• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01474 (2-01474) «Elvira Savino».



Atto Camera

Interpellanza 2-01474presentato daSAVINO Elviratesto diVenerdì 1 aprile 2022, seduta n. 670

   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 377 mila nuovi casi di tumore;

   la pandemia di COVID-19 ha avuto forti ripercussioni negative sulla cura del cancro, interrompendo azioni di prevenzione, trattamenti e follow up, ritardando diagnosi e incidendo sull'accesso ai farmaci e provocando numerosi decessi;

   il personale sanitario è stato spesso dirottato verso l'assistenza ai malati COVID-19 e la paura del rischio di contagio ha prevalso sulla necessità di eseguire visite ed esami diagnostici;

   in questo ultimo mese, la nuova ondata della pandemia causata dalla variante Omicron sta ulteriormente mettendo in crisi la gestione dei reparti di oncologia e l'attività chirurgica programmata è stata sospesa o rallentata, poiché le terapie intensive sono occupate da pazienti con COVID;

   i danni per le persone colpite da cancro rischiano di essere molto gravi, in quanto il successo delle cure dipende anche dai tempi brevi entro cui vengono eseguiti gli interventi chirurgici e i trattamenti;

   la pandemia, inoltre, ha acuito la mancanza di integrazione fra oncologia e medicina di famiglia. La scarsa comunicazione tra i centri oncologici e il territorio ha determinato e continua a determinare forti ritardi nell'accesso agli esami e al ricorso agli specialisti durante la fase diagnostica, con potenziali ripercussioni sulle opportunità di individuazione precoce della malattia. Va rafforzata questa connessione all'inizio del percorso assistenziale, prima ancora che una persona diventi un paziente oncologico;

   l'alto livello dell'assistenza oncologica raggiunto nel nostro Paese è evidenziato dalle percentuali di sopravvivenza a 5 anni, che raggiungono il 65 per cento nelle donne e il 59 per cento negli uomini. Inoltre, in sei anni (2015-2021), si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10 per cento negli uomini e dell'8 per cento nelle donne;

   sono ottimi risultati che però rischiano di essere vanificati senza una programmazione adeguata. Se non viene definito un vero e proprio piano di recupero, che includa anche il potenziamento del personale e delle strutture, si rischia di non riuscire a gestire la prossima ondata di casi avanzati di tumore, determinata anche dai ritardi nell'assistenza accumulati in questi due anni di pandemia;

   in Italia, nel 2020, le nuove diagnosi di tumore si sono ridotte dell'11 per cento rispetto al 2019, i trattamenti del 13 per cento e gli interventi chirurgici del 18 per cento. Gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di due milioni e mezzo di esami nel 2020 rispetto al 2019;

   sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto (e 7.474 adenomi in meno) e 2.782 lesioni precancerose della cervice uterina;

   il presidente di Aiom Saverio Cinieri ha spiegato che le neoplasie, non rilevate nel 2020 stanno venendo alla luce, ma in stadi più avanzati e con prognosi peggiori rispetto al periodo precedente la pandemia. Inoltre, queste patologie presenterebbero anche un carico tumorale maggiore, cioè metastasi diffuse, con quadri clinici che non vedevamo da tempo;

   la pandemia ha minato anche la ricerca, che assume un ruolo primario e fondamentale, in campo oncologico. I ricercatori, essenziali per la conduzione delle sperimentazioni, ricoprono una posizione lavorativa spesso precaria e le risorse sono scarse;

   Marco Vignetti, onco-ematologo e Presidente della Fondazione Gimema ha dichiarato: «Si è registrato un calo notevole della partecipazione ai trial clinici e voglio ricordare che per i pazienti oncoematologici la possibilità di parteciparvi può fare una grande differenza poiché ha un impatto reale sull'assistenza»;

   oggi più che mai occorre continuare a garantire le cure, creare le condizioni per attuare l'integrazione tra ospedale e territorio per la gestione ottimale del paziente, e realizzare un piano per colmare i ritardi nell'assistenza ai pazienti oncologici, dalla diagnosi alla chirurgia, alla terapia medica fino alla radioterapia;

   senza un'adeguata programmazione, che preveda l'assegnazione di risorse e personale dedicato, le unità di oncologia del nostro Paese non saranno in grado di affrontare l'ondata di casi di cancro in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni;

   la crisi nell'assistenza sanitaria causata dalla pandemia deve essere affrontata con iniziative sistemiche in cui si evitino l'apertura e la chiusura dei reparti in relazione all'incremento del numero dei contagiati dal COVID-19;

   il progetto «La Salute un bene da difendere, un diritto da promuovere» coordinato da Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus prevede la partecipazione di oltre 40 associazioni pazienti che sono concordi nel ritenere urgente un piano oncologico strategico di recupero, segnalandolo all'intergruppo parlamentare «Insieme per un impegno contro il cancro» a cui l'interpellante ha aderito –:

   se il Ministro non ritenga necessario adottare iniziative per realizzare tempestivamente un piano straordinario di recupero per l'oncologia, al fine di colmare i ritardi causati dall'emergenza pandemica e definire una programmazione a medio e lungo termine per la conservazione e l'implementazione dell'attività oncologica ospedaliera.
(2-01474) «Elvira Savino».