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Atto a cui si riferisce:
C.1/00619    premesso che:     a seguito della riforma della leva militare obbligatoria, con la legge 6 marzo 2001, n. 64, il legislatore ha istituito il Servizio civile nazionale,...



Atto Camera

Mozione 1-00619presentato daBELLUCCI Maria Teresatesto diMercoledì 30 marzo 2022, seduta n. 668

   La Camera,

   premesso che:

    a seguito della riforma della leva militare obbligatoria, con la legge 6 marzo 2001, n. 64, il legislatore ha istituito il Servizio civile nazionale, finalizzato a «concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari», poi riformato con il decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, e trasformato nel Servizio civile universale;

    la riforma del 2017, approvata a seguito di un ampio confronto con tutti gli attori coinvolti nell'organizzazione e nell'attuazione del servizio civile, rappresenta il raggiungimento di importanti obiettivi politici sia sul piano della partecipazione della società civile al processo normativo, sia nel raccordo dell'istituto con obiettivi e prospettive europee e sia, infine, nel prevederne l'universalità di accesso per tutti i giovani che volessero parteciparvi;

    ai sensi della sua legge istitutiva il servizio civile universale è «finalizzato, ai sensi degli articoli 52, primo comma e 11 della Costituzione, alla difesa non armata e non violenta della Patria, all'educazione, alla pace tra i popoli, nonché alla promozione dei valori fondativi della Repubblica, anche con riferimento agli articoli 2 e 4, secondo comma, della Costituzione»;

    gli ambiti in cui è possibile svolgere il servizio civile universale sono: a) assistenza; b) protezione civile; c) patrimonio ambientale e riqualificazione urbana; d) patrimonio storico, artistico e culturale; e) educazione e promozione culturale e dello sport; f) agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità; g) promozione della pace tra i popoli, della non violenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all'estero e sostegno alle comunità di italiani all'estero;

    nel quadro delineato, il Servizio civile rappresenta, oggi più che mai, una reale e concreta occasione per i giovani di mettersi in gioco, di sperimentare le loro capacità, di mettere in pratica quanto hanno imparato a scuola, ma anche di fare un primo passo nel mondo del lavoro, che per alcuni è spesso inaccessibile, come certificano i dati: i centri di servizio per il volontariato solo nel 2020, nonostante le limitazioni imposte dall'emergenza pandemica, hanno incontrato oltre tremila giovani proprio in attività di orientamento e accompagnamento sul Servizio civile universale;

    tuttavia, circostanze recenti sembrano ostacolarne attuazione e sviluppo, con grave pregiudizio sia degli operatori volontari sia della comunità a favore della quale il servizio è prestato, segnalate, in particolare dal Forum del terzo settore, dalla Conferenza nazionale enti per il Servizio civile e dal Forum nazionale Servizio civile;

    le tre realtà hanno segnalato importanti criticità, quali la modifica della programmazione triennale, con la cancellazione di quelle annuali, l'assenza di un finanziamento triennale e l'apertura di un vuoto procedurale nel quale resta il solo Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale;

    peraltro, già nello scorso mese di dicembre, all'indomani della pubblicazione del decreto che ha individuato i programmi di intervento e i relativi progetti per il nuovo bando, le reti del terzo settore avevano lanciato l'allarme, evidenziando come a fronte di 76.639 posizioni valutate positivamente dal Dipartimento politiche giovanili e dal Servizio civile universale, risultassero stanziate risorse per appena 54.181 posizioni;

    numerose criticità sono state riscontrate anche in merito al ricorso ai residui finanziari del 2021 per ampliare i posti per i giovani, e sul tema della certificazione delle competenze acquisite, così come salgono vertiginosamente le segnalazioni di provvedimenti necessari all'operatività quotidiana delle organizzazioni e dei giovani, fermi da settimane;

