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Atto a cui si riferisce:
C.1/00648    premesso che:     la pandemia da COVID-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la necessità di rafforzare la...



Atto Camera

Mozione 1-00648presentato daPANIZZUT Massimilianotesto diMartedì 10 maggio 2022, seduta n. 691

   La Camera,

   premesso che:

    la pandemia da COVID-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la necessità di rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale di fornire servizi adeguati sul territorio;

    in relazione a tali esigenze, la Missione n. 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), relativa alla Salute, prevede nell'ambito della componente n. 1, recante «reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza territoriale», la definizione di «standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l'assistenza territoriale», l'attivazione di 1.288 «Case della Comunità», la realizzazione degli «Ospedali di comunità», nonché l'aumento del volume delle prestazioni rese in «assistenza domiciliare» fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 per cento della popolazione di età superiore ai 65 anni;

    inoltre, la componente 2 della citata Missione n. 6, recante «innovazione ricerca e digitalizzazione», prevede investimenti nel sistema salute in particolare in termini di risorse digitali e strumentali, nell'ottica di innovare la struttura tecnologica del Servizio sanitario nazionale, sia a livello centrale sia a livello regionale;

    con nota in data 23 febbraio 2022, in attuazione delle citate componenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Ministro della salute ha inviato alla segreteria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano (di seguito Conferenza Stato-Regioni) uno schema di decreto ministeriale concernente: «Modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale del Servizio sanitario nazionale» (cosiddetto «DM 71»);

    nella seduta del 30 marzo 2022, all'esito di una serrata interlocuzione, è stata espressa la mancata intesa da parte della predetta Conferenza permanente (rep. atti n. 42/CSR) sullo schema di decreto presentato dal Ministero della salute;

    in data 21 aprile 2022 il Consiglio dei ministri ha adottato, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, una «delibera sostitutiva dell'intesa della Conferenza Stato-regioni», con la quale viene dato il «via libera» all'adozione dello schema di decreto ministeriale nonostante la mancata acquisizione dell'intesa;

    lo schema di decreto ministeriale concernente: «Modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale del Servizio sanitario nazionale», del quale è stata autorizzata l'adozione in assenza dell'intesa della Conferenza Stato-regioni, attualmente all'esame del Consiglio di Stato, necessita di essere attuato con molta attenzione, in particolare al fine di evitare la ripetizione di errori già commessi in passato, la riproposizione di modelli vetusti che si sono già dimostrati non efficaci, e ancora la concentrazione degli investimenti nelle sole infrastrutture, non accompagnata da adeguati e commisurati investimenti nel capitale umano del Servizio sanitario nazionale;

    l'attuazione delle riforme dovrà tenere conto, inoltre, delle peculiarità dei singoli territori, in particolare nelle aree interne e rurali, nelle zone di confine e montane, le cui principali criticità non sembrano – almeno allo stato – superabili attraverso la realizzazione delle sole case della comunità, considerato che gli assistiti residenti in dette zone rimarranno comunque distanti da esse, con elevati tempi di percorrenza, a discapito del diritto alla prossimità del luogo di cura;

    per ovviare a tali criticità, assicurando la capillarità dei servizi, sarà dunque necessario valorizzare le reti infrastrutturali esistenti, assicurando anche il coinvolgimento proficuo e costante del mondo del terzo settore, del volontariato organizzato, delle farmacie delle strutture sanitarie private accreditate;

    il disegno di riforma va, inoltre, modulato alla luce degli attuali dati demografici che classificano l'Italia come il secondo Paese più anziano del mondo. La popolazione over 65 costituisce un terzo di quella totale (14 milioni) ed è destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni, fino a toccare quota 20 milioni nel 2050;

    i dati sopra citati rendono, allora, indispensabile il potenziamento dell'assistenza domiciliare, implementando anche le prestazioni di telemedicina, la digitalizzazione dei sistemi, il sostegno e la formazione dei caregiver, nonché la promozione del ruolo della farmacia di servizi;

    di pari passo, la situazione demografica impone di dedicare una particolare attenzione (anche) al potenziamento delle Rsa, migliorandone gli «standard organizzativi (per esempio presenza di un responsabile medico per struttura, adeguata formazione del personale, interconnessione con l'intero sistema dei servizi sanitari), strutturali (ad esempio miglioramento della capacità ricettiva delle strutture) e tecnologici», come si legge nella prefazione all'indagine sulla long-term care, pubblicata dall'associazione Italialongeva per l'anno 2020;

    nonostante la situazione demografica, il nostro Paese ha un'offerta di appena 19 posti letto nelle Rsa ogni 1000 abitanti over 65; un dato di gran lunga inferiore rispetto alla media dei Paesi Ocse che è, invece, pari a 47 posti letto ogni 1000 abitanti over 65;

    le Rsa, così come il mondo del sociale e del terzo settore, non risultano tuttavia rappresentati nell'ambito delle Commissioni e dei Gruppi di lavoro che sono stati istituiti, rispettivamente, presso il Ministero della salute e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per orientare i progetti di riforma dedicati alla popolazione anziana e non autosufficienti;

    le difficoltà del Governo nel raggiungere l'intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni sullo schema del cosiddetto «DM71» certificano che non è possibile attuare una riforma così importante tagliando completamente fuori il Parlamento,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per assicurare, accanto agli investimenti nelle infrastrutture, nelle case della comunità e negli ospedali di comunità, adeguati investimenti nel capitale umano del Servizio sanitario nazionale, al fine di superare, in maniera definitiva, la grave carenza di medici e professionisti sanitari, dipendenti e convenzionati, che si riscontra nel territorio nazionale, e sostenere le regioni che si trovano quotidianamente e in prima linea alle prese con essa;

