Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/07618 (5-07618)
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-07618presentato daBOLOGNA Fabiolatesto diLunedì 28 febbraio 2022, seduta n. 647
BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) evidenziano che l'emicrania è una patologia disabilitante che interessa circa il 12 per cento della popolazione adulta nel mondo;
si tratta di una patologia neurologica, connotata da un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti, con altissimi costi umani, sociali ed economici;
come evidenziato dagli studi scientifici elaborati dall'Istituto superiore di sanità e dal Cergas-Sda Bocconi e grazie alla diffusione delle informazioni relative a questa patologia gestite dall'Osservatorio della medicina di genere e dai gruppi di lavoro sulla medicina di genere regionali, dalla Associazione italiana donne medico, dalle società scientifiche, dalle associazioni dei pazienti e da altre realtà come la Fondazione Onda, si sa che è una patologia «genere specifica», presentando una prevalenza tre volte maggiore tra le donne che manifestano quadri clinici in termini di complessità e disabilità più gravi rispetto agli uomini: difatti, in Italia, quattro dei sei milioni di persone affette da emicrania sono donne con un forte impatto socio-economico da considerare sia per i costi diretti che indiretti;
in questo scenario, grava anche il peso dello stigma legato alla banalizzazione del mal di testa, erroneamente ricondotto all'esperienza comune di sintomo transitorio e al mancato riconoscimento dell'emicrania come una vera e propria patologia invalidante;
l'approvazione della legge 14 luglio 2020, n. 81, recante Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale, è stato un primo e importante passo al fine di costruire una cultura su questa patologia, sulle sue caratteristiche cliniche, sul suo impatto esistenziale e sull'importanza di una diagnosi corretta e la necessaria presa in carico socio-sanitaria;
la legge del 2020 prevedeva un termine di 180 giorni dall'entrata in vigore affinché il Ministero della salute adottasse un decreto – mai intervenuto – per l'individuazione di progetti e di metodi nuovi per la tempestiva ed efficace presa in carico dei pazienti, evidenziando, altresì, le opportune linee guida per le regioni –:
quali siano le iniziative che intende intraprendere per ottemperare a quanto richiesto dalla legge n. 81 del 2020 per tutelare il diritto alla salute e garantire la presa in carico omogenea su tutto il territorio nazionale di milioni di pazienti affetti da cefalea cronica.
(5-07618)