• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03136 MORONESE, DI MICCO, ANGRISANI, LEZZI, GIANNUZZI, LA MURA, LANNUTTI, ABATE, NUGNES, BOTTO - Al Ministro della cultura. - Premesso che l'abbazia di santa Maria della Ferrara nel comune di...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03136 presentata da VILMA MORONESE
mercoledì 2 marzo 2022, seduta n.411

MORONESE, DI MICCO, ANGRISANI, LEZZI, GIANNUZZI, LA MURA, LANNUTTI, ABATE, NUGNES, BOTTO - Al Ministro della cultura. - Premesso che l'abbazia di santa Maria della Ferrara nel comune di Vairano Patenora (Caserta), risalente all'anno 1171, rappresenta il primo esempio di abbazia nata nel Regno di Napoli come filiazione di Fossanova. Essa, secondo alcuni studi e secondo l'associazione "Italia Nostra", avrebbe rappresentato uno dei maggiori centri della vita religiosa e culturale del periodo basso-medievale, a testimonianza del grande ruolo che questi piccoli centri, posti al confine tra il Lazio e la Campania, hanno svolto per la storia e la cultura italiana ed europea. Il complesso monumentale, oggi totalmente in stato di abbandono e ridotto a rudere, conserva al suo interno la cappella medievale di Malgerio Sorel, il cui importante affresco raffigurante papa Celestino V è stato restaurato alcuni anni fa con il contributo interamente privato della banca Capasso Antonio S.p.A. di Alife;

considerato che la prima firmataria del presente atto ha interrogato già il Ministero in indirizzo, il 30 giugno 2016 con l'atto 3-02979, per portarlo a conoscenza circa le condizioni in cui versava il bene, sul quale agli atti è apposto un vincolo con "dichiarazione di interesse culturale" datato 26 agosto 1988, e al contempo ha chiesto un intervento del Ministero, pur tuttavia non ricevendo alcuna risposta in merito. In seguito il 23 novembre 2018, in virtù del mancato interessamento delle istituzioni preposte depositò un esposto presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, al fine di denunciare il cattivo stato del bene ed informare la competente Procura sullo stato dei fatti;

considerato inoltre che per quanto concerne la proprietà del bene, secondo il parere degli interroganti la questione sarebbe controversa e da verificare ulteriormente anche da parte del Ministero della cultura. Secondo il Comune di Vairano Patenora i "livellari" dei terreni su cui risiede l'abbazia avrebbero donato la chiesa e la cappella al Comune con atto di donazione registrato con la determina comunale n. 207 il 27 dicembre 2017, in quanto lo stesso Comune avrebbe accertato la titolarità dei beni da parte dei livellari (donatori) attraverso l'incarico di una perizia tecnica affidata ad un professionista. A parere degli interroganti, dalla perizia però non si evincerebbe la piena proprietà dei beni affidati ai livellari, in quanto la perizia si basa sulla legge 16 giugno 1927, n. 1766, la quale prevede all'art. 9, comma a), "che l'occupatore vi abbia apportato sostanziali e permanenti migliorie". Migliorie previste dalla norma che evidentemente non sono mai avvenute, e a riprova di ciò la Procura di Santa Maria Capua Vetere nel novembre 2018 ha provveduto al sequestro dell'abbazia per pericolo di crollo a seguito di accertamenti condotti dai Carabinieri. Inoltre, il Ministero dovrebbe verificare ed appurare se i beni sarebbero stati già di proprietà del Comune di Vairano Patenora, in quanto secondo il regio decreto 7 luglio 1866, n. 3036, il quale aveva avuto l'effetto della soppressione delle corporazioni religiose, realizzava altresì il trasferimento di tutti i beni immobili, tra cui gli edifici monastici, al demanio e ai Comuni in forza dell'art. 20;

considerato infine che:

nell'atto di donazione registrato con la determina comunale n. 207 il 27 dicembre 2017, i "presunti" donatori hanno inserito una condizione accettata senza modifiche da parte del Comune, al punto d), che si riporta integralmente "in caso di inoperosità e/o inattività dell'Ente, la donazione dovrà decadere entro un periodo fissato di 10 (dieci) anni dalla sottoscrizione dell'atto. Nello specifico i proponenti intendono: la decadenza opererà qualora l'Ente, entro il limite temporale indicato, non sarà riuscito ad effettuare interventi tali da rendere i beni fruibili. Quindi non meri interventi conservativi (apposizione di sostegni, lignei o altro di materiale, alla struttura)". Dunque qualora l'atto in questione dovesse produrre effetti di legge, i "livellari" o "donatori" nel 2027, ovvero trascorsi ulteriori 5 anni, nel caso in cui il Comune non sia stato in grado di realizzare una piena fruibilità del bene, potranno richiedere di entrare in possesso dei beni che essi sostengono aver donato all'ente;

da informazioni in possesso degli interroganti, il giorno 3 marzo 2022 dovranno comparire dinanzi al giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i signori R. Co., R. Ce., R. G. e il sindaco di Vairano Patenora, per rispondere delle accuse mosse dalla Procura, perché imputati di aver causato lo stato di abbandono, rovina e fatiscenza dell'abbazia, nonché di danneggiamento di un bene culturale di rilevante interesse storico culturale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia informato dei fatti esposti e se intenda costituire il Ministero come parte civile nel processo in quanto parte offesa;

se intenda recuperare l'abbazia di santa Maria della Ferrara per sottrarla al degrado a cui è stata relegata, includendo i terreni e i boschi circostanti che con essa formano un unicum che hanno dato vita al primo edificio gotico del Regno di Napoli, e quali azioni intenda intraprendere;

se sarebbe favorevole a un avvio del procedimento di dichiarazione di notevole interesse pubblico per l'abbazia, inclusi i terreni e i boschi circostanti, ai sensi dell'art. 139 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (codice dei beni culturali e del paesaggio).

(3-03136)