• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06947 LANNUTTI, ANGRISANI, LEZZI, DI MICCO, MORRA, BOTTO, GRANATO, LA MURA, NUGNES, GIANNUZZI, ABATE, CORRADO - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dell'economia e...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06947 presentata da ELIO LANNUTTI
giovedì 21 aprile 2022, seduta n.426

LANNUTTI, ANGRISANI, LEZZI, DI MICCO, MORRA, BOTTO, GRANATO, LA MURA, NUGNES, GIANNUZZI, ABATE, CORRADO - Ai Ministri delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

in data 8 settembre 2016 gli spagnoli del gruppo Abertis (che controlla 8.500 chilometri di autostrade in America latina, Europa ed Asia) hanno acquisito definitivamente l'A4 holding S.p.A. e l'autostrada Brescia-Padova da questa controllata. Nel consiglio di amministrazione di H4 holding siedono sei spagnoli e un italiano, Costantino Toniolo, ex consigliere della Regione Veneto, eletto con l'UDC. La firma era già arrivata nell'agosto 2015, ma i dettagli dell'operazione sono stati resi noti solo il 10 maggio 2016 da un comunicato della società iberica. L'intesa raggiunta dal gruppo spagnolo con Intesa Sanpaolo, Astaldi e famiglia Tabacchi prevede che gli spagnoli paghino un totale di 594 milioni di euro per il 51 per cento della società. La valutazione complessiva, quindi, si aggira su 1,2 miliardi di euro. L'operazione, che verrà regolata nel gennaio 2023, a parte un anticipo di 5 milioni da pagare "entro i prossimi mesi", è subordinata al via libera del Governo italiano sul prolungamento della A31;

la A4 Brescia-Verona-Vicenza-Padova è considerata l'autostrada più redditizia d'Italia al di fuori della rete di Autostrade per l'Italia S.p.A., con oltre 423 milioni di euro di ricavi nel 2018, di cui 203 di margine operativo lordo, con un risultato operativo di oltre 128 milioni, frutto anche di un aumento delle tariffe, tra il 2007 e il 2018, del 34,4 per cento;

il 21 gennaio 2019 il Consiglio di Stato ha deciso l'annullamento della concessione: si è pronunciato definitivamente sull'appello presentato l'anno precedente dal Comune di Besenello, e con sentenza n. 499/19 ha annullato la deliberazione del CIPE del 18 marzo 2013, condannando la società., che si era opposta, al pagamento delle spese, facendo così cadere l'unico appiglio per il proseguimento della concessione;

l'annullamento della concessione stabilito dal Consiglio di Stato è stato anche riportato dalla società Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova, Holding A4 S.p.A., nel bilancio di esercizio 2019, nella sezione relazione sulla gestione 31 dicembre 2019, a pagina 51: "Con riferimento alle sentenze del Consiglio di Stato di gennaio 2019 che hanno annullato la delibera CIPE di approvazione del progetto preliminare del 1° lotto, Concedente e Concessionaria hanno depositato specifici ricorsi presso la Corte di Cassazione, dei quali si attende l'esito". Nonostante questo, la società si considera ancora titolare della concessione, basandosi solo su un ricorso (che non sospende nulla) contro l'annullamento di una delibera;

il 6 aprile 2020, però, la Direzione generale per la vigilanza sulla concessioni autostradali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il cui titolare era allora il ministro Paola De Micheli, ha stipulato con la società autostradale un atto aggiuntivo alla convenzione unica del 9 luglio 2007, in cui si conferma al 31 dicembre 2026 la durata della concessione, ritenendo assolta la condizione di cui all'articolo 4, comma 2, della convenzione del 2007, che richiedeva il progetto definitivo dell'intera autostrada Valdastico nord, "in funzione dell'approvazione del 1° Lotto funzionale" della medesima, "con delibera CIPE n. 21/2013";

in data 13 ottobre 2020, la Corte di cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla citata società avverso la sentenza del Consiglio di Stato. Mentre la Corte dei conti ha citato in giudizio i vertici dell'ANAS per un danno erariale di 178 milioni di euro, per il fatto di aver autorizzato la proroga della concessione;

considerato che:

già in data 24 dicembre 2013, lo Stato italiano e Autostrade per l'Italia hanno sottoscritto un atto aggiuntivo alla convenzione unica con il quale si è proceduto all'aggiornamento quinquennale del piano finanziario allegato alla convenzione, come previsto dall'art. 11 della medesima. L'atto aggiuntivo è stato approvato con decreto interministeriale 30 dicembre 2013 (come riporta il bilancio 2013 di Atlantia, pubblicato ad aprile 2014). In altri termini nei 10 mesi di Governo, l'ex Presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta ha "aggiornato" la concessione di Autostrade per altri 5 anni. Il tutto è stato rapidamente approvato con un decreto il 30 dicembre seguente e poi secretato, non permettendo così di far conoscere i dettagli economici della convenzione;

a fine del 2016, Enrico Letta è entrato nel consiglio di amministrazione di Abertis, dove è rimasto fino a maggio 2018;

a ottobre 2018 Atlantia ha acquisito Abertis e con essa la concessione Brescia-Padova (che doveva scadere nel 2013, ma che di fatto è ancora operante);

una settimana fa la famiglia Benetton, in associazione con il fondo d'investimento americano Blackstone, ha lanciato un'offerta pubblica di acquisto su Atlantia, sfidando il gigante spagnolo delle costruzioni ACS, che aveva già messo gli occhi sul gruppo italiano di autostrade e aeroporti;

considerato inoltre che, ogni giorno, 1.175.000 euro, che dovrebbero arrivare nelle casse dello Stato, proprietario e unico legittimo possessore dell'autostrada Brescia-Padova, dopo l'annullamento della concessione del 2013, vanno invece ad Atlantia, il che vuol dire che dal 2019 ad oggi lo Stato ha perso un miliardo e 392 milioni di euro,

si chiede di sapere:

quali azioni si intenda intraprendere a salvaguardia dell'interesse pubblico;

per quale motivo si sia permesso il prosieguo della concessione benché fosse chiara la sentenza del Consiglio di Stato e come si intenda intervenire per porre rimedio, visto il continuo esborso oneroso da parte degli utenti (è il percorso più costoso d'Italia) dovuto a un'ipotetica realizzazione della nuova tratta, che non verrà mai realizzata;

se sia ravvisabile quello che gli interroganti ritengono un conflitto di interesse tra i soggetti coinvolti nel prosieguo della concessione.

(4-06947)