Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA
Atto a cui si riferisce:
C.9/03533-A/053 9/3533-A/53. Zolezzi, Serritella, Bella, Bruno, Corneli, Dieni, Di Lauro, Emiliozzi, Ferraresi, Iorio, Papiro, Faro, Gabriele Lorenzoni, Martinciglio, Segneri, Terzoni.
Atto Camera
Ordine del Giorno 9/03533-A/053presentato daZOLEZZI Albertotesto diMercoledì 4 maggio 2022, seduta n. 687
La Camera,
premesso che:
con l'approvazione dell'ordine del giorno a prima firma dell'onorevole Zolezzi al decreto-legge n. 1 del 2022 il Governo ha accolto l'impegno a valutare l'opportunità di revocare le misure che prevedevano la necessità di dosi vaccinali obbligatorie a fini lavorativi e per tutte le finalità, anche sociali o ricreative, per le quali era richiesto il cosiddetto «Supergreenpass» o «Green pass rafforzato» per le persone guarite dall'infezione dal virus SARS-CoV-2;
con la pubblicazione del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24 e con lo scadere dell'emergenza COVID-19 il 31 marzo 2022, l'obbligo di vaccinazione è rimasto per alcune categorie professionali, operatori sanitari fino al 31 dicembre 2022 e per gli insegnanti fino al 15 giugno 2022;
la letteratura scientifica citata nelle premesse di tale ordine del giorno, in particolare lo studio di Alejo et al., Department of Surgery, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, Maryland pubblicato su JAMA il 3 febbraio 2022, condotto su 1.580 pazienti, dove viene riportato che il 99 per cento delle persone infettate in precedenza aveva anticorpi contro il SARS-CoV2 anche a distanza di venti mesi dalla negativizzazione, è stata arricchita da numerosi altri studi e da dati pubblicati anche su siti istituzionali prestigiosi come il CDC USA, nel cui testo più recente si legge: «mentre rimane incerto in quale grado e per quanto tempo le persone con anticorpi rilevabili sono protette dalla reinfezione da SARS-CoV-2 o quale concentrazione di anticorpi sono necessarie per fornire tale protezione, gli studi di coorte indicano 80-90 per cento di riduzione nell'incidenza per almeno 6 mesi dopo l'infezione fra le persone positive per anticorpi. L'immunità adattiva mediata da T-cell a seguito dell'infezione, sebbene non completamente compresa, probabilmente contribuisce alla proiezione da successive esposizioni al SARS-CoV-2». Dopo aver citato alcuni studi, nel documento si riporta che «Tutte le persone eleggibili dovrebbero ricevere il vaccino, includendo le persone già infettate anche con anticorpi evidenti», tuttavia tale affermazione non appare supportata da dati e fa, in ogni caso, riferimento a una popolazione diversa dalla nostra (BM1. dislipidemie e altro). Nel testo dello stesso Cdc pubblicato come Morbidity and Mortality Weekly Report il 19 gennaio 2022 (COVID-19 Cases and Hospitalization by COVID-19 Vaccination status and Previous COVID-19 Diagnosis – California and New York, May-November 2021 Tomas M. Leon, e altri U.S. Department of Health and Human Services Center for Disease Control and Prevention Early Release / Vol. 71 January 19, 2022) si leggono le percentuali di ospedalizzazione per reinfezione nei guariti non vaccinati e vaccinati, con analoga percentuale (0,03 per cento cioè 3 guariti su 10.000 sono stati ospedalizzati);
sono 12.554.996 i casi di SARS-CoV-2 diagnosticati in Italia al 22 febbraio 2022; secondo le Assicurazioni Generali i casi sarebbero di più, circa 100 volte il numero dei decessi per le varianti ante-omicron, quindi almeno 15 milioni (153.764 decessi in Italia al 23 febbraio 2022), con verosimile incremento dei casi per la variante Omicron che ha causato meno della metà dei decessi rispetto alle precedenti varianti, questi dati suggeriscono uno scarso significato clinico e un risultato assente a livello di sanità comunitaria relativamente alla vaccinazione dei guariti da SARS-CoV-2 e impongono un ripensamento delle norme esistenti, in particolare, per quanto riguarda il diritto al lavoro e l'efficacia del Servizio sanitario nazionale;
i dati sono riportati anche nell'interrogazione al Ministro della salute dell'Onorevole Zolezzi e al numero 4/11507 a cui non è stata ancora data risposta; al 29 aprile 2022 sono 16.4 milioni i casi nazionali di infezione diagnosticata da SARS-CoV-2 (163 mila decessi);
