Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/07820 (5-07820)
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-07820presentato daVALLASCAS Andreatesto diGiovedì 31 marzo 2022, seduta n. 669
VALLASCAS. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:
numerosi organi di stampa hanno dato ampio risalto alla notizia in merito alle disposizioni previste dal decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, che reca «Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19 in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza»;
tra le altre cose, avrebbero suscitato perplessità le misure connesse al rientro a scuola, dal 1° aprile 2022, del personale docente precedentemente sospeso dal lavoro e dallo stipendio perché inadempiente verso l'obbligo vaccinale;
in particolare, da alcune reazioni riportate dagli organi di stampa, risulterebbero incongruenti con l'organizzazione degli istituti scolastici e lesive per la dignità del ruolo e delle mansioni degli insegnanti le previsioni secondo le quali i docenti «inadempienti» potranno rientrare a scuola, dove non potranno insegnare, ma svolgere attività di supporto non a contatto con gli studenti;
a questo proposito, l'edizione del 29 marzo 2022 del quotidiano «Italia oggi» riferisce le parole del presidente dell'Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, secondo il quale «È molto difficile, negli istituti, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi a cui adibire i prof che torneranno in servizio»;
secondo il rappresentante dei presidi «C'è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato: gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti. Bel capolavoro»;
questa situazione riguarderebbe «3.812 docenti (2.677 di ruolo e 1.135 non di ruolo)» su una platea di oltre 700 mila, cui da venerdì prossimo sarà consentito l'accesso a scuola con il green pass base e dunque il tampone negativo;
secondo quanto riporta il giornale «Il fatto quotidiano» del 29 marzo 2022, i dirigenti scolastici chiedono al Ministero in indirizzo l'emanazione «con tempestività delle disposizioni attuative che chiariscano quali sono le attività di supporto – tra quelle previste dal Ccnl – che dal prossimo 1° aprile i dirigenti scolastici dovranno assegnare ai docenti inadempienti all'obbligo»;
il giornale riporta anche le dichiarazioni del segretario nazionale della Flc Cgil secondo il quale «Siamo di fronte a una evidente discriminazione che riguarda le sostituzioni, consentite nel caso del personale docente non vaccinato e non consentite invece per il personale Ata che non si capisce come potrà continuare, anche da non vaccinato, a svolgere attività di assistenza alla didattica nei laboratori, nelle palestre, nella scuola dell'infanzia, nelle mense e agli alunni con disabilità»;
a questi aspetti, si aggiungerebbe il fatto che per il pagamento dei supplenti chiamati a sostituire i docenti non vaccinati, che quindi non possono insegnare, si attingerebbe al fondo d'istituto;
nel complesso, da quanto riportato dagli organi di stampa, emergerebbe una situazione di grave discriminazione di trattamento nei confronti del personale docente inadempiente all'obbligo vaccinale che, se da una parte, viene riammesso al lavoro e allo stipendio, dall'altra, subisce un inaccettabile demansionamento che risulterebbe lesivo della dignità del lavoratore;
a questo si aggiungerebbero ulteriori elementi che potrebbero risultare lesivi della dignità dei docenti che rientrano al lavoro: elementi che emergerebbero da affermazioni in merito al fatto che «gli si paga lo stipendio per non lavorare» e dalla difficoltà di salvaguardare, in questo contesto, la privacy attorno a dati sensibili come quelli medico-sanitari, nei quali rientra l'avvenuta vaccinazione –:
quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, anche di natura normativa, per garantire il rispetto della dignità del personale scolastico che, dal 1° aprile 2022, rientrerà a scuola dopo un periodo di sospensione dal lavoro e dallo stipendio e per evitare qualsiasi forma di discriminazione o demansionamento.
(5-07820)