• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03495-AR/0 ... 9/3495-AR/31. Sani, Nardi, Cenni, Ciampi, Braga, Morani.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03495-AR/031presentato daSANI Lucatesto presentato Martedì 12 aprile 2022 modificato Mercoledì 13 aprile 2022, seduta n. 677

   La Camera,

   premesso che:

    il primo trimestre 2022 ha visto un incremento in bolletta del 55 per cento per l'energia elettrica e del 41,8 per il gas per le famiglie;

    secondo stime del centro studi di Confindustria, nel 2022 il costo dell'energia per le imprese sarà di 37 miliardi di euro. Nel 2018 il conto finale era stato di 8 miliardi di euro, nel 2020 era già salito a 20 miliardi di euro;

    l'Arera, l'autorità di regolazione del settore, ha reso noto che il prezzo spot del gas naturale al Ttf (il mercato di riferimento europeo per il gas naturale) è aumentato, da gennaio a dicembre di quest'anno, di quasi il 500 per cento;

    in Italia il mercato dell'energia dipende ancora in gran parte dal gas e gli aumenti hanno quindi avuto delle ripercussioni immediate anche sul costo Pun, quindi sul prezzo della luce che gli utenti pagano in bolletta. I rincari in questo caso sono stati del 400 per cento. In particolare, la domanda di gas naturale è stata coperta per l'8 per cento dalla produzione nazionale e per il 92 per cento con il ricorso all'importazione;

    sono quindi necessarie politiche energetiche capaci di calmierare i prezzi per famiglie ed imprese, privilegiando ad esempio la produzione nazionale le fonti rinnovabili e pulite;

   valutato che:

    quella «geotermica» è una forma di energia naturale che trova origine dal calore della terra e, tra le energie rinnovabili, ha un valore aggiunto che condivide soltanto con l'idroelettrico: la continuità della produzione;

    nella regione Toscana la geotermia conta 34 centrali per una potenza installata di 761 megawatt. La produzione annua è di circa 5,9 miliardi di chilowattora che, complessivamente, soddisfa quasi il 30 per cento del fabbisogno energetico della regione e permette un risparmio di oltre 1 milione e 400 mila Tep e 4,1 mt di emissioni CO2 evitate. In questi territori la geotermia garantisce 650 occupati diretti e circa 2.000 nell'indotto e ha promosso lo sviluppo di numerose piccole e medie imprese in diversificati settori produttivi;

    in Toscana, inoltre, sono già nove i comuni teleriscaldati (dove gli immobili sono riscaldati direttamente con i fluidi geotermici a bassa temperatura) tra le province di Pisa, Siena e Grosseto (oltre a Piancastagnaio: Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Monterotondo Marittimo, Montieri, Chiusdino, Radicondoli, Santa Fiora e altri impianti sono in fase di progettazione) per un totale di quasi 10 mila utenti residenziali e commerciali, 26 ettari di serre ed un importante comparto della filiera artigianale, agroalimentare e turistica;

    gli effetti della geotermia in Toscana e le possibili ricadute sulla salute della popolazione locale sono al centro di studi regionali a partire dal 2008. Nei giorni scorsi, a distanza di oltre dieci anni di ricerche, è stata l'indagine «InVetta» a escludere correlazioni tra emissioni geotermiche e aspetti sanitari. Lo studio è stato curato dall'agenzia regionale di sanità nell'ambito del rapporto 2021 «Geotermia e salute in Toscana»;

    la direttrice di Ars Toscana, Lucia Turco, ha illustrato lo studio, il primo a livello nazionale ed europeo, e le linee guida dell'indagine InVetta che ha coinvolto 2 mila persone, tra analisi delle urine e del sangue, spirometrie, misurazioni di parametri antropometrici e della pressione arteriosa, anamnesi sugli stili di vita. L'indagine sugli effetti dell'esposizione all'acido solfidrico (H2S) ha fatto emergere rischi ridotti sulla funzionalità respiratoria. Non è emersa nessuna associazione con malattie cardiocircolatorie, tumori, altre malattie croniche come il diabete o la tiroide. L'unica associazione significativa è con l'ipertensione ma sono in corso ulteriori approfondimenti;

   preso atto che:

