• Testo MOZIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.1/00617    premesso che:     le piattaforme digitali che consentono la partecipazione degli utenti rappresentano una caratteristica distintiva dell'evoluzione della rete internet da...



Atto Camera

Mozione 1-00617presentato daBARZOTTI Valentinatesto diMercoledì 30 marzo 2022, seduta n. 668

   La Camera,

   premesso che:

    le piattaforme digitali che consentono la partecipazione degli utenti rappresentano una caratteristica distintiva dell'evoluzione della rete internet da una forma di connessione statica a un sistema dinamico, comunemente indicato come Web 2.0, nel quale gli strumenti informatici sono disegnati per incoraggiare la partecipazione attiva degli utilizzatori, che costituiscono essi stessi un valore aggiunto del servizio offerto;

    secondo l'indagine condotta annualmente da Eurostat, oltre la metà dei cittadini dell'Unione europea ha utilizzato nel 2020 social network, con un dato che cresce per i giovani con età compresa fra i 16 e i 24 anni all'87 per cento. In Italia, pur registrandosi un dato inferiore alla media dell'Unione europea, si riscontra l'utilizzo dei social network da parte del 48 per cento della popolazione e del 79 per cento dei giovani di età compresa fra i 16 e i 24 anni. Tanto il dato europeo, quanto quello italiano, fanno segnare una sensibile crescita rispetto all'anno precedente, quando l'utilizzo era stato del 54 per cento a livello europeo e del 42 per cento a livello nazionale, a testimonianza sia della crescente diffusione di questi strumenti tra la popolazione, sia di un loro ulteriore sviluppo nel periodo della pandemia di Covid-19;

    la diffusione è ancora superiore negli Stati Uniti, dove – secondo una ricerca condotta dal Pew Research Institute – il 72 per cento della popolazione dichiara di utilizzare i social media, con un dato che cresce all'84 per cento per i soggetti di età compresa tra 18 e 29 anni di età;

    peraltro, rilevazioni condotte a livello nazionale hanno fatto registrare, per il nostro Paese, dati superiori a quelli raccolti da Eurostat. In particolare, la società Audiweb ha rilevato che, nel corso dell'anno 2020, la digital audience totale su base mensile ha raggiunto il 73 per cento della popolazione dai 2 anni in su, con una media mensile di 43,5 milioni di utenti unici e una crescita del 4,6 per cento rispetto alla media mensile del 2019. La fruizione di internet nel giorno medio del 2020 ha visto un incremento generale del 3,3 per cento rispetto al giorno medio del 2019, con un maggiore uso del computer rispetto agli altri strumenti, con una dinamica che la società di rilevazione riconduce essenzialmente agli effetti della pandemia sulle abitudini e sugli stili di vita delle persone, anche in relazione allo svolgimento da remoto delle prestazioni lavorative e delle attività didattiche. In questo contesto, con riferimento all'utilizzo dei social network la ricerca registra la presenza di 38 milioni e 808 mila utenti, con un incremento del 4,7 per cento rispetto all'anno precedente;

    altri operatori privati stimano la presenza di 41 milioni di utenti di social network, con una crescita di utenti attivi del 5,7 per cento rispetto al 2020 e un utilizzo medio di questi strumenti di 1 ora e 52 minuti da parte degli utenti di età compresa tra i 16 e i 64 anni;

    l'ampio accesso della popolazione a reti di comunicazione e di connessione digitali si traduce nella presenza di operatori attivi a livello globale che operano attraverso piattaforme che mettono a disposizione contenuti prodotti da soggetti che accedono alle piattaforme stesse;

    in questo senso, in una prima fase, si faceva riferimento a user generated contents, ovvero contenuti generati dagli utenti, in un modello economico nel quale la sostenibilità sul piano finanziario era garantita essenzialmente da donazioni, pubblicità o dalle entrate derivanti da servizi a pagamento. Con lo sviluppo dei social network, sono invece stati sviluppati modelli di business volti a valorizzare sul piano economico l'utilizzo dei dati e dei contenuti prodotti dagli utenti, favorendo in questo modo la nascita e la crescita della figura dei creatori di contenuti professionali e il riconoscimento degli operatori più attivi: nel 2012, ad esempio, vengono introdotti dalla piattaforma YouTube i Creator Awards, con i quali vengono premiati i creatori che raggiungono determinate soglie di sottoscrittori dei propri canali;

    presso XI Commissione della Camera dei deputati, il 12 gennaio 2021, veniva discussa l'interrogazione a risposta immediata n. 5-05239, in cui si richiamava l'attenzione del Governo sull'opportunità di intraprendere iniziative per disciplinare questo tipo di attività, che presenta caratteristiche per molti versi uniche e si caratterizza per una marcata dipendenza funzionale ed economica da poche piattaforme di lavoro private che operano in regime di oligopolio. In quella sede, la rappresentante del Governo, nell'ipotizzare la possibilità di valutare la possibilità di estendere anche a tali categorie di lavoratori i principi e le tutele recentemente introdotte per i lavoratori dipendenti dalle piattaforme digitali adibiti alle consegne a domicilio, inquadrò la questione nell'ambito del più generale dibattito, promosso anche dall'Unione europea; relativo all'individuazione di risposte coordinate alle sfide giuridiche poste dai continui cambiamenti tecnologici nel mercato del lavoro;

    a seguito di tale seduta, la Commissione XI Lavoro avviava, con voto unanime, un'indagine conoscitiva volta ad approfondire le caratteristiche, l'inquadramento giuridico e le forme di tutela dei creatori di contenuti digitali che traggono parte o tutto il proprio reddito dalle attività svolte on line nell'ambito delle piattaforme di condivisione di contenuti. L'indagine conoscitiva si è conclusa il 9 marzo 2022 con l'approvazione di un documento conclusivo;

