• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06941 LANNUTTI, ANGRISANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che: è di questi giorni la clamorosa notizia secondo cui,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06941 presentata da ELIO LANNUTTI
giovedì 21 aprile 2022, seduta n.426

LANNUTTI, ANGRISANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

è di questi giorni la clamorosa notizia secondo cui, nell'inchiesta sulle plusvalenze nel calcio (al primo grado di giudizio), coloro che erano stati inseriti nel fascicolo sono stati tutti prosciolti. Il tribunale federale nazionale ha infatti deciso di non sanzionare le società calcistiche Juventus, Napoli e le altre nove società coinvolte, oltre a 59 dirigenti. In particolare, il tribunale federale nazionale (si legge nella nota ufficiale della Federcalcio), presieduto da Carlo Sica, ha prosciolto tutte le società, i dirigenti e gli amministratori dei club che erano stati deferiti dalla procura federale per aver contabilizzato nelle relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti a quelli consentiti dai principi contabili;

la procura federale aveva ipotizzato la presenza di artifici contabili delle società coinvolte, messi in pratica gonfiando (era questo il capo d'imputazione) il valore dei calciatori nelle trattative di mercato per accomodare i bilanci, generando così plusvalenze fittizie del valore complessivo di 110 milioni di euro;

le tesi della procura sono state però respinte in quanto sono risultate inconsistenti le accuse paventate dall'articolo 31 (comma 1 e 2) e dall'articolo 4 del codice di giustizia sportiva: per il tribunale federale infatti non c'è stata alcuna "violazione delle norme federali in materia gestionale ed economica", "né falsificazione dei documenti contabili o amministrativi mediante qualsiasi altra attività illecita o elusiva", né si è prefigurato il caso della "mancata lealtà". In altre parole, non hanno convinto né i metodi adottati dagli inquirenti per individuare parametri economici congrui da contrapporre a quelli riconosciuti come alterati, né è stato possibile identificare con ragionevole certezza probatoria qual è il confine legale entro il quale dovrebbero muoversi la società che vende un giocatore (di cui ne detiene il cartellino e ne fa il prezzo) e un'altra che accetta le condizioni della transazione per chiudere l'affare;

considerando inoltre che:

è la terza volta che un'inchiesta sulle plusvalenze termini in un nulla di fatto o quasi. Nel lontano 2008 (giustizia ordinaria), le squadre Milan e Inter furono assolte per gli scambi reciproci avvenuti in quegli anni. Più recentemente nel 2018 (giustizia sportiva), l'inchiesta si concluse con appena tre punti di penalizzazione per il Chievo Verona per il caso delle plusvalenze con il Cesena. La difficoltà è sempre la stessa: trovare un parametro oggettivo, ovvero il valore di mercato. Quindi anche se alcune valutazioni appaiano palesemente gonfiate, per provare un illecito bisogna fare i salti mortali in un mercato non regolamentato;

la sentenza rappresenta una sconfitta non solo per il procuratore federale Giuseppe Chinè, che aveva chiesto per il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, 12 mesi di inibizione e per il numero uno del Napoli, Aurelio De Laurentiis, 11 mesi e 5 giorni (oltre a una serie di provvedimenti per gli altri dirigenti), ma soprattutto per il messaggio che trasmette, con conseguenti futuri risvolti: si mette una pietra tombale a questo tipo di inchieste in quanto è impossibile addentrarsi in una materia poco chiara e di difficile interpretazione (perché appunto sulla valutazione di mercato dei calciatori non esistono parametri economici normati da leggi o regolamenti), pertanto si lasciano le mani libere a società e dirigenti;

nel mondo del calcio è comprovata l'omertà universale che tutela le "storture" dei grandi club, sottratti troppo spesso con generosa immunità alla valutazione del sistema giudiziario. Non è da meno la giustizia sportiva: tutti capiscono che sarebbe fin troppo semplice stroncare il turpe fenomeno del razzismo negli stadi, intollerabile per un Paese democratico, rispettoso dell'accoglienza, della tolleranza, della parità: al primo ripetersi di insulti, oscene ingiurie a giocatori di colore, basterebbe infliggere provvedimenti esemplari, ma nessuno osa mai proporre e attuare queste punizioni, come pure sarebbe facile impedire ad alcuni arbitri, con altrettante esemplari punizioni, sempre impossibili da infliggere, la comprovata "benevolenza" nei confronti dei top club,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di quanto rappresentato e se intenda avviare, per quanto di competenza, un monitoraggio sui fenomeni descritti;

quali iniziative abbia intenzione di porre in essere, per quanto di competenza, anche a livello normativo, per arginare tali fenomeni, poiché la mancanza di tali parametri sulla valutazione di mercato dei calciatori rende intoccabili e impermeabili alla giustizia alcune categorie, decisamente privilegiate rispetto a tutti gli altri lavoratori.

(4-06941)