    nel 2024 scadranno le attuali concessioni geotermiche creando inevitabilmente comprensibili interrogativi sugli investimenti futuri delle imprese concessionarie per gli impianti ed anche per le comunità locali relativamente al corretto sfruttamento della risorsa energetica (soprattutto sulla continuità delle «royalties» ad oggi concesse agli enti locali finalizzate prevalentemente al risanamento ambientale del territorio);

    gli enti locali, tramite Anci, hanno da tempo rimarcato la necessità di preservare e incrementare la produzione da fonte rinnovabile geotermica attraverso un intervento normativo volto a prorogare le concessioni in essere, vincolando la proroga a determinate condizioni che coniughino l'interesse nazionale allo sviluppo delle comunità locali che si fanno carico della presenza degli impianti. Ed in particolare che:

     l'attuale concessionario presenti un piano di investimenti finalizzati all'efficientamento impiantistico ed all'abbattimento degli impatti ambientali e paesaggistici;

     il concessionario concordi con regioni ed enti locali interessati un piano di sviluppo locale, contenente anche misure di carattere non meramente patrimoniale, correlato al valore della concessione e della produzione;

     per quanto concerne i nuovi impianti l'autorizzazione sia correlata di uno specifico piano di sviluppo sostenibile del territorio, concordato fra concessionario, regioni ed enti locali interessati il quale dettagli gli impegni del concessionario e le previste ricadute socio-economiche, ambientali ed occupazionali dirette ed indirette;

     al fine di preservare la competitività del sistema economico a fronte dei rincari dei costi energetici, una quota della produzione energetica sia destinata, a prezzi calmierati, alle attività produttive energivore delle province o delle regioni interessate;

    in questa direzione va segnalato che secondo il Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche) qualora le attuali concessioni venissero rinnovate a Enel green Power (attuale gestore) «avremmo la possibilità di avere altre 4 centrali da 40 megawatt ciascuna, e il costo dell'energia sarebbe un quarto di quello che arriva da altre fonti. Il gestore attuale delle centrali geotermiche di questa parte della Toscana, assicura che in 10 anni, con un investimento di 3 miliardi di euro, la regione potrebbe avere il 70 per cento del proprio fabbisogno energetico coperto dai vapori e dalle turbine delle fonti geotermiche»;

   considerato che:

    nel provvedimento in esame sono presenti norme per incentivare la produzione di energia da risorsa geotermica;

    nel corso dell'esame parlamentare sono state inoltre apportate modifiche rispetto a tali tematiche. Rispetto alle problematiche sopracitate veicolate dall'Anci il Governo, pur invitando al ritiro gli emendamenti presentati, non ha comunque precluso futuri interventi per il settore;

    l'attuale scenario internazionale, legato alla peculiarità localistiche della risorsa geotermica, determinano la necessità di coniugare il corretto sfruttamento della risorsa con le esigenze di programmazione degli investimenti dei soggetti concessionari e la corretta e sostenibile crescita economica e sociale dei territori coinvolti,

impegna il Governo:

   ad inserire nel primo provvedimento utile norme che proroghino le concessioni geotermiche in essere, vincolando la proroga a determinate condizioni che coniughino l'interesse nazionale allo sviluppo delle comunità locali che si fanno carico della presenza degli impianti; prevedendo quindi che:

    l'attuale concessionario presenti un piano di investimenti finalizzati all'efficientamento impiantistico ed all'abbattimento degli impatti ambientali e paesaggistici;

    il concessionario concordi con regioni ed enti locali interessati un piano di sviluppo locale, contenente anche misure di carattere non meramente patrimoniale, correlato al valore della concessione e della produzione;

    per quanto concerne i nuovi impianti l'autorizzazione sia correlata di uno specifico piano di sviluppo sostenibile del territorio, concordato fra concessionario, regioni ed enti locali interessati il quale dettagli gli impegni del concessionario e le previste ricadute socio-economiche, ambientali ed occupazionali dirette ed indirette;

    al fine di preservare la competitività del sistema economico a fronte dei rincari dei costi energetico, una quota della produzione energetica sia destinata, a prezzi calmierati, alle attività produttive energivore delle province o delle regioni interessate.
9/3495-AR/31. Sani, Nardi, Cenni, Ciampi, Braga, Morani.