    a fronte di un quadro normativo che, specialmente a livello continentale, è in continua evoluzione, nel nostro Paese manca ancora una soddisfacente ricostruzione del fenomeno della creazione di contenuti digitali basata su dati amministrativi o statistici ufficiali;

    su un piano sistematico, la creazione di contenuti digitali rappresenta una delle tipologie di lavoro che può essere prestata tramite le piattaforme;

    dall'indagine è emerso che sono presenti importanti disequilibri nella creators' economy e che è necessario definire il quadro delle tutele dei creatori operanti anche nel nostro Paese; a titolo esemplificativo, al fine di preservare un contesto equo, è importante tutelare il diritto degli utenti di sollevare in modo rapido questioni relative all'eventuale comportamento sleale delle piattaforme e ottenere velocemente un riscontro risolutivo;

    nell'ambito dell'Unione europea, con riferimento proprio al settore dell'economia digitale, si registrano importanti interventi normativi, a partire dal regolamento (UE) 2019/1150, entrato in vigore intorno alla metà del 2020, che ha inteso assicurare una protezione uniforme degli utenti commerciali delle piattaforme elettroniche;

    ulteriori sviluppi si prospettano a seguito dell'adozione di un insieme di ulteriori proposte normative volte a disciplinare il mondo digitale, nell'ambito del quale si possono annoverare le proposte relative al Digital Service Act al Digital Market Act, nonché la recente proposta di direttiva dell'Unione europea relativa al miglioramento delle condizioni nel lavoro mediante piattaforme digitali; una novità di rilievo è rappresentata dalle disposizioni recentemente introdotte dall'articolo 27, comma 2-decies, del decreto-legge n. 152 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 233 del 2021; con tale norma si è, infatti, previsto che sia oggetto delle comunicazioni obbligatorie da parte del datore di lavoro anche l'instaurazione di rapporti di lavoro intermediato da piattaforma digitale, comprese le attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente di cui all'articolo 67, comma 1, lettera l), del testo unico delle imposte sui redditi;

    già in data 21 dicembre 2021 l'Esecutivo accoglieva l'ordine del giorno n. 9/03354-A/101, nel quale si formulava un invito a valutare l'opportunità di avviare le opportune iniziative normative volte ad assicurare ai lavoratori autonomi, che svolgono attività di creazione di contenuti digitali, livelli minimi di tutela, comprendendo nell'ambito dei rapporti di lavoro intermediato da piattaforma digitale anche le prestazioni d'opera remunerate con le diverse modalità e il cui corrispettivo è comunque intermediato dalla piattaforma digitale;

    in data 23 giugno 2021, al fine di dare concreta attuazione sul piano nazionale alla regolamentazione comunitaria in materia di servizi digitali, la Commissione IX ha indicato l'Autorità per le garanzie delle telecomunicazioni quale organismo di diritto interno più idoneo a svolgere le funzioni di Digital Service coordinator, ma tale autorità non sembra avere competenze specifiche nell'ambito dei rapporti di lavoro;

    fondamentale è dunque, avviare le iniziative opportune al fine di assicurare una adeguata regolamentazione di tali nuove tipologie di lavoro e di garantire diritti e tutele a favore di coloro che, come lavoratori o subordinati svolgono la propria attività tramite le piattaforme,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte ad istituire un tavolo tecnico con la partecipazione delle società proprietarie delle piattaforme di social media e degli operatori del settore, al fine di definire iniziative volte a:

  a) consentire una migliore conoscenza delle caratteristiche dell'occupazione nell'ambito del settore della creazione di contenuti digitali;

  b) assicurare l'analisi ex-ante, il monitoraggio e la valutazione delle politiche legislative in materia di lavoro digitale e rapporti di lavoro tra creatori di contenuti digitali e piattaforme digitali;

  c) individuare tutele, nonché definire misure per la salvaguardia degli operatori specialmente nei casi in cui, a seguito di decisioni assunte unilateralmente dalla piattaforma, i creatori di contenuti subiscano un danno economico;

2) ad adottare iniziative per prevedere e attribuire alla categoria dei creatori di contenuti digitali un codice Ateco – anche di natura neutra – che identifichi in maniera precisa l'attività di creazione di contenuti digitali, distinguendo, al suo interno, i lavoratori a seconda della piattaforma in cui operano;

3) a promuovere, in sede europea, l'aggiornamento e la revisione del regolamento 1150/2019, ai sensi dell'articolo 18 dello stesso, in modo da coordinare in modo efficace le disposizioni in materia di equità e trasparenza per gli utenti commerciali dei servizi di intermediazione on line, con le disposizioni di regolazione dei mercati digitali, dei servizi digitali e del lavoro mediante piattaforma digitale;

4) sulla base della cornice uniforme europea, ad adottare le opportune iniziative normative al fine di introdurre uno statuto di tutele per i lavoratori del web che preveda l'aggiornamento del quadro giuridico nazionale esistente nonché il riconoscimento, in base all'articolo 35, primo comma della Costituzione, di diritti e tutele del rapporto di lavoro tra i creatori di contenuti digitali e le società proprietarie delle piattaforme digitali che tenga in considerazione tanto l'elemento della dipendenza funzionale dei lavoratori dalle piattaforme, quanto il significativo squilibrio che caratterizza i rapporti che vengono costituiti.
(1-00617) «Barzotti, Invidia, Ciprini, Segneri, Cominardi, Tripiedi, Cubeddu, Amitrano, Pallini, Davide Aiello, Tucci».