• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/11634 (4-11634)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11634presentato daCASSESE Gianpaolotesto diMartedì 22 marzo 2022, seduta n. 662

   CASSESE. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   con la legge 27 dicembre 2019, n. 160, è stato previsto per gli impianti di produzione di energia elettrica esistenti alimentati a biogas, realizzati da imprenditori agricoli singoli o associati, anche in forma consortile, entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2007 e che non godano di altri incentivi pubblici sulla produzione di energia, il diritto di fruire di un incentivo sull'energia elettrica prodotta per un periodo di quindici anni;

   la suddetta norma lega il nuovo sistema di supporto all'obbligo di ulteriori investimenti da parte delle aziende agricole, specificando, in particolare, l'obbligo di riconvertire la loro produzione giornaliera secondo un regime programmabile e di utilizzo di almeno il 40 per cento in peso di effluenti zootecnici;

   il comma 525 dell'articolo 1 della legge in parola demanda la disciplina delle modalità e delle condizioni di accesso ai nuovi incentivi ad un decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da emanarsi entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge n. 160 del 2019;

   tale decreto interministeriale permetterebbe di dare continuità agli impianti biogas che sono arrivati o stanno per arrivare a fine del periodo di incentivazione e che non possono riconvertire la propria produzione a biometano, fornendo energia elettrica rinnovabile flessibile e programmabile a servizio del sistema elettrico e delle altre fonti rinnovabili;

   ad oggi alcuni degli impianti biogas entrati in esercizio prima del 2007 hanno già terminato il periodo di incentivazione e rischiano di interrompere la produzione di energia rinnovabile e dismettere le infrastrutture esistenti con gravi ripercussioni sia sotto il profilo energetico che ambientale;

   la crisi globale dovuta alla pandemia ha prodotto un aumento esponenziale dei prezzi dell'energia, mettendo in luce tutte le fragilità dell'Italia, dipendente dalle importazioni di gas, con un impatto molto negativo sul sistema produttivo e sulle famiglie;

   il drammatico conflitto bellico in Ucraina ha ulteriormente aggravato la complessa situazione descritta, rendendo quanto mai urgente un'accelerazione della transizione energetica che, in coerenza con gli obiettivi del Green Deal fissati a livello unionale, potenzi la capacità delle energie rinnovabili per ridurre la dipendenza del nostro Paese dal gas di importazione dalla Russia;

   biogas e biometano sono uno degli assi portanti delle agroenergie e possono svolgere un ruolo significativo per fare fronte alla crisi energetica imposta dalla congiuntura internazionale; a tal riguardo, si evidenzia che gli impianti agricoli esistenti nel nostro Paese potrebbero garantire un incremento di produzione di 600 milioni di metri cubi di biogas da destinare al mercato elettrico, pari a circa il 15 per cento dell'attuale produzione; per quanto riguarda lo sviluppo del biometano agricolo, applicando le misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, se ne potrebbero produrre oltre 4 miliardi di metri cubi al 2026 (pari a circa il 30 per cento dell'obiettivo del nostro Governo di sostituzione delle forniture di gas naturale importato dalla Russia) e circa 6,5 miliardi di standard metri cubi, l'equivalente del consumo annuale di 4 milioni e mezzo di famiglie italiane –:

   quale sia la tempistica relativa all'adozione del decreto interministeriale richiamato in premessa.
(4-11634)