• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00834 (7-00834) «Bagnasco, Spena, Versace, Novelli, Bond, Brambilla».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00834presentato daBAGNASCO Robertotesto diMercoledì 4 maggio 2022, seduta n. 687

   La XII Commissione,

   premesso che:

    la vulvodinia è, secondo la definizione data dalla Società internazionale per lo studio della malattie vulvovaginali, un «fastidio vulvare cronico, più spesso descritto come dolore urente, che si verifica in assenza di segni visibili rilevanti o di un disordine neurologico specifico e clinicamente identificabile»;

    si stima che in Italia siano 3,5/4 milioni di donne a soffrirne, con un'incidenza maggiore tra quelle che hanno tra i 20 ed i 29 anni;

    le pazienti con vulvodinia convivono con dolori lancinanti che si manifestano in particolare in periodo premestruale, a seguito di visite ginecologiche, rapporti sessuali o persino se indossano abiti troppo stretti, con tutta una serie di conseguenze nocive sulla salute fisica e mentale;

    una percentuale elevata di donne che soffrono di vulvodinia lamenta anche una serie di disturbi cronici, come la cistite interstiziale, l'intestino irritabile, la fibromialgia e il dolore temporo-mandibolare;

    la diagnosi di questa malattia è troppo spesso raggiunta tardivamente: le associazioni segnalano che solo il 20 per cento dei ginecologi ne riconoscono i sintomi in tempo e sanno prescrivere una cura d'adatta per le pazienti e c'è chi ancora oggi si sente rispondere che i dolori percepiti sarebbero provocati dallo stress;

    nonostante il carattere invalidante di questa malattia, non è ancora stata inserita nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), impedendo a chi ne soffre di beneficiare di esenzioni od agevolazioni sanitarie in convenzione con il Servizio sanitario nazionale;

    la vulvodinia è una di quelle malattie cosiddette «invisibili» che colpiscono una percentuale rilevante della popolazione femminile e tra le quali rientra anche la endometriosi, quest'ultima inserita nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti, negli stadi clinici più avanzati («moderato o III grado» e «grave o IV grado»),

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative, anche normative, affinché siano aggiornate le tabelle di cui al decreto ministeriale n. 329 del 1999, ai fini dell'inserimento della vulvodinia tra le malattie invalidanti, riconoscendo alle donne affette dalla patologia il diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza sanitaria correlate;

   ad adottare le iniziative di competenza per l'inserimento della vulvodinia nel Piano nazionale delle cronicità;

   ad adottare iniziative in favore della formazione dei professionisti sanitari e dei futuri professionisti sanitari, al fine di favorire la capacità di diagnosi di questa patologia e ridurre il ritardo diagnostico ancora diffuso;

   a promuovere la conoscenza della malattia ed il sostegno alla ricerca scientifica già a partire dalle facoltà universitarie;

   ad adottare iniziative per implementare su tutto il territorio nazionale i centri pubblici specializzati nella diagnosi e nell'assistenza delle pazienti che soffrono della vulvodinia e di altre malattie croniche cosiddette «invisibili» che colpiscono le donne, come la endometriosi e fibromialgia.
(7-00834) «Bagnasco, Spena, Versace, Novelli, Bond, Brambilla».