2) ad adottare iniziative che mettano realmente le regioni nelle condizioni di assumere e impiegare il personale sanitario/amministrativo necessario a far funzionare le strutture territoriali previste dal Pnrr, la cui realizzazione risulterebbe altrimenti inutile, assicurando l'integrale copertura finanziaria dei relativi oneri nell'ambito della dotazione annua del fondo sanitario nazionale e in deroga ai vigenti limiti di spesa del personale;

3) ad assicurare che gli standard e i modelli organizzativi di cui al cosiddetto «DM71» siano attuati con progressività, in relazione anche alla disponibilità delle risorse, con l'obiettivo di renderli operativi, a regime, a partire dall'anno 2026, coerentemente con le osservazioni in tal senso formulate dalla Conferenza Stato-regioni;

4) a valutare l'impatto che gli aumenti del costo delle materie prime e i rincari dell'energia, alimentati dal conflitto in Ucraina, avranno sull'attuazione delle riforme previste nell'ambito della Missione n. 6 Salute del Pnrr, evidenziando gli investimenti strutturali e tecnologici che non potranno essere portati a termine a parità di risorse, anche nell'ottica di avanzare una richiesta di adeguamento delle risorse stesse in sede europea;

5) a valorizzare, nell'ambito dei progetti di riforma previsti dal Pnrr e dal cosiddetto «DM71», la rete delle strutture private accreditate esistenti, promuovendo il collegamento tra queste e le case della Comunità, anche attraverso la stipula di contratti di rete, al fine di sfruttare la capillarità dei servizi da esse offerti sul territorio, agevolare la scrematura delle prestazioni (in particolare, nel campo delle prestazioni sanitarie diagnostiche, radiologiche e altro), contenere il numero delle opere edilizie da realizzare e generare altresì un cospicuo risparmio per le casse pubbliche;

6) a promuovere la valorizzazione della farmacia di servizi come presidio sanitario territoriale della prossimità, nell'ottica di avvicinare, anche attraverso di essa, l'assistenza e la disponibilità di servizi ai cittadini;

7) ad agevolare l'integrazione tra i servizi sanitari e socio-assistenziali, promuovendo la valorizzazione delle sinergie tra pubblico, privato e terzo settore, nell'ottica di un cambiamento radicale di prospettiva che veda finalmente i servizi, le prestazioni e le istituzioni ruotare attorno agli assistiti e non viceversa;

8) ad adottare iniziative di competenza per recuperare e valorizzare il ruolo del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, semplificando gli adempimenti burocratici che risultano attualmente a loro carico ed incrementando, per quanto consentito, le possibilità per gli stessi di prescrivere i farmaci in classe A-Pht, attualmente distribuiti nel circuito della distribuzione diretta;

9) a promuovere, in specie nelle aree interne e montane, nelle piccole isole, nelle zone di confine e nelle altre aree nelle quali, per le caratteristiche geografiche e morfologiche del territorio, le case della comunità possano risultare distanti, il rafforzamento dello studio del medico di medicina generale, attraverso strumenti di prima diagnostica, rete e telemedicina nonché mediante l'integrazione con figure professionali dipendenti dall'azienda sanitaria di riferimento, al fine di garantire un'assistenza di prossimità adeguata e non accrescere le diseguaglianze territoriali;

10) ad adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a potenziare l'odontoiatria pubblica, consentendo espressamente l'accesso ai ruoli dirigenziali del Ssn e alle funzioni di specialista ambulatoriale anche agli odontoiatri che non sono in possesso di un diploma di specializzazione ulteriore rispetto alla (già di per sé specialistica) laurea in odontoiatria e protesi dentaria, agevolando in questo modo il ricambio generazionale degli organici e l'erogazione di un maggiore volume di prestazioni;

11) a promuovere l'implementazione della telemedicina tra le pratiche clinico-assistenziali utilizzate in maniera standard, quale strumento in grado di garantire servizi di alto livello per diagnosi, terapie e follow up di pazienti cronici, superando le barriere normative, burocratiche e tecnologiche ancora oggi esistenti;

12) a promuovere il collocamento della figura del caregiver familiare, attualmente definita dall'articolo 1, comma 255, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, nell'ambito di un quadro giuridico di riferimento, affiancandolo costantemente nelle attività e nella formazione e valorizzandone il ruolo anche da un punto di vista assistenziale, sociale e previdenziale;

13) a sostenere, nell'ambito degli interventi in favore delle persone anziane e non autosufficienti, il potenziamento degli standard organizzativi, strutturali e tecnologici delle Rsa e delle strutture analoghe, destinando un'adeguata quota di risorse a tale obiettivo e assicurando, in ogni caso, la rappresentanza delle strutture medesime, del mondo del sociale e del terzo settore, nelle Commissioni e nei Gruppi di lavoro istituiti presso il Ministero della salute e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

14) a promuovere la formazione di una rete capillare di assistenza domiciliare con personale adeguatamente formato, nel rispetto degli obiettivi qualitativi e quantitativi di presa in carico della popolazione individuati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza;

15) a fornire un'informazione qualificata e trasparente in merito ai progetti di riforma dell'assistenza sanitaria territoriale e a confrontarsi periodicamente con le Camere in merito ai progressi nella loro attuazione.
(1-00648) «Panizzut, Molinari, Boldi, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Paolin, Patelli, Sutto, Tiramani».