    si è assistito altresì ad una sostanziale assenza della campagna informativa che il Dipartimento è tenuto a realizzare, lasciandone ai soli enti l'attuazione e mettendo così a rischio la presentazione della domanda da parte dei giovani;

    tra gli adempimenti affidati agli enti dalla norma vi, altresì, è la procedura di selezione dei giovani, attualmente equiparata ad un concorso pubblico, mediante valutazione dei titoli e un colloquio motivazionale;

    tale processo di selezione, che implica significative responsabilità e oneri per gli enti, rappresenta un passaggio importante del percorso, perché consente di valorizzare le motivazioni dei giovani ed inserirli nei percorsi più opportuni;

    risulta fondamentale, come ha poi disposto il Tar Lazio, che i tempi a disposizione degli enti per poter esperire la procedura di selezione dei candidati siano adeguati a garantire qualità e attenzione ai ragazzi, anche alla luce delle migliaia di richieste da valutare annualmente, oltre che per poter assicurare agli enti il rispetto degli adempimenti connessi ad una procedura concorsuale pubblica;

    ai sensi dell'articolo 40 del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233, contenente disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, la programmazione del Servizio civile universale, necessaria alla individuazione dei fabbisogni del territorio attraverso una puntuale analisi del contesto nazionale e la pianificazione degli interventi necessari a soddisfarli, spetta allo Stato in virtù della finalità primaria della difesa della Patria propria dell'Istituto, e deve essere realizzata, in sinergia con le regioni, per piani triennali e non più annuali;

    a tale mutato orizzonte di programmazione triennale, per dare piena attuazione alla caratteristica di universalità definita dalla riforma, dovrebbe corrispondere una maggiore stabilità delle risorse e delle regole di funzionamento dell'intero sistema, in grado di garantire agli enti una migliore capacità di definizione dei progetti;

    il finanziamento del Fondo nazionale per il Servizio civile, di cui all'articolo 24 del decreto legislativo n. 40 del 2017, avviene quasi esclusivamente a valere sulle risorse pubbliche individuate annualmente in legge di bilancio, alle quali possono sommarsi eventuali fonti comunitarie, come nel caso della misura «garanzia giovani» e del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), e ciò ne determina una precarietà strutturale, che incide principalmente sulla sua identità di Istituto universale, al quale i giovani dovrebbero poter aspirare con certezza ogni anno, ma anche sugli investimenti dell'intero sistema di istituzioni ed enti a vario titolo coinvolti;

    il decreto legislativo n. 40 del 2017 ha altresì posto le basi per definire una prospettiva moderna e strutturale dell'Istituto di Servizio civile universale con l'obiettivo di farlo diventare uno dei pilastri su cui poggiare l'educazione e la crescita delle nuove generazioni, rendendoli cittadini più consapevoli e capaci di affrontare le sfide sociali e culturali in atto proprio grazie all'impegno all'interno della comunità presso gli enti del terzo settore o le istituzioni;

    la Consulta nazionale per il Servizio civile universale, istituita ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 40 del 2017, è l'organismo permanente di «consultazione, riferimento e confronto in ordine alle questioni concernenti il servizio civile universale», composto dagli enti e dai coordinamenti di enti maggiormente rappresentativi, dai rappresentanti delle regioni e dei comuni e dalla Rappresentanza nazionale degli operatori volontari;

    la Consulta ha sempre rappresentato per il Dipartimento, il Governo ed il Parlamento un riferimento imprescindibile per il confronto, l'attuazione e lo sviluppo del servizio civile, non ultimo nella fase di recente riforma, assicurando collaborazione e sostenibilità, organizzativa ed economica, agli obiettivi politici;

