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Atto a cui si riferisce:
C.1/00613    premesso che:     il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si inserisce all'interno del programma Next Generation EU (Ngeu). Tale prezioso strumento per il...



Atto Camera

Mozione 1-00613presentato daALAIMO Robertatesto diVenerdì 25 marzo 2022, seduta n. 665

   La Camera,

   premesso che:

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si inserisce all'interno del programma Next Generation EU (Ngeu). Tale prezioso strumento per il rilancio dell'economia – da 750 miliardi di euro e costituito, per circa la metà, da sovvenzioni – è stato concordato dall'Unione europea in risposta alla crisi pandemica;

    il Piano di ripresa e resilienza italiano prevede investimenti e un coerente pacchetto di riforme, rispetto al quale sono allocate risorse per 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e, per 30,6 miliardi, attraverso il Fondo complementare istituito con il decreto-legge n. 59 del 6 maggio 2021, a valere sullo scostamento pluriennale di bilancio. Il totale dei fondi previsti ammonta a 222,1 miliardi di euro;

    il Piano si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Si tratta di un intervento che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell'economia italiana e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale. Il Pnrr contribuirà, in modo sostanziale, ridurre i divari territoriali, quelli generazionali e di genere;

    le risorse stanziate nel Piano sono pari a 191,5 miliardi di euro, ripartite in sei missioni: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – 40,32 miliardi, Rivoluzione verde e transizione ecologica – 59,47 miliardi, Infrastrutture per una mobilità sostenibile – 25,40 miliardi, Istruzione e ricerca – 30,88 miliardi, Inclusione e coesione – 19,81 miliardi, Salute – 15,63 miliardi;

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza assegna alle regioni dell'Italia meridionale una quota pari al 40 per cento delle risorse territorializzabili, in particolare 82 miliardi di euro. Le riforme contenute nel Piano hanno un impatto rilevante sul Sud e sono dirette ad incidere sulla produttività delle piccole e medie imprese e migliorare la connettività nelle zone rurali e nelle aree interne, migliorare la gestione dei rifiuti, rafforzare le infrastrutture, a partire dall'alta velocità ferroviaria, migliorare la presenza di asili nido e scuole per l'infanzia, potenziare e ammodernare l'edilizia scolastica, contrastare l'abbandono scolastico e la povertà educativa, abbattere il divario di connettività e digitalizzazione nelle aree marginali, riformare e potenziare le infrastrutture delle Zes, nonché superare i divari tra i diversi sistemi sanitari regionali;

    l'attuazione del Pnrr e affidata soprattutto agli enti locali: per ottenere i fondi necessari per la realizzazione di questi progetti, gli enti locali sono tenuti a partecipare ai bandi pubblicati dai Ministeri competenti, realizzare gli interventi nel rispetto delle leggi – dunque, con tutte le procedure previste per eseguire un'opera pubblica, pur con una serie di semplificazioni – e rispettare gli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo;

    l'ormai cronica carenza di organico negli enti locali, con uffici sguarniti di personale e numerosi dipendenti costretti a svolgere più mansioni, anche non previste nel proprio contratto, potrebbe rallentare, o addirittura ostacolare, la realizzazione dei progetti finanziati con i fondi della pubblica amministrazione italiana risulta tra le più anziane, con quasi un dipendente su due, con oltre 55 anni di età, e con enti locali quasi sprovvisti di personale under 35. Il dato anagrafico si accompagna ad evidenti e macroscopiche differenze di genere: il tasso di personale femminile nei comuni è pari al 31,96 per cento del totale degli addetti; particolarmente basso risulta anche il livello di istruzione del personale della pubblica amministrazione;

    in data 24 dicembre 2021, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, lettera e), del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, il Governo ha trasmesso al Parlamento la Relazione sullo stato di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza;

    le misure attivate per il rafforzamento della capacità tecnico-amministrativa delle amministrazioni centrali e locali sono varie, tra queste si evidenziano:

     1) la possibilità di sottoscrivere convenzioni con società a partecipazione pubblica, a beneficio delle amministrazioni centrali titolari di interventi e dei soggetti attuatori, per fornire le competenze tecniche e amministrative necessarie al perseguimento degli obiettivi previsti dal Pnrr; le stesse avrebbero dovuto essere sottoscritte entro il mese di dicembre 2021;

     2) la semplificazione e l'accelerazione delle procedure selettive per il reclutamento di personale a tempo determinato e per il conferimento di incarichi di collaborazione da parte delle amministrazioni pubbliche titolari di progetti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza o, limitatamente agli incarichi di collaborazione necessari all'assistenza tecnica, finanziati esclusivamente a carico del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr, previste dal decreto-legge n. 80 del 2021;

     3) le assunzioni con contratto a tempo determinato di personale con qualifica non dirigenziale in possesso di specifiche professionalità per un periodo anche superiore a trentasei mesi, ma non eccedente la durata di completamento del Pnrr e comunque non oltre il 31 dicembre 2026, previste dall'articolo 31-bis del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152; al fine del concorso alla copertura del relativo onere sostenuto dai comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, è istituito un apposito fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno. Il comma 1-bis dell'articolo 31 autorizza i comuni con popolazione superiore a 250.0000 abitanti a conferire, entro limiti di spesa definiti, incarichi di consulenza e collaborazione, nell'ambito degli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici, ad esperti di comprovata qualificazione professionale al fine di accelerare la programmazione e l'attuazione dagli interventi previsti dal Pnrr;

