• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/11877 (4-11877)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11877presentato daCIRIELLI Edmondotesto diMercoledì 20 aprile 2022, seduta n. 679

   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

  l'articolo 32 della Costituzione afferma che «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti [...]», il legislatore, così, ha sancito l'assoluta importanza della salute quale diritto fondamentale e inviolabile della persona la cui integrità è indispensabile per l'esercizio di ogni altro diritto;

  l'emergenza pandemica dovuta al virus Sars-CoV-2, che ha causato oltre sei milioni di morti nel mondo e 161 mila decessi in Italia, ha fatto emergere l'assoluta inadeguatezza e inefficienza del sistema sanitario italiano dimostratosi impreparato a fronteggiare la crisi sanitaria, a causa dei tagli della spesa pubblica effettuati negli ultimi dieci anni e delle privatizzazioni, come si evince dai dati statistici degli anni 2010 e 2019;

   in dieci anni, il numero degli ospedali si è ridotto di 173 unità, con ripercussioni anche sul numero dei posti letto diminuito di circa 43.471 unità e negli stessi anni di riferimento anche l'organico del personale si è ridotto del 6,5 per cento (di 46.000 posti di lavoro);

   quanto rappresentato dovrebbe condurre alla necessità di una inversione di tendenza volta a prevedere maggiori stanziamenti della spesa pubblica nel settore sanitario e garantire, in tal modo, il pieno diritto alla salute per ogni cittadino e in tutte le regioni arginando altresì il gap tra Nord e Sud;

   il Governo, invece, sembrerebbe aver sottovalutato tale necessità in quanto dalle previsioni di andamento della spesa sanitaria pubblica di cui alla nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Def) approvata il 29 settembre 2021 dal Consiglio dei ministri si evince che la spesa italiana per la sanità in relazione al prodotto interno lordo decrescerà arrivando a valere il 6,1 per cento del Pil nel 2024; dal 2017 al 2020 questa percentuale era rimasta ferma al 6,6 per cento del Pil, tra le più basse in Europa, aumentata al 7,3 per cento nel 2021 a causa delle spese connesse all'emergenza Covid-19, per poi ridursi al 6,7 per cento nel 2022, 6,3 per cento nel 2023 e addirittura 6,1 per cento nel 2024;

   siffatta circostanza continuerà a penalizzare il sistema sanitario nazionale, causando l'allungamento delle liste d'attesa nel settore pubblico e inducendo il cittadino a rivolgersi all'offerta privata sanitaria, trainata anche dalla diffusione di varie forme di assicurazioni integrative;

   a parere dell'interrogante, la crisi pandemica avrebbe dovuto generare profonde correzioni del modello sanitario nazionale portato avanti per vent'anni e dimostratosi fallimentare, che ha limitato fortemente la rete della medicina territoriale pubblica e ha instaurato in campo ospedaliero una concorrenza viziata tra settore pubblico e privato, a favore di quest'ultimo;

   il settore privato deve essere scelto liberamente dai cittadini e non perché impossibilitati ad usufruire agevolmente di prestazione pubbliche. L'anomalia diviene ancora più grave quando il settore privato è favorito anche da organi istituzionali dello Stato; è recente la notizia secondo cui il Gruppo San Donato e il Ministero dell'interno avrebbero siglato una convenzione sanitaria che coinvolgerebbe tutti gli ospedali e le strutture ambulatoriali del gruppo privato;

   in particolare, a usufruire della convenzione sarebbero 17.000 dipendenti dell'amministrazione civile del Ministero dell'interno in servizio presso gli uffici centrali e le prefetture presenti nei capoluoghi di provincia;

   la convenzione garantirebbe il 15 per cento di sconto su tutte le prestazioni ambulatoriali, diagnostiche e di ricovero, erogate dai diciannove ospedali del Gruppo San Donato, tra cui l'Ospedale San Raffaele, l'istituto Galeazzi, il Policlinico San Donato e da tutte le strutture ambulatoriali e una linea di comunicazione dedicata per garantire agli assistiti servizi veloci e personalizzati;

   tale accordo rappresenterebbe l'ammissione implicita da parte del Governo del perdurare del fallimento del servizio sanitario nazionale –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di prevedere maggiori stanziamenti della spesa pubblica in ambito sanitario per garantire la massima efficienza della sanità pubblica e diminuire la concorrenza tra pubblico e privato.
(4-11877)