• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.4/06704 PITTONI, ALESSANDRINI, BAGNAI, BERGESIO, FERRERO, CORTI, DORIA, RIVOLTA, RICCARDI, MARIN, CANDURA, PIANASSO, ZULIANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che: si stanno...



Atto Senato

Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 140
all'Interrogazione 4-06704

Risposta. - Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'interrogante chiede se non si ritenga opportuno assumere opportuni provvedimenti volti ad escludere da ogni atto pubblico l'uso dello schwa e di altri simboli (o lettere). Nelle premesse dell'atto, si ricorda la risposta del Ministero dell'interno nel febbraio 2022 a due distinte interrogazioni (4-05290 e 4-05307) riguardanti l'adozione dello schwa da parte del Comune di Castelfranco Emilia. In tale risposta viene ricordata la direttiva, emanata dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, sulla semplificazione del linguaggio amministrativo. Si specifica che la direttiva richiamata risale all'8 maggio 2002. Prevede semplicemente che "la lingua è oggettivamente un'entità in continua evoluzione e che le istituzioni hanno il dovere di tener conto di tale dinamica evolutiva, favorendo in pari tempo un uso della lingua con finalità sempre più inclusive".

Nel corso degli anni, sul tema del linguaggio sono stati prodotti diversi contributi da parte del Dipartimento della funzione pubblica: 1) "Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana" (estratto da "Il sessismo nella lingua italiana" a cura di Alma Sabatini per la Presidenza del Consiglio dei ministri e commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna), 1987; 2) "Manuale di stile. Strumenti per semplificare il linguaggio delle amministrazioni pubbliche", 1997; 3) "Direttiva sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi", 2002; 4) "Direttiva sulla semplificazione del linguaggio delle pubbliche amministrazioni", 2005; 5) "Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche", 2007; 6) "Misure per promuovere le pari opportunità e rafforzare il ruolo dei Comitati Unici di Garanzia nelle amministrazioni pubbliche", 2019. Tra questi solo il primo, risalente al 2007, è riferibile, in senso proprio, alla tematica dell'impiego di un linguaggio inclusivo e non discriminatorio all'interno di documenti redatti dalle amministrazioni pubbliche.

Quanto al "Dossier pari opportunità nella PA", si specifica che esso consta, oltre che della citata direttiva del 2007, dei seguenti manuali: 1) "Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana" (già citato); 2) "Strumenti per semplificare il linguaggio delle PA" (già citato); 3) "Donne e leadership. Per lo sviluppo di una cultura organizzativa delle amministrazioni pubbliche in ottica di genere", 2003; 4) "Sperimentare in ottica di genere. Le amministrazioni pubbliche verso una cultura organizzativa che valorizza le differenze", 2005. In nessuno dei menzionati documenti viene fatto riferimento alla possibilità di impiegare la desinenza neutra "schwa" a fini inclusivi, non discriminatori e non definitori di genere.

Si ritiene infine utile citare due documenti recentemente adottati da altre pubbliche amministrazioni: a) "Linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo", Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, 2018, e segnatamente i paragrafi "2.1 I riflessi sul linguaggio amministrativo" e "3. Indicazioni per l'uso del linguaggio di genere nei testi amministrativi" (per quanto in esse non si faccia riferimento, diretto o indiretto, allo schwa); b) "Linee guida per l'uso di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere", Agenzia delle entrate, 2020, nelle quali si legge, tra l'altro, che "È importante ricordare, inoltre, che l'uso di forme abbreviate con l'asterisco al posto della desinenza (...) è sconsigliabile perché può ostacolare la comprensione del testo o appesantirne la lettura. (...) Poiché lo sdoppiamento (Colleghe e colleghi', ndr) comporta un allungamento e un appesantimento del testo, in alternativa è spesso preferibile l'utilizzo dei sostantivi non marcati o di nomi collettivi" (pag. 31).

Da quanto sopra esposto dunque, si conferma che nessun riferimento all'utilizzo dello schwa è stato mai esplicitato in direttive o altri atti da parte del Ministro della pubblica amministrazione o del Dipartimento della funzione pubblica.

BRUNETTA RENATO Ministro per la pubblica amministrazione

29/03/2022