     4) il fatto che, onde accelerare le procedure di approvvigionamento dei servizi esterni, Consip S.p.a. ha attivato strumenti avanzati di acquisto che consentiranno di mettere a disposizione delle amministrazioni responsabili e dei soggetti attuatori specifici «contratti» con imprese selezionate che prevedono procedure centralizzate e funzionali alla più efficiente ed efficace realizzazione dei progetti;

     5) l'Agenzia di coesione ha attivato, altresì, un gruppo di lavoro di supporto per l'edilizia scolastica che vede impegnate 80 unità ripartite in gran parte delle regioni;

     6) il Dipartimento della funzione pubblica, nell'ambito del Pon Governance e capacità istituzionale 2014-2020, ha rivolto ai «Piccoli Comuni» l'iniziativa «Piani di Intervento per le Competenze, la Capacità Organizzativa e l'innovazione Locale» (P.i.c.c.o.l.i.);

     7) da ultimo, l'articolo 1, comma 179, della legge di bilancio per il 2021 ha previsto l'assunzione di 2.800 tecnici per rafforzare le amministrazioni pubbliche del Sud a carico del bilancio nazionale, ripartiti in diverse specialità professionali. Come si rileva dalla relazione, la prima procedura di selezione non ha consentito di coprire interamente i posti messi a concorso, e sarebbe in corso la seconda procedura selettiva per il completamento del reclutamento;

    lo Svimez (Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno) ha segnalato, di recente, che l'elemento che crea maggior preoccupazione, indipendentemente dal numero di dipendenti in senso stretto, è, con ogni probabilità, il basso livello di competenze cui si accompagna quello di una presenza di under 35 non significativa, nonché l'esistenza di un gap qualitativo, che aggrava gli effetti di quello quantitativo, assolutamente da colmare. La pubblica amministrazione locale, dunque, necessita, alla luce delle enormi sfide che ha davanti – rilancio post pandemia, utilizzo dei fondi del Pnrr, transizione digitale – di nuove competenze e capacità che, da un lato, dovranno essere garantite dai nuovi ingressi (favoriti anche dalle norme semplificate per i concorsi pubblici) ma che, dall'altro, non potranno che passare per politiche organiche di potenziamento della forza lavoro già disponibile. Una pubblica amministrazione più efficiente è elemento cardine dello sviluppo di un Paese e, pertanto, investire in efficienza dovrà essere la parola d'ordine per il futuro;

    la carenza di organico riguarda tutti gli enti locali del nostro Paese nei quali spesso si registra un'assoluta carenza di organico di figure professionali, cosiddetti «infungibili», indispensabili non solo per attuare gli obiettivi previsti dal Recovery Fund, ma anche per assolvere ai servizi pubblici essenziali verso i cittadini, secondo adeguati livelli quantitativi e qualitativi, la cui mancanza rischia di bloccare il corretto funzionamento della macchina amministrativa;

    il Pnrr ha tra gli obiettivi la riduzione dei divari territoriali e la crescita del Paese in modo omogeneo, tuttavia, il rischio che i divari possano paradossalmente anche aumentare – proprio a causa della mancanza di personale, sotto il profilo numerico e delle competenze – è, ad oggi, un'ipotesi che non sembra ancora superata,

impegna il Governo:

1) ad adottare le iniziative di competenza per garantire il rafforzamento della capacità amministrativa degli enti locali attraverso il miglioramento continuo delle performance, sostenendo il consolidamento della «cultura della qualità» basata su processi di miglioramento continuo, logiche di confronto, analisi comparativa, nonché processi di, ascolto degli utenti/destinatari delle politiche;

2) ad adottare iniziative di competenza affinché regioni e province siano in grado di attuare proprie politiche di sostegno al miglioramento continuo delle amministrazioni locali, mediante la valorizzazione delle buone pratiche e delle professionalità presenti nelle amministrazioni;

3) a valutare la creazione di strutture centrali e periferiche, volte all'assistenza costante e al monitoraggio della capacità progettuale e gestionale degli enti locali, al fine di scongiurare il rischio che le realtà territoriali con maggiori necessità di investimenti possano risultare destinatarie di risorse insufficienti;

4) ad adottare tutte le iniziative di competenza necessarie per supportare gli enti locali in caso di criticità nella progettazione, nella gestione della spesa e nell'attuazione degli interventi, affinché gli stessi possano far fronte all'impegno straordinario di attuare i programmi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

5) ad assumere le iniziative di competenza, anche normative, necessarie a potenziare le risorse umane in forza agli enti locali, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno, sia tramite l'indizione di nuove procedure concorsuali che favoriscano l'assunzione di giovani, sia tramite il supporto diretto da parte delle amministrazioni centrali, al fine di sopperire alla carenza di personale tecnico e qualificato necessario, implementando le risorse con personale altamente specializzato e in tal modo agevolando la realizzazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(1-00613) «Alaimo, Ficara, Giarrizzo, Baldino, Azzolina, Brescia, Maurizio Cattoi, Corneli, De Carlo, Dieni, Giordano, Francesco Silvestri, Elisa Tripodi, D'Orso».