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Atto a cui si riferisce:
C.5/07850 (5-07850)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 aprile 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-07850

  Continuiamo a monitorare con grande attenzione l'evolversi della situazione politica in Tunisia. Paese che rappresenta per l'Italia un partner di importanza strategica.
  Assieme ai nostri principali partner in ambito G7 e Unione europea, abbiamo svolto in questi mesi un ruolo di primo piano nel sensibilizzare le autorità tunisine sulla necessità di fare progressi verso il ripristino dell'ordine costituzionale e di assicurare il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali.
  La road map sulle riforme politiche e costituzionali portata avanti dal Presidente Saïed rappresenta un importante passo in avanti. Occorre però verificarne la concreta attuazione.
  Alcune recenti decisioni sono infatti fonte di preoccupazione. Basti pensare ai decreti riguardanti le attività del Consiglio Superiore della Magistratura, su cui l'Italia si è pronunciata proprio in questo senso assieme ai partner G7. Le riforme politiche volte al ristabilimento della democrazia e della normalità istituzionale nel Paese devono consentire al potere legislativo di riacquisire le proprie funzioni.
  Continuiamo dunque a monitorare con grande attenzione gli sviluppi su questo versante, anche a seguito dello scioglimento del Parlamento, già congelato dal 25 luglio scorso. La road map del Presidente Saïed culminerà in elezioni legislative programmate per il prossimo dicembre, mentre i partiti politici – anche alla luce delle recenti tensioni citate dalla Onorevole interrogante – chiedono di anticiparne lo svolgimento.
  Anche per questo auspichiamo che il dialogo nazionale annunciato dal Presidente Saïed sia quanto più inclusivo possibile, coinvolgendo in modo efficace la società civile e tutte le istanze del variegato panorama politico tunisino. Una scelta in senso contrario rischierebbe di esacerbare le divisioni interne, provocando nel tessuto politico e sociale del Paese fratture difficilmente sanabili.
  Nella stessa logica abbiamo accolto con particolare favore la recente missione in Tunisia della Presidente della Commissione di Venezia, Claire Bazy-Malaurie. In qualità di Presidenza di turno del Consiglio d'Europa, l'Italia ritiene che un confronto strutturato tra le autorità tunisine e la Commissione di Venezia sui prossimi passi delle riforme politiche e costituzionali possa rappresentare un valore aggiunto.
  Rimaniamo profondamente preoccupati per lo stato dell'economia tunisina. La crisi può avere un forte impatto socio-politico e anche ricadute negative sui flussi migratori.
  La presentazione da parte del Governo tunisino al Fondo Monetario Internazionale di un piano di riforme economiche, condizione necessaria per poter accedere a quelle forme di assistenza finanziaria di cui la Tunisia ha bisogno, va nella giusta direzione.
  La conclusione in tempi rapidi di un accordo con il Fondo Monetario Internazionale è fondamentale per rassicurare i mercati e gli investitori. L'accordo garantirebbe la sostenibilità delle finanze pubbliche del Paese, a tutela del benessere del popolo tunisino.
  Auspichiamo con forza che i negoziati formali con il Fondo possano essere avviati il più rapidamente possibile. Al tempo stesso, l'Italia rimane impegnata anche in sede europea per scongiurare scenari di dissesto finanziario in Tunisia.
  È importante tenere presente che la guerra in Ucraina rischia di compromettere ulteriormente un quadro economico e sociale già molto fragile, abbattendosi sulla Tunisia e sui Paesi del vicinato mediterraneo anzitutto in termini di sicurezza alimentare. Su questo versante l'Italia sta promuovendo, in partenariato con le Agenzie delle Nazioni Unite, tutte le iniziative necessarie ad assicurare una risposta multilaterale efficace.
  La Tunisia è un nostro partner naturale. La posizione assunta da Tunisi contro l'aggressione russa all'Ucraina, anche in sede ONU, dimostra la nostra vicinanza. Non lasceremo solo questo Paese amico in uno dei passaggi più delicati della sua storia. Continueremo a favorire la ripresa della sua economia così come del pieno funzionamento delle sue istituzioni democratiche.