• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03495-AR/0 ... 9/3495-AR/24. (Testo modificato nel corso della seduta) Caiata.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03495-AR/024presentato daCAIATA Salvatoretesto presentato Martedì 12 aprile 2022 modificato Mercoledì 13 aprile 2022, seduta n. 677

   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame reca misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale, misure strutturali in materia energetica, che rispondono ad una logica più di medio-lungo periodo e interventi di politica industriale in settori fortemente connessi e influenzati dall'andamento del costo dell'energia;

    la Basilicata è la più grande riserva petrolifera d'Italia: qui si estraggono il 70,6 per cento del petrolio e il 14 per cento del gas italiani;

    ciò nonostante, la Basilicata accusa un gap infrastrutturale legato alla presenza di una rete viaria inadeguata, costituita dalle strade di fondovalle e da una rete viaria secondaria che collega i centri abitati, per lo più dislocati sui rilievi, su un territorio vasto e con bassa densità abitativa; di una rete ferroviaria obsoleta e poco sviluppata, dell'assenza di aeroporti che, di fatto, non consentono di sostenere lo sviluppo socio-economico dell'area; e non solo, perché negli anni i cittadini lucani hanno assistito ad un impoverimento del territorio, sul piano ambientale e paesaggistico, ma anche su quello sanitario, identitario e della coesione;

    è indubbio che la morfologia del territorio, i collegamenti infrastrutturali e le relative distanze non garantiscono approvvigionamenti concorrenziali, così come è indubbio che l'energia ed il suo costo costituiscono non solo una penalizzazione per chi vive e lavora in Basilicata ma anche un deterrente per investimenti esterni;

    appare, pertanto, importante prevedere misure compensative che determinino sconti fiscali sul consumo di prodotti energetici che lo stesso territorio contribuisce a produrre, come la proposta, di cui si discute da tempo, di istituire una zona franca energetica per la Basilicata, al fine di ridurre il costo delle accise sui prodotti energetici consumati in Basilicata da aziende e cittadini, nell'intento di compensare il ritardo di sviluppo di un'area geograficamente svantaggiata ed attenuare la diffusa percezione di uno sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali senza che ad esso corrisponda una concreta e duratura ricaduta sul territorio;

    una proposta condivisa anche da Confindustria Basilicata, che ha sottolineato l'importanza che la stessa avrebbe in una regione con un contesto socio-economico deficitario per infrastrutture materiali e immateriali, con un tessuto produttivo rappresentato per circa il 90 per cento da piccole e medie imprese che faticano a concorrere su un mercato globale, investendo le risorse derivanti dalle estrazioni petrolifere per benefici indiretti ai cittadini, come, appunto, il miglioramento delle infrastrutture;

    già in alcune realtà territoriali dell'Unione europea e della Repubblica italiana, con differenti motivazioni, sono state introdotte norme che consentono una riduzione differenziale delle accise, così consentendo di agevolare aree geograficamente isolate o soddisfare le accresciute esigenze finanziarie di regioni a forte autonomia politico-amministrativa;

    ai maggiori oneri derivanti dalla realizzazione di tale proposta, quantificati in circa 90 milioni di euro annui, si potrebbe, peraltro, provvedere con la sospensione della deducibilità dal reddito di esercizio delle royalties e dei canoni sostenuti dalle imprese per le attività di produzione di gas naturale, olio combustibile e petrolio (upstream),

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di riconoscere, anche in via sperimentale, ai residenti nella regione Basilicata da almeno un anno e alle imprese che hanno la propria sede legale e operativa sul territorio regionale lucano o all'interno dell'area Zes ionica riconducibile al porto di Taranto e in possesso di idonea certificazione ambientale, un contributo a fondo perduto pari all'aliquota nazionale di accisa sui consumi dei prodotti energetici di cui all'articolo 21, comma 1 del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, ai fini della compensazione per il consumo di territorio subito per effetto dell'attività di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi;

   a rafforzare il monitoraggio sugli effetti delle estrazioni petrolifere sulla salute e sull'ambiente.
9/3495-AR/24. (Testo modificato nel corso della seduta) Caiata.