivenza di chi aspira a diventare genitore, ma è necessario che vi siano delle indicazioni normative di principio, che permettano di superare le discriminazioni e le difficoltà che continuano ad incontrare quotidianamente gli ex malati oncologici, e che permetta di diffondere, anche socialmente, il principio per il quale lo stato di malattia passato non equivale ad una malattia del futuro,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda intervenire affinché, in relazione agli ex malati oncologici, siano individuati dei termini certi che, una volta decorsi, fatte salve situazioni specifiche, facciano sì che tale pregressa patologia non possa costituire motivo avverso al riconoscimento dell'idoneità all'adozione.

(4-06975)