• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/11850 (4-11850)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11850presentato daPANIZZUT Massimilianotesto diMartedì 19 aprile 2022, seduta n. 678

   PANIZZUT. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la mattina del 4 settembre 2021, a Trieste in via Carducci, una delle strade centrali della città, è avvenuta una sparatoria a opera di persone di origine kosovara;

   i soggetti responsabili, a vario titolo, della sparatoria sono dodici, dei quali attualmente dieci si trovano agli arresti domiciliari, controllati elettronicamente attraverso un braccialetto, e due sono reclusi presso una struttura detentiva;

   gli autori della sparatoria sono accusati di tentato omicidio plurimo pluriaggravato e di lesioni personali volontarie plurime e pluriaggravate;

   gli imputati, a seconda delle rispettive posizioni, hanno chiesto di patteggiare una pena a quattro anni, otto mesi e 15 giorni di reclusione (per il tentato omicidio e le lesioni, con la concessione delle attenuanti generiche, equivalenti alle contestate aggravanti), a due anni e sei mesi e a due anni e quattro mesi;

   il pubblico ministero titolare delle indagini C.D., ha accolto la richiesta di patteggiamento;

   l'udienza in camera di consiglio per decidere se accogliere o rigettare la richiesta è stata fissata dal giudice per le udienze preliminari, L.D., per mercoledì 13 aprile 2022;

   da fonti di stampa si apprende che tra le persone rimaste vittime della sparatoria, sette in tutto e tutte di origine kosovara, una è stata colpita da un proiettile al dorso, una alla caviglia, due agli arti, mentre una si è dovuta addirittura sottoporre a un intervento per l'asportazione della milza a seguito delle ferite subite;

   Kurteshi Ibrahim, una delle vittime, ha rilasciato dichiarazioni alla stampa appellandosi alla giustizia e manifestando tutta la sua preoccupazione per l'assenso da parte del pubblico ministero alla richiesta di patteggiamento della condanna da parte degli imputati, una soluzione che, qualora fosse applicata anche la liberazione anticipata sulla base della cosiddetta buona condotta, comporterebbe una scarcerazione di alcuni dei condannati per la sparatoria dopo un periodo di detenzione addirittura inferiore ai due anni;

   come è noto, l'istituto del patteggiamento comporta l'applicazione di una pena detentiva inferiore ai cinque anni, determinata computando le eventuali circostanze e la diminuzione fino a un terzo, consentendo, pertanto, l'applicazione di questa disciplina anche a reati gravi, i quali, in astratto, prevedono una pena di gran lunga superiore ai cinque anni di reclusione;

   è questo un vulnus dell'istituto talmente evidente che il legislatore ha dovuto prevedere l'esplicita esclusione di alcuni reati particolarmente gravi e «odiosi» dalla sfera di applicazione del patteggiamento;

   a parere dell'interrogante, la decisione del pubblico ministero, ancorché corretta dal punto di vista procedurale quanto all'applicabilità dell'istituto ai reati riferiti al caso di specie, non può non tener conto della gravità dell'episodio che ha avuto un'eco immediata, perché svoltosi in pieno giorno, in un luogo pubblico di una grande città, e che avrebbe potuto portare a una vera e propria strage;

   infine, un sistema che rimette in libertà dopo pochi mesi gli autori di una sparatoria svoltasi con le modalità sopra descritte rischia di incentivare comportamenti recidivi e trasmette l'immagine di un sistema giustizia che non si preoccupa minimamente della sicurezza delle vittime;

   se il Ministro interrogato nell'ambito delle proprie competenze e sempre nel rispetto dei princìpi di autonomia e indipendenza dei magistrati nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali, intenda assumere iniziative normative al fine di prevedere l'esclusione dalla facoltà di ricorrere all'istituto dell'applicazione di pena su richiesta per gli autori di reati di particolare gravità e impatto sociale, come quelli descritti in premessa.
(4-11850)