• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01497 (2-01497) «Gallo, Torto, Federico, Manzo, Lovecchio, Buompane, Micillo, Deiana, Zolezzi, Gubitosa, Flati, Donno, Daga, Varrica, Di Lauro, Adelizzi, Misiti, Faro, Traversi, Terzoni, D'Ippolito,...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01497presentato daGALLO Luigitesto diMartedì 19 aprile 2022, seduta n. 678

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il contributo delle aziende al perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile in Agenda 2030 e degli obiettivi di decarbonizzazione rappresenta un fattore strategico che richiede un costante impegno da parte degli Stati nell'individuazione di modelli sostenibili di produzione e di consumo, necessari alla transizione verso l'economia circolare e al raggiungimento della carbon neutrality in Europa entro il 2050;

   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha avviato nel 2011 un programma sull'impronta ambientale di prodotti e servizi con l'obiettivo di sperimentare su vasta scala e ottimizzare, in collaborazione con il settore produttivo italiano, le differenti metodologie di misurazione delle prestazioni ambientali, al fine di poterle armonizzare e rendere replicabili. La metodologiche gli indicatori di sostenibilità si basano principalmente sul Life Cycle Assessment (Uni-En-Iso 14044), sulla Carbon Footprint (Uni Iso/dis 14067) e sulla Water footprint (Iso/cd 14046);

   con la legge n. 221 del 2015 è stato istituito uno schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell'impronta ambientale dei prodotti, denominato «Made Green in Italy». Il regolamento di attuazione, adottato con decreto ministeriale n. 56 del 2018, prevede che la certificazione, gestita dal Ministero della transizione ecologica, sia basata sulla metodologia europea Pef – Product Environmental Footprint, come definita dalla Commissione europea nella raccomandazione 2013/179/UE, associandovi aspetti di tracciabilità, qualità ambientale, qualità del paesaggio e sostenibilità sociale;

   il «Made Green in Italy» ha l'obiettivo di promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo, di contribuire al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dei prodotti, mediante la riduzione degli impatti ambientali che questi generano durante il loro ciclo di vita, di favorire scelte informate e consapevoli da parte dei cittadini e di rafforzare l'immagine dei prodotti «made in Italy». La quantificazione delle prestazioni ambientali di un prodotto è basata su uno studio Pef completo, verificato e validato da un ente terzo indipendente. Tuttavia, il presupposto affinché un'azienda possa aderire allo schema è che sussistano le «Regole di categoria di prodotto» (Rcp, consistenti in regole e requisiti obbligatori e facoltativi necessari alla conduzione di studi relativi all'impronta ambientale per quella specifica categoria. Qualora vi sia una Product Environmental Footprint Category Rules a livello europeo, deve essere recepita ed integrata nella Rcp, in caso contrario, viene elaborata una Rcp a livello nazionale;

   apposite linee guida ministeriali, adottate nel 2014, hanno normato le fasi di comunicazione dei progetti di valutazione dell'impronta ambientale e relativa divulgazione per i soggetti che intendono aderire al Programma nazionale per la valutazione dell'impronta ambientale ma che, per ragioni strutturali, principalmente imputabili alla mancanza di Rcp di riferimento, non possono aderire allo schema «Made Green in Italy»;

   inoltre, si prevede che il Ministero utilizzi nei Cam l'adesione allo schema «Made Green in Italy» come strumento di verifica del rispetto delle specifiche tecniche da parte delle stazioni appaltanti, laddove pertinenti e riguardanti il ciclo di vita del prodotto, in base agli articoli 34 e 87 del codice dei contratti pubblici;

   la Francia dal 1° marzo ha avviato una nuova piattaforma per la notifica dei progetti che intendono accedere al sistema di etichettatura low carbon label e ha presentato il piano d'azione per lo sviluppo del sistema. L'acquisto di crediti di carbonio volontari generati dall'etichetta consente alle aziende che aderiscono di creare campagne di comunicazione e marketing per condividere le loro azioni con gli stakeholder e contestualmente di soddisfare le nuove esigenze dei consumatori;

   a conferma della crescente propensione dei consumatori alla condivisione, anche all'interno di comunità virtuali, di stili di vita e scelte consapevoli socialmente e ambientalmente sostenibili, si assiste, infatti, alla diffusione, nei siti web, di applicazioni che facilitano l'acquisizione di informazioni aggiornate su aziende, prodotti e servizi che aderiscono a tali sistemi di etichettatura, con la previsione di meccanismi premiali che alimentano tale circuito virtuoso;

   la nuova Strategia nazionale per l'economia circolare prevista nell'ambito della Missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), componente M2C1, Riforma 1.1, che verrà adottata entro giugno 2022, integrerà nelle aree di intervento l'ecodesign, ecoprodotti, blue economy, bioeconomia, materie prime critiche. Ad essa si affianca la riforma 3.3 che prevede investimenti (per un importo pari a 30 milioni di euro) per aumentare il livello di cultura e consapevolezza sulle tematiche ambientali e sulle opzioni a disposizione per l'adozione di stili di vita e consumi più sostenibili, anche a livello di comunità;

   il comma 61 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2022 ha stabilito le risorse disponibili sul fondo per il Green New Deal, destinate alla copertura delle garanzie sui finanziamenti anche per progetti volti a favorire l'integrazione dei cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi, nella misura di 565 milioni di euro per il 2022;

   ulteriore strumento finanziario legato agli obiettivi di neutralità climatica al 2050, è il Fondo per la transizione giusta (JTF), istituito con regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021, con risorse disponibili, per il periodo 2021-2027, che ammontano complessivamente a 17,5 miliardi di euro (936 milioni per l'Italia) –:

   quali siano i più recenti sviluppi della strategia «Made green in Italy» e, in particolare, quali siano le regole di categoria di prodotto attualmente disponibili e in corso di validità, e quante le aziende e i settori che vi hanno aderito e che hanno ottenuto la licenza d'uso del logo ministeriale;

   se non intendano adottare iniziative per definire modalità aggiornate e più efficaci di valutazione dell'impronta ambientale dei prodotti del sistema produttivo italiano, anche mediante nuovi servizi dedicati alla Carbon Neutrality e un sistema aggiornato di etichettatura che consenta di monitorare le performance di prodotto e valorizzare le scelte di adesione volontaria da parte degli operatori;

   se non intendano assumere iniziative, mediante il ricorso alla formula di acquisto cashback dei prodotti green o ulteriori soluzioni premiali innovative, anche sperimentali, associate all'utilizzo di apposite App o sistemi informatici, volte a premiare i consumatori che scelgono prodotti e servizi che rispondono agli indicatori di prestazione ambientale e aderiscono a sistemi di etichettatura low-carbon, anche mediante l'utilizzo dei fondi pluriennali europei per la transizione giusta.
(2-01497) «Gallo, Torto, Federico, Manzo, Lovecchio, Buompane, Micillo, Deiana, Zolezzi, Gubitosa, Flati, Donno, Daga, Varrica, Di Lauro, Adelizzi, Misiti, Faro, Traversi, Terzoni, D'Ippolito, Maraia, Davide Aiello, Alaimo, Amitrano, Aresta, Ascari, Azzolina, Baldino, Battelli, Bilotti, Cadeddu, Cassese, Cataldi, Maurizio Cattoi, Cillis, Ciprini, Cominardi, Corneli, Cubeddu, D'Arrando, De Carlo, Di Sarno, Dieni».