• Testo RISOLUZIONE CONCLUSIVA

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Atto a cui si riferisce:
C.8/00153 Risoluzione conclusiva 8-00153presentato daMANTOVANI Lucrezia Maria Benedettatesto diMartedì 15 marzo 2022 in Commissione XIV (Unione europea) Prima relazione sullo stato di...



Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00153presentato daMANTOVANI Lucrezia Maria Benedettatesto diMartedì 15 marzo 2022 in Commissione XIV (Unione europea)

Prima relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXIII, n. 1).

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI DEPUTATI MANTOVANI, LOLLOBRIGIDA, DONZELLI, NUOVA FORMULAZIONE, APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea),

   premesso che:

    il 30 aprile 2021, le Autorità italiane hanno presentato alla Commissione europea il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con la finalità di rilanciare il Paese dopo la crisi pandemica, mediante interventi a favore della transizione ecologica e digitale, di una riforma strutturale del sistema economico e di una riduzione della sperequazione economico-sociale tra differenti aree del Paese;

    il PNRR prevede 134 investimenti e 63 riforme, impiegando risorse totali pari 191,5 miliardi di euro provenienti dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), inquadrato nell'iniziativa Next Generation EU della Commissione europea;

    a fronte di 191,5 miliardi di euro, 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi sono erogati nella forma di prestito, a cui si aggiungono 30,6 miliardi di euro tramite il cd. Fondo complementare o Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC) e 13 miliardi di euro tramite l'iniziativa React-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), che non costituisce un maggior flusso di risorse economiche, ma costituisce un'integrazione delle dotazioni del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo (FSE) per la programmazione 2014-2020, permettendone un utilizzo più flessibile, fino al 2023, in modo da poter rispondere alle esigenze sopravvenute in conseguenza della pandemia da COVID-19;

    il Piano si compone di sei Missioni e sedici Componenti, che si articolano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Vi sono poi tre priorità trasversali: parità di genere; miglioramento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani; riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno. Il Piano deve inoltre rispettare il principio di «Non Causare Danni Significativi» (Do No Significant Harm- DNSH), ovvero contribuire in modo sostanziale alla tutela dell'ecosistema senza arrecare danno agli obiettivi ambientali;

    l'erogazione delle rate del PNRR, cioè dei contributi a fondo perduto e dei prestiti, è subordinata al conseguimento di un certo numero di milestone e target relativi alle varie misure. La prima rata, che era prevista per il 31 dicembre 2021, è composta da 51 traguardi e obiettivi, a cui corrisponde un contributo finanziario di 11,5 miliardi di euro e un prestito di 12,6 miliardi, per un totale di 24,1 miliardi; questa cifra va detratta, in proporzione, la quota di prefinanziamento (13 per cento) già ricevuta dall'Italia;

    sono 45 obiettivi del PNRR da realizzare – per ottenere la seconda rata di risorse – entro il 30 giugno 2022;

    con il decreto-legge n. 59 del 2021 il Governo ha istituito il cosiddetto Fondo complementare al PNRR, il quale mira da un lato, a mettere a disposizione ulteriori risorse per alcune delle misure contenute nel piano, dall'altro a finanziare nuovi interventi inizialmente non previsti; tra le voci di investimento che saranno finanziate da queste risorse vi sono il progetto «Transizione 4.0» (5,1 miliardi di euro), Ecobonus e Sismabonus (4,6 miliardi), la riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica (2 miliardi) e gli interventi a favore delle aree terremotate (1,8 miliardi);

    così come il PNRR, anche il Fondo complementare struttura le aree di intervento in missioni, componenti e misure; gli interventi complessivi sono 30, sei di questi fanno riferimento a misure già previste dal PNRR e rappresentano quindi un'integrazione delle risorse stanziate;

    come evidenziato da alcuni centri studi, emergono degli elementi di criticità negli open data sul Fondo complementare, in quanto si segnala l'assenza di opportune indicazioni sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati, così come non sono presenti le informazioni minime necessarie per svolgere un'attività di monitoraggio indipendente; a questo si somma la mancanza dei codici identificativi delle organizzazioni responsabili dei diversi provvedimenti;

    la crisi geopolitica in atto sta impattando pesantemente sul costo delle materie prime e questo comporterà un probabile scostamento degli importi inerenti ai bandi relativi a progetti che riguarderanno il potenziamento delle reti di trasporto ferroviario, nonché a quelli relativi alle infrastrutture digitali;

    il contesto bellico comporterà un forte stress per le catene di approvvigionamento di numerose materie prime, tra cui il metallo e i prodotti cerealicoli, sui quali il Governo ucraino può fermare l'esportazione al fine di garantire il sostentamento alimentare della popolazione andando quindi a favorire ulteriori rincari sul mercato;

    l'impatto del caro-energia sull'attività economica italiana ha causato un forte rallentamento produttivo dell'industria a cui ora si sommano gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina; il combinato disposto di questi avvenimenti ha messo in allarme anche Confindustria che in data 7 marzo 2022 – tramite il presidente Carlo Bonomi – ha espresso la necessità di rivedere il PNRR sia nei contenuti che nella sua proiezione temporale, la quale risulta difficilmente compatibile rispetto allo scenario attuale;