lo studio svedese di Peter Nordstrom et al. pubblicato su the Luncet, infectious diseases, mettendo a confronto campioni di individui non vaccinati con immunità naturale, non vaccinali privi di immunità naturale alla partenza, vaccinati con una dose e con due dosi dopo una infezione. Ha evidenziato come, dopo i primi 3 mesi, l'immunità naturale era associata con un minor rischio di infezione da SARS-CoV-2 del 95 per cento e con un minor rischio di ricovero dell'87 per cento per circa 20 mesi di follow-up, senza segni di declino;
questi risultati estendono notevolmente il follow-up di una metanalisi di 15 studi osservazionali, che aveva mostrato con l'immunità naturale un minor rischio di reinfezione proprio dell'87 per cento persistente fino a un anno, nel confronto con soggetti non immuni. L'immunità ibrida ha offerto una protezione aggiuntiva che può sembrare importante in termini relativi, ma è minima in termini assoluti; risultati simili ha ottenuto uno studio israeliano in preprint, in cui una dose aggiuntiva di vaccino Pfizer in soggetti naturalmente immuni è risultato associato con un piccolo numero di infezioni in meno nell'arco di mesi;
gli autori svedesi, per altro, osservano che ci sono segnali di decadimento nel tempo della protezione ibrida, e la stessa cosa osserva un recente studio israeliano su 5,7 milioni di individui, anche questo in preprint. Lo studio svedese, recensito in italiano sulla rivista «Quotidiano sanità» dal professor Alberto Donzelli, conclude sostenendo che «se i pass sono usati per restrizioni sociali, si dovrebbe riconoscere come prova di immunità non solo la vaccinazione, ma anche una precedente infezione»;
relativamente ad altre vaccinazioni per specifiche categorie si può portare l'esempio della vaccinazione anti epatite B, fortemente raccomandata (non obbligatoria) in operatori sanitari privi di positività di anti-HBs che indica la presenza di memoria immunologica, e la vaccinazione antitubercolare (TBC) obbligatoria in operatori di specifici reparti e settori in caso di negatività al test cutaneo, per le quali l'immunità naturale esenta dalla raccomandazione o dall'obbligo vaccinale. Per il SARS-CoV-2 va aggiunto il fatto che tale virus non è stabile e la vaccinazione non è ancora aggiornata con le varianti circolanti a differenza di epatite B e TBC con agente patogeno e vaccinazione relativamente stabili;
non sono disponibili dati certi sul numero di lavoratori ancora sospesi per non aver adempiuto all'obbligo vaccinale per la loro categoria. Per quanto riguarda i medici, il presidente Anelli della FNOMCeO rese noto il dato di 34 mila medici sospesi alla data del 21 gennaio 2022, circa il 5 per cento dei medici italiani, e altrettanti potrebbero essere gli infermieri e gli operatori sanitari portando a ipotizzare un numero di 60 mila operatori sanitari, fra medici, infermieri, operatori sociosanitari e altri, attualmente sospesi, un numero rilevante se si pensa allo stato di stress del Servizio sanitario nazionale dove, già in prepandemia, il numero di operatori in burn out era elevatissimo;
in questa fase, consentire a tutti gli operatori sanitari, almeno ai guariti, di riprendere a esercitare, appare uno strumento essenziale per la ripartenza e la resilienza del Servizio sanitario nazionale;
lo stesso vale per il mondo della scuola e per le altre categorie ancora obbligate alla vaccinazione, a scapito dell'efficacia e del regolare funzionamento del sistema di istruzione, pur in assenza di adeguate motivazioni scientifiche a supporto del protrarsi della misura della sospensione,
impegna il Governo:
a disporre, per le persone guarite da infezione documentata da SARS-CoV-2 e per le persone che possano dimostrare un'immunità anche solo di memoria linfocitaria dal medesimo agente patogeno, la revoca delle misure che prevedono la necessità di dosi vaccinali obbligatorie a fini lavorativi per le quali è richiesto il cosiddetto «Supergreen-pass» o «Green-pass rafforzato» o comunque la vaccinazione obbligatoria per talune categorie professionali, compresi gli operatori sanitari;
a rendere pubblici i dati relativi al numero degli operatori professionali dei diversi settori attualmente interessati dalle misure di sospensione dal lavoro a seguito delle restrizioni legate alla gestione della pandemia.
9/3533-A/53. Zolezzi, Serritella, Bella, Bruno, Corneli, Dieni, Di Lauro, Emiliozzi, Ferraresi, Iorio, Papiro, Faro, Gabriele Lorenzoni, Martinciglio, Segneri, Terzoni.