• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03225 ZAFFINI, CIRIANI - Al Ministro della salute. - Premesso che: l'elevatissima circolazione di varianti COVID-19, sempre più diffuse, ha determinato una casistica di cui il Governo non ha...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03225 presentata da FRANCESCO ZAFFINI
mercoledì 30 marzo 2022, seduta n.420

ZAFFINI, CIRIANI - Al Ministro della salute. - Premesso che:

l'elevatissima circolazione di varianti COVID-19, sempre più diffuse, ha determinato una casistica di cui il Governo non ha finora saputo tener conto nell'estensione della campagna vaccinale; inoltre l'elevata incidenza dei casi di COVID-19 non diagnosticati, perché del tutto asintomatici o paucisintomatici, determina di fatto la libera circolazione del virus;

l'idea di somministrare la quarta dose non trova consenso unanime da parte della scienza, ed anzi sembrano prevalere gli scettici circa il prosieguo della campagna vaccinale con la somministrazione di ulteriore dosi di vaccino originario (ad esempio il virologo Crisanti);

Pfizer e Moderna si inseriscono, a parere degli interroganti, inopportunamente nel dibattito "suggerendo" di somministrare la quarta dose a tutta la popolazione per proteggerla da morti e ricoveri;

in data 29 marzo, la Food and drug administration degli Stati Uniti ha autorizzato una seconda dose di richiamo (quindi una quarta dose) dei vaccini Pfizer o Moderna contro il COVID per le persone over 50 e per alcuni individui immunocompromessi;

l'Europa non ha ancora una posizione, tanto che EMA non si è ancora espressa, ma alcuni Stati sembrano aver già deciso il proprio orientamento, come, ad esempio, la Gran Bretagna, che sta pensando di estenderlo ai maggiori di 75 anni, la Francia agli over 80 e la Germania a coloro che hanno più di 70 anni;

a livello europeo, pur con grave ritardo, si sta lavorando per avere una posizione univoca su tempi e fasce generazionali a cui somministrare la quarta dose, evitando fughe in avanti dei singoli Stati;

considerato che:

secondo studi pubblicati sia sulla rivista "The Lancet" in data 5 marzo 2022 che sul "New England journal of medicine" in data 2 marzo 2022, "coloro che hanno effettuato il ciclo primario di vaccinazione con il vaccino AstraZeneca presentano una modesta efficacia vaccinale contro la variante delta (diventa inferiore al 50 per cento dopo 20 settimane) ed una efficacia praticamente nulla contro la variante omicron (sempre sotto al 50 per cento, anche immediatamente dopo il vaccino). Somministrando una dose booster con qualunque vaccino si ristabilisce una transitoria efficacia contro la delta; al contrario, una qualunque dose booster fa perdere efficacia contro la omicron entro 10 settimane dalla somministrazione";

"coloro che hanno effettuato il ciclo primario di vaccinazione con il vaccino Pfizer (ed in maniera simile coloro che hanno ricevuto il vaccino Moderna) mantengono una moderata efficacia (fino al 62 per cento a 25 settimane) contro la variante delta (che tuttavia è ormai scomparsa) ma presentano solamente una modesta protezione contro la variante omicron (65 per cento dopo 4 settimane dalla seconda dose), la quale diventa inferiore al 50 per cento già tra la quinta e nona settimana post seconda dose ed è del 30 per cento a 10 settimane e praticamente nulla nelle settimane successive. Allo stesso modo, la dose booster determina un modesto aumento della immunità (55 per cento) fino alla nona settimana, ma dalla decima settimana in poi la protezione torna ad essere inferiore al 50 per cento";

dopo sole 10 settimane dalla dose booster (terza dose) la protezione è inferiore alla soglia considerata proteggente per ciascun vaccino, con l'eventuale quarta dose che avrebbe nella migliore delle ipotesi lo stesso andamento, e questo deve essere tenuto in considerazione in ogni politica vaccinale, a meno di voler vaccinare ogni singolo individuo per ben 5-6 volte all'anno;

i vaccini somministrati fino ad oggi per le prime tre dosi producono solo una sottoclasse di anticorpi, cioè quelli neutralizzanti e non generano alcuna memoria immunitaria a livello polmonare, come servirebbe in questa fase della pandemia, procurando vaccini di seconda generazione;

la scelta di ignorare il testing anticorpale come parametro utile per lo screening dei soggetti da sottoporre a ciclo di vaccinazione primaria e dell'eventuale booster risulta oltremodo incomprensibile, se si considera che per determinare l'efficacia dei vaccini durante tutta la sperimentazione è stato utilizzato come parametro di riferimento proprio la relativa risposta anticorpale ritenuta alla base della immunità vaccinale (come segnalato dai report EMA ed AIFA);

ciò nonostante, se risultasse difficile, anche per tempistica, organizzare uno screening di massa, deve venire quantomeno garantito, a richiesta dal Servizio sanitario nazionale, la valutazione individuale degli anticorpi immunizzanti ai soggetti che saranno chiamati ad effettuare la seconda dose di richiamo booster,

si chiede di sapere quale sia l'intendimento del Governo circa una possibile revisione della strategia vaccinale, prevedendo il ricorso ai test per le risposte anticorpali come strumento utile alla pianificazione delle somministrazioni della quarta dose, come da impegno nell'ordine del giorno G/2542/11/1 e 12 approvato in sede di conversione del decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore.

(3-03225)