    la crisi umanitaria in atto in Ucraina coinvolge ormai oltre 1 milione di profughi in fuga dalla guerra e dalla distruzione di aree urbane densamente abitate e necessita dello stanziamento di risorse ingenti al fine di garantire una vita dignitosa ai civili in fuga;

    l'auspicio di una rapida cessazione delle ostilità avviate dalla Federazione Russa deve essere accompagnato dalla consapevolezza che l'Europa dovrà avere un ruolo cardine nel processo di ricostruzione materiale e sociale dell'Ucraina;

    la dipendenza energetica dalla Russia espone l'Italia e l'Europa ai ricatti della Federazione Russa e questo impone – così come sta già avvenendo – una rimodulazione delle forniture di gas al fine di non dover più fare affidamento su Gazprom;

    il PNRR, nell'ambito della «Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica», prevede la componente (M2C2), «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile» con risorse pari a 23,78 miliardi di euro, che rappresenta un imponente intervento su settori cardine del modello di sviluppo che ha caratterizzato la nostra economia;

    nel mese di luglio 2021 la Commissione europea ha presentato il piano «fit for 55»: un cospicuo pacchetto di misure pratiche, legislative e normative volte ad accelerare la transizione ecologica e che impatta con forza sul settore della produzione e commercializzazione di automobili stanti i due passaggi fondamentali che lo costituiscono: la riduzione – entro il 2030 – del 55 per cento delle emissioni dei gas serra delle automobili e del 50 per cento di quelle dei veicoli commerciali rispetto ai valori riscontrati nel 1990, e l'abbandono — entro il 2035 — della produzione e vendita di automobili e veicoli commerciali con motore a benzina, gasolio e ibrido;

    il cosiddetto pacchetto «fit for 55» rappresenta una sfida enorme per il settore dell'automotive, che necessiterà di investimenti cospicui e di un efficace ammodernamento tecnologico; in tale ambito, occorre non dimenticare che al fine di poter accompagnare adeguatamente i processi di transizione, occorrono strumenti formativi e di aggiornamento delle competenze, non solo per istruire i giovani, ma anche per poter garantire un adeguamento delle competenze dei lavoratori più anziani;

    la transizione elettrica della mobilità si sta rivelando un processo ben più complicato di quanto già si pensava che fosse; la pandemia di Coronavirus, la crisi causata dalla carenza di semiconduttori e di microchip, la guerra tra Russia e Ucraina stanno costringendo sempre più case automobilistiche in tutta Europa a fermare la produzione;

    l'assenza di una neutralità tecnologica ai fini del raggiungimento degli obiettivi relativi alle emissioni suona come una vera condanna per l'industria dell'automobile e per l'enorme indotto che la circonda, soprattutto adesso che i segnali sul futuro energetico sono tutt'altro che chiari;

    non bisogna mettere in dubbio la necessità di abbattere e poi azzerare le emissioni, ma è fondamentale evitare una crisi sistemica di natura socio-economica che metterebbe in crisi tutta l'Europa offrendo un vantaggio competitivo globale alla Cina;

    durante il Consiglio europeo straordinario di Versailles avviato il 10 marzo scorso sono stati trattati una pluralità di temi connessi alle conseguenze della crisi scatenata dall'invasione russa dell'Ucraina; il citato Consiglio – come riportato dai media – ha trattato anche la proposta avanzata da alcuni partner europei in merito alla necessità di un nuovo Recovery plan per fronteggiare gli effetti della guerra e delle sanzioni sull'economia europea, mentre altri Stati hanno invece ritenuto che gli strumenti varati per il Covid siano sufficienti ed efficienti anche per le sfide attuali;

    la complessità dei bandi e il ritmo incalzante con cui è necessario procedere nella «messa a terra» del PNRR sta presentando non poche criticità in capo agli enti locali che dovrebbero usufruire delle risorse;

    il Governo ha deciso di prorogare al prorogare al 31 marzo il «bando asili» (Missione 4, Componente 1, Investimento 1.1), la cui scadenza era prevista il 28 febbraio, a causa dell'esiguo numero di domande giunte dai territori;

    le risorse contenute nel Pnrr necessitano di essere allocate e massimizzate al meglio al fine di garantire impatti positivi sul nostro tessuto economico e sociale,

impegna il Governo:

   1) a promuovere un dibattito europeo sulla possibilità di rimodulare la politica fiscale europea sulla base del mutato contesto geopolitico e delle esigenze espresse dalle associazioni di categoria maggiormente coinvolte dalla transizione ecologica;

   2) a proseguire l'implementazione degli open data relativi allo stato di attuazione del PNRR al fine di garantire il monitoraggio civico;

   3) a promuovere campagne informative capillari per sensibilizzare i Comuni, e gli enti locali in generale, sulle opportunità provenienti dai bandi PNRR;

   4) a potenziare le strutture a supporto degli enti territoriali al fine di garantire un aiuto concreto ai fini della buona riuscita delle procedure utili al soddisfacimento dei criteri fissati dai bandi al fine di poter usufruire delle risorse.

(8-00153) «Mantovani, Lollobrigida, Donzelli».