• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01445 (2-01445) «D'Uva, Casa, Davide Aiello, Baldino, Brescia, Maurizio Cattoi, Francesco Silvestri, Corneli, De Carlo, Dieni, Elisa Tripodi, Alaimo, Azzolina, Giordano, D'Orso, Ascari, Bonafede,...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01445presentato daD'UVA Francescotesto diMartedì 8 marzo 2022, seduta n. 652

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   nel 2010 un fabbricato rurale, all'epoca un rudere, situato in Contrada Uliveto è stato trasferito dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) al patrimonio indisponibile del comune di Cinisi, per scopi sociali e istituzionali, al fine restituirli alla collettività e accrescerne il valore;

   tale casolare faceva parte della confisca di alcuni beni immobili sottratti al boss mafioso Gaetano Badalamenti, nella seconda metà degli anni Settanta capo dell'associazione mafiosa denominata Cosa Nostra e condannato nel 2002 all'ergastolo quale mandante dell'omicidio di Peppino Impastato;

   il comune di Cinisi, attraverso i finanziamenti europei del Fondo di sviluppo e coesione e in particolare del Fondo di sviluppo rurale, ha sottoposto il casolare a un importante intervento di recupero e di ristrutturazione, per alcune centinaia di migliaia di euro, al fine di adibirlo a «centro ricreativo e culturale collegato al sistema regionale delle aree protette e delle razze autoctone»;

   nel gennaio 2021 il comune di Cinisi ha altresì sottoscritto un accordo di collaborazione con l'Associazione «Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato» per utilizzare l'immobile anche «quale “Centro di diffusione della Cultura della Legalità” da mettere in rete con altri luoghi simbolo delle battaglie antimafia portate avanti da Peppino Impastato, dandone consegna alla collettività e alla memoria delle future generazioni»;

   su istanza di Leonardo Badalamenti, figlio di Gaetano Badalamenti, la confisca di questo specifico bene è stata revocata nell'agosto 2021 con ordinanza della I sezione della Corte d'assise di Palermo all'esito di una complicatissima vicenda giudiziaria riguardante l'individuazione a livello catastale del bene al momento del sequestro e la sua provenienza o meno dal reinvestimento di capitali illeciti;

   Leonardo Badalamenti, condannato definitivamente a 5 anni e 10 mesi per traffico di sostanze stupefacenti dal tribunale di San Paolo in Brasile, nei confronti del quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per aver tentato di occupare l'immobile con la violenza e per calunnia nei confronti del sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo;

   al comune di Cinisi, proprietario del bene, non è mai stata comunicata l'esistenza del contenzioso riguardante la revoca della confisca attivato su iniziativa di Leonardo Badalamenti;

   l'Anbsc il 22 febbraio 2022 ha informato il comune di Cinisi che per il 25 febbraio erano fissate le operazioni dell'immissione in possesso dell'unità immobiliare a favore di Badalamenti, poi rinviata al 29 aprile, dieci giorni prima del 9 maggio, giorno della commemorazione del 44° anniversario dell'omicidio di Peppino Impastato;

   l'articolo 46 del Codice antimafia stabilisce che la restituzione dei beni confiscati possa avvenire «anche per equivalente (...) quando i beni medesimi sono stati assegnati per finalità istituzionali o sociali (...) e la restituzione possa pregiudicare l'interesse pubblico. In tal caso l'interessato (...) ha diritto alla restituzione di una somma equivalente al valore del bene confiscato come risultante dal rendiconto di gestione, al netto delle migliorie, rivalutato (...)»;

   il comune di Cinisi, con delibera n. 27 del 23 febbraio 2022, ha manifestato la volontà di avvalersi della facoltà prevista dal citato articolo 46 del Codice antimafia nella considerazione che la restituzione materiale dell'immobile si pone in evidente contrasto con preminenti interessi pubblici –:

   se il Ministro interpellato, per quanto di competenza, intenda adoperarsi in ogni modo, tramite l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, anche in collaborazione con l'Avvocatura dello Stato, per affiancare e sostenere il comune di Cinisi nel far valere il diritto di ritenzione basato sulla previsione dell'articolo 46 del codice antimafia, affinché il bene non venga restituito agli eredi di Gaetano Badalamenti e sia conservato al patrimonio dello Stato.
(2-01445) «D'Uva, Casa, Davide Aiello, Baldino, Brescia, Maurizio Cattoi, Francesco Silvestri, Corneli, De Carlo, Dieni, Elisa Tripodi, Alaimo, Azzolina, Giordano, D'Orso, Ascari, Bonafede, Cataldi, Di Sarno, Ferraresi, Giuliano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Aresta, Del Monaco, Frusone, Iovino».