• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06743 LANNUTTI, MORRA, GIANNUZZI, LEZZI, ANGRISANI, CRUCIOLI, GRANATO, MORONESE, ABATE, MANTERO, BOTTO, COLTORTI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06743 presentata da ELIO LANNUTTI
mercoledì 16 marzo 2022, seduta n.414

LANNUTTI, MORRA, GIANNUZZI, LEZZI, ANGRISANI, CRUCIOLI, GRANATO, MORONESE, ABATE, MANTERO, BOTTO, COLTORTI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa e della cultura. - Premesso che:

l'Italia, sulla base dell'articolo 11 della Carta costituzionale, ripudia la guerra, e di conseguenza condanna l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia;

in base agli accordi siglati a Minsk nel 2014 (tra Francia, Germania, Russia e Ucraina), il Governo ucraino avrebbe dovuto cessare dal compiere azioni di guerra (seppur limitate) contro i territori di Donetsk e Lugansk (nella regione del Donbass) e avrebbe dovuto riconoscere un'ampia autonomia a quelle due entità politiche;

sempre in base agli accordi di Minsk, il Governo ucraino avrebbe dovuto interrompere (e cancellare le norme varate negli ultimi 8 anni) la politica ostile rivolta all'amplissima minoranza di lingua russa. Politica che ha trasformato un Paese democratico in qualcosa di simile al Sudafrica;

in Ucraina vi sono state numerose e quotidiane violazioni della Carta fondamentale dei diritti dell'uomo, con una parte della popolazione privata de facto dei suoi diritti civili per pura discriminazione;

in base ad un accordo siglato nel 1989 tra gli Stati Uniti e l'allora Unione sovietica, gli USA si impegnavano a non allargare la NATO all'Europa dell'est, garantendo così un minimo di sicurezza alla Russia. Impegno largamente disatteso nel corso di questi tre decenni;

considerato che:

nell'ottobre 1962, in seguito alla decisione dell'Unione sovietica di trasferire a Cuba (a 200 chilometri dalle coste USA) missili nucleari, gli Stati Uniti disposero un blocco navale e minacciarono la guerra termonucleare. Le postazioni missilistiche sovietiche, infatti, si sarebbero trovate a troppo poca distanza dal confine statunitense, impedendo de facto a Washington qualsiasi reazione a un eventuale attacco nucleare da parte di Mosca, perché i missili avrebbero colpito il suolo USA troppo in fretta;

alla richiesta del Presidente russo Vladimir Putin di non allargare la NATO fino all'Ucraina (fatto che avrebbe portato al dispiegamento di missili nucleari a ridosso del confine russo e a poche centinaia di chilometri da Mosca), gli Stati Uniti hanno risposto prima di non poter assicurare la cosa e poi (dopo l'invasione russa dell'Ucraina) che l'entrata nella NATO da parte di Kiev potrebbe essere imminente;

nonostante ciò, appare comunque intollerabile l'operazione militare intrapresa dalla Russia, che sta causando ingenti danni e vittime civili innocenti, per la quale si esprime una ferma condanna;

considerato, inoltre, che, a quanto risulta agli interroganti:

il Governo italiano, invece di spingere verso una soluzione diplomatica, ha deciso di inviare armamenti all'Ucraina, compiendo due atti politici ben precisi: fornire armi a un Paese in guerra (cosa vietata dal diritto internazionale) e dichiarare nei fatti guerra alla Russia, in violazione dell'articolo 11 della Costituzione;

il Governo italiano, invece di trovare una soluzione alla crisi diplomatica che si sta trasformando anche in crisi economica e sociale, ha deciso di prolungare lo stato di emergenza (questa volta legandolo alla guerra), mortificando ancor di più il tessuto economico e anche sociale. Decisione che non ha precedenti nella storia recente per nessuna guerra, nemmeno per le guerre che hanno visto l'Italia coinvolta in prima persona con i propri soldati, e nemmeno per la guerra nell'ex Jugoslavia che si svolgeva a poche decine di chilometri dal confine;

visto, infine, che, a quanto risulta agli interroganti:

perfino la norma consolidata (anche se non scritta) che separa rigidamente la politica dallo sport è stata calpestata, portando alla decisione di escludere le squadre russe di club e nazionali, e singoli atleti, da tutte le competizioni internazionali. Tanto per mostrare l'assurdità di questa decisione, il boicottaggio sportivo non accadde nemmeno quando l'Italia andò a giocare la finale di coppa Davis nel Cile di Pinochet fresco di golpe; l'intero consesso sportivo mondiale partecipò nel 2018 alle olimpiadi di Pyeongchang (Corea del Sud), proprio nel periodo in cui la Corea del Nord era stata accusata da tutti gli organismi internazionali di violare i diritti umani e di voler scatenare una guerra globale grazie agli esperimenti nucleari che stava conducendo; le squadre e gli sportivi statunitensi e britannici non vennero esclusi da nessuna competizione dopo che quei due Paesi invasero illegalmente l'Iraq nel 2003; e più in generale una decisione del genere non è stata mai presa da nessuna federazione sportiva internazionale;

il teatro alla Scala di Milano ha annullato i concerti del direttore d'orchestra russo Valerij Gergiev, reo di avere commesso un reato d'opinione. Ovvero, di non aver attaccato moralmente l'invasione russa dell'Ucraina. L'università "Bicocca" di Milano ha cancellato quattro lezioni gratuite e aperte a tutti su Dostoevskij da parte dell'autore Paolo Nori. E i boicottaggi di Gergiev e Nori sono solo due dei tanti episodi registrati nelle istituzioni culturali italiane,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga di dover recedere dalla fornitura di armi all'Ucraina, adoperandosi per soluzioni diplomatiche e per il rafforzamento del dialogo che porti alla de-escalation del conflitto, auspicato in primis da papa Francesco;

se non ritenga urgente contribuire al rafforzamento del dialogo tra le parti, diretto alla cessazione della guerra, più che a decisioni atte ad inasprire le ostilità;

se non ritenga giusto separare lo sport e la cultura dalla politica, facendo sì che le azioni politiche non si trasformino in una persecuzione ideologica;

se non ritenga necessario far cessare lo stato di emergenza, ingiustificato sia dal punto di vista pandemico sia da quello bellico, per poter finalmente far riprendere un Paese allo stremo;

se non ritenga giusto lavorare per rispettare gli accordi internazionali presi oltre 30 anni or sono, che garantivano la sicurezza della Russia attraverso il non allargamento della NATO nell'Europa dell'est.

(4-06743)