    la recente «Relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile nell'anno 2019» predisposta per il Parlamento dal dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, evidenzia il corretto funzionamento dell'Istituto, rilevando, in un contesto che vede quotidianamente impegnati migliaia di enti e decine di migliaia di giovani, appena il due per cento di sanzioni applicate agli enti per irregolarità di gestione a valle delle ispezioni effettuate dal Dipartimento, e un solo contenzioso tra giovani e Dipartimento relativo alle attività di selezione svolte dagli enti su oltre centomila candidature, a testimonianza di un sistema che funziona correttamente ed efficacemente, sia in ordine all'attuazione dei progetti che al coinvolgimento dei giovani;

    l'ipotesi di un ulteriore intervento di revisione normativa proposto dalla Ministra Dadone ha destato non poca sorpresa tra le rappresentanze dei soggetti interessati, in quanto rischierebbe di rendere nuovamente indeterminato il contesto organizzativo in cui saranno chiamati ad operare gli enti ed i giovani, costringendo il sistema a recepire continue modifiche e ad agire esclusivamente sulla base di sperimentazioni, ovvero senza la necessaria stabilità e senza poter valutare, neanche nel breve periodo, l'impatto delle riforme appena introdotte;

    sul piano contenutistico, forte è la preoccupazione che il disegno di legge spinga verso una qualificazione del servizio civile sempre più orientato alle politiche attive del lavoro, travisando le finalità che la normativa attribuisce ad esso e con il rischio che obiettivi incoerenti con la natura del servizio civile e con le possibilità organizzative degli stessi enti promotori (no-profit e pubblici) disattendano le aspettative dei giovani e aumentino la disaffezione verso le istituzioni;

    l'adeguatezza e la costanza delle risorse di finanziamento del Fondo nazionale per il Servizio civile universale, così come la stabilità nel medio-lungo termine del quadro ordinamentale rappresentano il presupposto per un'efficace programmazione dell'attività degli enti iscritti all'Albo, nel pieno rispetto dello spirito collaborativo che ha ispirato la riforma del 2017;

    al riguardo, fondamentali per il conseguimento delle finalità del servizio civile sono lo strumento della programmazione e l'effettivo e costante confronto con la Consulta nazionale del Servizio civile universale, nel rispetto dei principi della partecipazione e leale collaborazione previsti dal nostro ordinamento,

impegna il Governo:

1) a ristabilire una doverosa ed efficace interlocuzione con le regioni e con gli enti del terzo settore, secondo quanto stabilito, tra gli altri, dagli articoli 7 e 8 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40, in relazione ad ogni questione concernente la predisposizione e l'attuazione dei programmi di intervento;

2) ad adottare iniziative per portare a piena attuazione la riforma introdotta dal decreto legislativo n. 40 del 2017, favorendo la stabilità del quadro normativo di riferimento;

3) ad adottare iniziative per prevedere lo stanziamento triennale di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il Servizio civile universale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, coerenti con la durata del documento di Piano triennale e tali da assicurare l'effettiva universalità degli accessi al servizio, e a ripristinare anche la programmazione annuale;

4) ad adottare iniziative per rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla Consulta nazionale per il servizio civile, valorizzando il ruolo della collaborazione quale elemento imprescindibile per una piena e corretta attuazione del servizio civile, con particolare riguardo al Piano triennale di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

5) ad adottare iniziative volte a definire lo status giuridico dell'operatore volontario durante il servizio all'estero, nonché, nel rispetto delle condizioni di tutela della sicurezza degli operatori volontari in zone a rischio, l'attuazione dei progetti all'estero del bando 2021;

6) ad adottare iniziative per garantire agli enti, sentita la Consulta nazionale, tempistiche congrue per la definizione del ciclo annuale della programmazione degli interventi, a cominciare dalla definizione e dal deposito dei programmi, e per esperire la delicata procedura di selezione dei volontari;

7) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a favorire un potenziamento del numero di operatori volontari da impiegare nei progetti in cui si articolano i programmi di intervento del Servizio civile universale, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40.
(1-00619) «Bellucci, Ferro, Gemmato, Prisco, Montaruli, Deidda, Galantino, Giovanni Russo, Delmastro Delle Vedove, Cirielli, Mantovani».