• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/07889 (5-07889)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07889presentato daMELICCHIO Alessandrotesto diMartedì 19 aprile 2022, seduta n. 678

   MELICCHIO. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire) è un ente pubblico di ricerca, parte del Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione. Nasce nel 1925 e si occupa di ricerca inerenti alle tematiche scolastiche. Conta 400 dipendenti, 4 sedi e gestisce diversi progetti europei, come l'Erasmus+ 2021-2027;

   la Corte dei conti, nella relazione «Determinazione e relazione, sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Indire 2019», pubblicata il 4 gennaio 2022, ha evidenziato una serie di rilievi critici nella gestione dell'ente: dalla discutibile auto-attribuzione dei compensi per il presidente e i consiglieri del Consiglio di amministrazione a partire dal 2013, con importi che «differiscono in maniera consistente», da quanto previsto dal decreto interministeriale dei Ministeri dell'istruzione e dell'economia e delle finanze del 31 ottobre 2002, di riferimento per la materia, e nonostante i richiami del Ministero vigilante, all'interim, troppo lungo dell'ufficio dei servizi giuridici e amministrativi e degli affari generali, ad anomalie nel capitolo dedicato al direttore, fino al crescente ricorso a incarichi di consulenza, nonostante l'avvenuta stabilizzazione di una quota del personale, laddove «si sarebbe dovuto assistere ad una proporzionale razionalizzazione dei contratti di consulenza, quantomeno con riferimento alle funzioni ordinarie dell'Ente»;

   l'istituto Indire sta attraversando un momento di grande difficoltà. La Presidente, nominata alla guida del Centro a settembre 2021, dopo neppure sei mesi ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni a seguito di una «non condivisione delle modalità di gestione amministrativa dell'ente», in altri termini una frizione nemmeno troppo velata con il direttore generale dell'ente. Il conflitto tra i vertici sta avendo gravi ripercussioni sul funzionamento dell'istituto, con il personale che riferisce di divergenze e indicazioni contraddittorie;

   lo stallo dirigenziale preoccupa molto, alla luce della necessità di occuparsi del superamento del precariato (grazie anche ai fondi previsti dalla legge di bilancio 2022) e dell'approvazione del piano assunzionale, con il completamento delle stabilizzazioni di almeno altri 60 precari e del determinarsi della mancata possibilità di progressione di carriera per quel personale contrattualizzato da anni ma ampiamente sottoinquadrato –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti riportati e quali iniziative intendano adottare, nell'ambito delle proprie competenze, per risolvere al più presto la situazione di blocco dell'ente, al fine di garantire la piena regolarità e funzionalità dell'istituto, anche in considerazione degli ultimi precari da stabilizzare, della possibilità di avvalersi di indire per quanto riguarda gli affidamenti Pon e del ruolo che l'ente sarà chiamato a svolgere nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(5-07889)